Ok al Parco della giustizia: bocciato l’ultimo ricorso

Ok al Parco della giustizia: bocciato l’ultimo ricorso
di Daniela UVA
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Sabato 12 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:25

Il nuovo parco della Giustizia si può fare. A decretarlo è l’ordinanza pubblicata ieri dal Consiglio di Stato che ha così definitivamente rigettato il ricorso contro la struttura prevista nell’area occupata dalle ex casermette dismesse Capozzi e Milano, al rione Carrassi di Bari.


Anche se, secondo i comitati, uno spiraglio viene offerto da un passaggio in cui il giudice «dispone la trasmissione del fascicolo al Segretario generale affinchè sottoponga al presidente del Consiglio di Stato la valutazione dell’eventuale assegnazione del presente ricorso ad altra Sezione, competente in materia urbanistica e ambientale». Insomma, un piccolo spiraglio per le associazioni che il fascicolo possa essere riassegnato e, quindi, si instauri un nuovo giudizio.

Confermata la posizione del Tar


Per ora, il provvedimento conferma, però, la posizione del Tar che, lo scorso 22 agosto, aveva già respinto l’esposto presentato dal comitato di scopo “Per un parco verde di quartiere alle ex casermette: Capozzi e Milano” e da alcune associazioni, preoccupati dalle conseguenze del progetto dal punto di vista ambientale. Una decisione contro la quale era stato presentato appello dinanzi al giudice amministrativo di secondo grado che, con questa nuova sentenza, ha però respinto l’istanza cautelare e condannato i ricorrenti a rifondere al Comune di Bari le spese, per un ammontare di duemila euro. I giudici scrivono inoltre che «l’invocata misura della sospensione dell’esecutività della sentenza appellata non appare assistita, nella comparazione dei contrapposti interessi, dall’attualità del pregiudizio degli appellanti, a fronte del preminente interesse nazionale alla realizzazione dell’opera, finalizzata all’efficientamento delle strutture giudiziarie».
Il Tar aveva respinto le richieste del comitato e delle associazioni dichiarando inammissibile il loro ricorso.

I magistrati avevano, infatti, rilevato che «sono gli stessi ricorrenti, nel lamentare i danni che deriverebbero dalla realizzazione del Polo della Giustizia nell’area attualmente occupata dalle dismesse caserme Capozzi e Milano, in termini di erosione di verde pubblico, di traffico indotto dalla prevista destinazione dell’area in questione e di problemi logistici determinati dall’esecuzione delle opere», a «non contestare specificamente gli atti della gara, di cui hanno impugnato il bando».

La variante al Piano Regolatore


Il ricorso, invece, riguardava solo la variante al piano regolatore che «allo stato non risulta neppure adottata». Da parte loro, le associazioni fanno presente che «un’area destinata a verde di quartiere viene letteralmente sommersa dal cemento (484mila metri cubi), in spregio alle esigenze della cittadinanza». Chiarendo anche che «il finanziamento dell’opera oggi è definito per 96 milioni di euro: tutto il restante è ancora da chiedere, ottenere e gestire», l’opera non è quindi ancora finanziata per intero, «tuttavia si vuole iniziare a tutti i costi a costruirla senza sapere se si potrà concludere». Di qui un secondo ricorso al Tar, presentato da comitato e associazioni lo scorso 14 settembre, con il quale è stata impugnata la determina con la quale l’Agenzia del demanio ha aggiudicato il concorso di progettazione per la mega opera. Il dito è puntato contro quello che i ricorrenti definiscono un «enorme edificio con grandi aree per parcheggio e un conseguente aumento di traffico che il comitato calcola in 3-4mila auto al giorno», evidenziando anche «l’illegittimità della progettazione per violazione degli standard edilizi e urbanistici, oltre che degli standard relativi a progettazione aree a verde e parcheggi relativi e infine violazione dei canoni deontologici di ingegneri e architetti». Ad aggiudicarsi la progettazione del Parco della Giustizia è stato lo studio genovese di Alfonso Femia srl con Proger, Magnanimo Ingegneri associati e Land Italia. La proposta prevedeva il completamento dell’opera entro il 2027 per un investimento complessivo di 252mila euro. Con l’obiettivo di realizzare quattro edifici in grado di ospitare Tribunale penale, Procura, Tribunale civile, Corte d’appello, Procura generale, Tribunale e Procura dei minori, Tribunale di sorveglianza e sede dei giudici di pace.

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