Ulteriori sequestri di patrimoni illeciti sono stati effettuati questa mattina dalla Polizia di Stato di Bari nei confronti dei clan Parisi-Palermiti del capoluogo pugliese nell'ambito della prosecuzione dell'operazione 'Codice Interno' messa in atto lo scorso 26 febbraio quando furono arrestate oltre 130 persone (accusate, a vario titolo, del reato di cui all'articolo 416 bis del codice penale, nonché di estorsioni, porto e detenzione di armi da sparo, illecita commercializzazione di sostanze stupefacenti, turbata libertà degli incanti, estorsione commessa nell'ambito di competizioni sportive, tutti reati aggravati dal metodo mafioso) e furono scoperti anche dei collegamenti con il mondo della politica e l'inquinamento delle elezioni comunali del 2019.
Il provvedimento preventivo è stato emesso dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 13 presunti appartenenti delle due organizzazioni criminali.
I dettagli
Si tratta di 34 misure di sequestro relative a beni riconducibili alle attività delittuose del clan che avrebbero contribuito alla formazione di patrimoni di provenienza ingiustificata in quanto sproporzionate rispetto alle reali capacità reddituali da parte dei tredici indagati.
Il valore dei beni indebitamente acquisiti dalle organizzazioni mafiose e oggetto del sequestro si aggira, approssimativamente, intorno ai 12 milioni di euro che vanno a sommarsi ai 20 dei sequestri già effettuati nel corso dell'operazione del 26 febbraio. Anche in questa occasione sono stati sequestrati beni immobili come terreni e appartamenti, quote di società commerciali e di servizio, beni aziendali e strumentali, conti correnti bancari e postali.