Dolci tipici del Natale, nel centro storico un corso (gratuito) per imparare a fare le cartellate

Dolci tipici del Natale, nel centro storico un corso (gratuito) per imparare a fare le cartellate
di Adalisa MEI
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Lunedì 27 Novembre 2023, 14:26 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 12:48

Nel borgo antico è da sempre forte e imprescindibile il valore delle usanze e dei costumi che vengono custoditi con amore e tramandati di padre in figlio. Ma è anche da sempre molto vivo il legame tra gastronomia e fede. Questo è uno degli obiettivi dei corsi organizzati nel cuore di Bari vecchia per insegnare l’arte della creazione dei dolci tipici natalizi: una vera e propria scuola di tradizione, proprio ora che i baresi tutti stanno imparando a riappropriarsene.

Perché i corsi


Nella cucina dell’associazione culturale "U Settane" il profumo dei dolci inebria e si diffonde per la strada e darsi da fare con le mani in pasta, tra le donne, anche gli uomini. I corsi sono organizzati da Michele Fanelli che la “baresità” la conosce molto bene. È esperto di tradizioni popolari e difensore strenuo delle stesse. È anche il presidente del circolo Acli Dalfino, un vero e proprio salotto in piazza dell’Odegitria. «Si tratta di corsi che facciamo periodicamente soprattutto nel periodo di Natale, proprio perché la tradizione culinaria barese non si perda – ha spiegato Fanelli – rivalutiamo anche la gastronomia attraverso i dolci tipici di Natale.

Da un paio di anni questo corso sta riscontrando grande successo. La gente ha voglia di imparare e di riappropriarsi delle tradizioni. Questo è il frutto della rivalutazione dell’intera città sia sotto l’aspetto urbanistico che della valorizzazione delle nostre usanze. E ne dobbiamo essere fieri. Il barese – continua Fanelli – sta rivalutando non solo il dialetto ma anche la nostra gastronomia. Il fatto che oggi si ritorni ad imparare a fare i dolci in casa è una bella soddisfazione. Vuol dire che vogliamo riassaporare le nostre origini».

Il programma


Il primo appuntamento di quest'anno con la maestra Angela Carrassi si è svolto dal 13 al 16 novembre. Il prossimo corso invece inizierà proprio oggi 27 novembre.
«A Bari – racconta Fanelli – non è Natale senza la cartellata. Ma non ci sono solo loro nella tradizione culinaria barese: a Bari vecchia a tavola non possono mancare gli “ecchie di Santa Lucia”, “l’cazzuicchie”, “l’castegnedde” e ognuno di questi dolci porta con se un significato che è stato tramandato dalle nostre nonne e ora noi li spieghiamo durante i corsi». La cartellata nella tradizione religiosa e popolare barese, precisa il presidente, «rappresenta il merletto del lenzuolo di Gesù. I “cazzuicchie” invece sono il cuscino di Gesù bambino». Infatti questi ultimi detti anche “u calzncidd di Natale” sono dei panzerottini piccoli ripieni o di pasta di mandorla oppure di marmellata imbevuti di vin cotto. Le “castagnedde” sono dolci poveri della tradizione contadina. Non contengono le castagne tra gli ingredienti, come potrebbe sembrare dal nome, ma mandorle e cacao e sono fatte nel forno. Ci sono poi anche “l sassanid” (i sassanelli) un dolce marrone perché imbevuto di cacao e “l’mustacciul” (i mostaccioli) biscotti dolci ricoperti di glassa al cioccolato, spiega ancora. Gli occhi di Santa Lucia sono dei piccoli taralli dolci glassati, che si preparano a Bari in occasione del 13 dicembre, festa della Santa di cui portano il nome. Preparati con ingredienti semplicissimi, rappresentano gli occhi della ragazza che venne abbacinata secondo tradizione, e che in molti territori italiani porta i doni proprio come fa Babbo Natale.

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