Bari all’ultimo posto degli investimenti dei beni culturali nella speciale classifica delle grandi città italiane. Tra le città più popolose, Trieste e Firenze sono quelle in cui le uscite superano i cento euro pro capite. Infatti, si attestano rispettivamente a 131,67 e 117,16 euro pro capite. Seguono Bologna (73,83) e Venezia (71,41). Si trovano in fondo Torino (51,06 euro pro capite), Genova (47,86) e Bari (20,06). L’ambito culturale ha una certa importanza per l’economia italiana e l’obiettivo è quello arginare le perdite del settore dovute alla pandemia. Infatti sono stati previsti dei sostanziali investimenti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr, ndr). Questi interventi di natura straordinaria devono essere sostentati anche da azioni locali mirate delle varie regioni e delle rispettive città.
Gli investimenti
Entrando più nel dettaglio, con il Pnrr sono previsti 5,7 miliardi di euro compresi quelli del fondo complementare e del piano strategico grandi attrattori culturali, che ha lo scopo di rafforzare le grandi infrastrutture culturali italiane. Gli interventi previsti sono piuttosto vari e sono indirizzati sia al pubblico che ai privati. In particolare, uno dei settori su cui ci si concentra è quello museale che ha visto un calo importante, soprattutto in coincidenza con i periodi in cui gli spostamenti erano stati limitati ia causa delle norme anti contagio.
La classifica degli investimenti.
La Toscana risulta essere la regione con la maggior quantità di musei e monumenti di interesse storico-artistico (553). Seguono Emilia-Romagna (454) e Lombardia (433). Al contrario, si trovano minori luoghi espositivi nella Valle d’Aosta (60), in Basilicata (48) e in Molise (41). La Toscana è anche una delle regioni che nel 2018 ha registrato il maggior numero di visitatori (23,6 milioni), seconda solo al Lazio (28,2 milioni).
Gli andamenti di queste cinque grandi città si sono mantenuti stabili.
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Le spese fanno riferimento ai musei però rappresentano solo una parte delle potenziali uscite che riguardano il mondo della cultura. Nella prima, si considerano tutti gli interventi legati alla ristrutturazione e alla tutela dei luoghi di interesse storico come ad esempio i monumenti. Sono comprese inoltre le spese legate alla ricerca e alla divulgazione culturale, oltre ai contributi per la manutenzione di biblioteche, musei e teatri.
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Nella seconda, invece, sono inserite tutte le spese dedicate alla regolamentazione delle attività culturali e alla gestione delle biblioteche comunali. Si trovano anche i sostegni economici per le minoranze linguistiche e le attività di culto.
Come detto Bari in questa classifica in riferimento alle città più popolose di Italia è in fondo e all’ultimo posto con gli investimenti culturali nel capoluogo pugliese che sono sicuramente inferiori a tutte le altre città. Oltre sei milioni di euro investiti per Bari, ma un dato che- raffrontato con le altre città- non può certo far sorridere il comune del capoluogo pugliese. Resta il dato più alto tra le grandi città pugliesi, ma anche qui nel raffronto tra i capoluoghi c’è chi ha investito di più, come, ad esempio, Foggia (con oltre 30 euro di spesa per cittadino) o Lecce, che a quella cifra si avvicina. Numeri per riflettere, in attesa che il Pnrr possa - con i fondi destinati alle città metropolitane - cambiare anche questa geografia economica/culturale.
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