Tutto pronto per il Parco della Giustizia. «Col verde ricuciamo la città»

Tutto pronto per il Parco della Giustizia. «Col verde ricuciamo la città»
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Sabato 26 Novembre 2022, 05:00

Riconnettere uno spazio abbandonato alla città, secondo i criteri di sostenibilità ambientale. Questo l’obiettivo che ha ispirato lo studio genovese dell’archistar Alfonso Femia nella progettazione del nuovo Parco della giustizia di Bari. Studio che si è aggiudicato il primo posto al concorso bandito dall’Agenzia del Demanio. «Molto più di un “polmone verde” – precisano dallo studio dell’archistar, illustrando il progetto - vera e propria anima della metamorfosi, il Parco è destinato a essere luogo di aggregazione intergenerazionale, profondamente mediterraneo e coerente con l’identità barese». Il progetto è stato redatto dall’ Atelier(s) Alfonso Femia mandatario, con Proger, Magnanimo Ingegneri Associati e Land Italia.

Lo studio Femia


«Abbiamo cercato di ricomporre il rapporto tra costruito e natura, per molte parti perso – spiegano ancora dallo studio - per ristabilire l’equilibrio urbano. La progettazione si orienta verso la realizzazione di ecosistemi funzionali sia alle differenti esigenze della comunità, sia agli input sempre più pressanti indotti dal cambiamento climatico».
Proprio in quest’ottica si è privilegiato come atto fondativo del progetto la realizzazione di un grande parco urbano che ospiterà gli edifici della Giustizia, permettendo di creare un importante corridoio verde che collegherà l’area a margine di Bari sino al centro della città e al mare.


 «Intervenire a Bari, città-territorio – commenta l’archistar Alfonso Femia - invita a rovesciare i canoni metodologici correnti e a formulare un atto progettuale generoso e responsabile. Mitigare e addomesticare le cesure e i tagli infrastrutturali che hanno separato brani di città, creando segregazione, sono obiettivi primari». Le aree verdi a integrazione degli interventi contribuiranno con più di 24 ettari di superficie alla revisione di Bari in chiave eco-sostenibile, con la predisposizione di corridoi verdi e piste ciclabili.
Il Parco della Giustizia è un progetto – secondo Femia - di ri-unione e correlazione di parti frammentate della città. «Armonizzare gli obiettivi architettonici, urbanistici e paesaggistici mettendoli in relazione, non solo con l’intorno costruito, ma con la città nel suo insieme, è fondamentale per far emergere l’intelligenza territoriale e per riattribuire valore all’area complessiva», spiegano ancora dallo studio.

 

Il parco-verde


La prima azione sarà la creazione del “Parco verde”, «coerente – continuano dallo studio - con la necessità di incrementare il processo di forestazione urbana, di arricchire e integrare la biodiversità locale e di creare un grande spazio pubblico all’interno della città, fulcro e attrazione del nuovo quartiere e ponte verso le aree di prossimità».

In questo contesto si innesterà il “Nuovo polo giudiziario”, inteso non come una semplice sede amministrativa della Giustizia, ma «elemento catalizzatore e trainante di un quartiere “attivo”, dotato di servizi e spazi attrezzati all’aperto per tutti i fruitori».


I percorsi ciclo-pedonali tra nord e sud del quartiere costituiscono una sorta di porta di accesso alle aree funzionali pensate per gli edifici della giustizia. Su una superficie complessiva di quasi 150mila metri quadrati impegnata dalle casermette esistenti (che saranno demolite con un altro appalto da 14 milioni di euro), gli edifici della giustizia si svilupperanno su 37mila metri quadrati. La superficie verde del parco sarà di 105mila metri quadrati con una porzione di 7500 metri quadrati dedicata a un lago artificiale. L’estensione dell’area piantumata è, in realtà, ancora più ampia, considerando le coperture e le corti a verde (all’interno dei quattro edifici destinati alla Giustizia): «La natura e il costruito si bilanciano in un rapporto in cui la presenza della vegetazione impegnerà la quasi totalità della superficie di progetto», spiegano ancora dallo studio genovese.
Insomma, per Femia e il suo team, il Parco della Giustizia rappresenta una «reale possibilità di riscatto per alcune aree e di rilancio per l’intera città». Senza dimenticare la razionalizzazione dei costi da parte dell’Agenzia del Demanio che, eliminando le locazioni passive, “risparmierebbe” 20 milioni di euro da usare per altri interventi.

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