Capitale della cultura, si infrange il sogno di Mesagne: la scelta cade su Pesaro

La cerimonia di presentazione della candidatura di Mesagne
La cerimonia di presentazione della candidatura di Mesagne
di Tranquillino CAVALLO
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Mercoledì 16 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17:25

Non sarà Mesagne la Capitale della Cultura 2024. La giuria del ministero della Cultura ha scelto infatti la città di Pesaro. La proclamazione è avvenuta poco fa, nel corso della cerimonia in diretta.

Dopo tanta attesa per Mesagne e per tutta la provincia di Brindisi, oggi era il giorno del verdetto finale per conoscere la città che potrà fregiarsi del titolo di Capitale della cultura 2024. Intorno alle 11.20, il ministro Franceschini ha letto la città vincitrice, Pesaro, e la motivazione che ha portato a questa scelta. La città di Mesagne, giunta in finale, non è riuscita a portare a casa il titolo.

Le parole del sindaco Matarrelli

«#Mesagne2024 continua: non abbiamo ottenuto il titolo di Capitale della Cultura, ma il nostro risultato è comunque straordinario, realizzeremo grandi cose. Subito dopo la proclamazione - ha scritto in una nota il primo cittadino Antonio Matarrelli - la Commissione ministeriale ha raggiunto me e la progettista Simonetta Dellomonaco per congratularsi con noi. Il ministro della Cultura, on. Dario Franceschini, ha comunicato da pochi minuti il nome della città che si è aggiudicata il titolo di Capitale italiana della Cultura. Si tratta di Pesaro, alla quale vanno i nostri migliori auguri e i nostri sinceri complimenti.Il nostro progetto “Umana Meraviglia” è stato molto apprezzato. Lo dice, tra l’altro, il fatto che sia arrivato alla fase finale superando altre proposte, molto qualificate. Abbiamo sognato in grande, come ci siamo abituati a fare da quando Mesagne ha imparato a credere in sé stessa e nelle proprie potenzialità.Siamo stati capaci di fare un tratto di strada che è servito a ricostruire, conoscersi, riconoscersi. Per poi rilanciare e puntare tutto su una storia che non solo è destinata a continuare, ma ha talmente dell’incredibile che crederci fino in fondo è stata una scommessa che abbiamo sentito di dover fare con noi stessi. Abbiamo lanciato forte il cuore oltre l’ostacolo.Non dovevamo inventare nulla, solo metterci in gioco. E Mesagne questo sa farlo bene. Una storia di riscatto vissuta, elaborata e scandagliata fino ad essere strumento di incredibile forza sul quale poter contare, è diventata un racconto da narrare al Ministero della Cultura.

Il racconto doveva servire a spiegare quanto quella storia fosse unica e importante, ma anche come potesse diventare quella di altri luoghi, di altri posti, di altre comunità.Perché, nonostante tutto, “l’umanità è destinata ad essere felice”. E questa corsa per diventare Capitale italiana della Cultura ci ha fatto prendere la rincorsa per procedere ancora più spediti verso quest’obiettivo. Grazie a tutti coloro che ci hanno accompagnato: uno strepitoso gruppo di lavoro guidato dalla mente brillante della coordinatrice di progetto, l’architetto Simonetta Dellomonaco; il mio insostituibile consulente alle Politiche Culturali e Scolastiche, il coordinatore di Mesagne2024, avv. Marco Calò; i miei infaticabili collaboratori e gli uffici comunali; tutta la Comunità mesagnese, in tutte le sue espressioni; tutti gli Enti, a partire dalla regione Puglia, le organizzazioni istituzionali e non, regionali, nazionali, internazionali. Nulla si conclude, non abbiamo portato a casa il titolo di Capitale italiana della Cultura, ma #Mesagne2024 non finisce. Abbiamo appena spiccato il volo»

L'attesa

A Mesagne le associazioni e la società civile si sono ritrovate nel teatro comunale per seguire in diretta la cerimonia. Inutile dire che la tensione era abbastanza alta. Le sue rivali, altrettanto agguerrite e blasonate, sono le città di Ascoli Piceno, Chioggia (Venezia), Grosseto, Pesaro, Sestri Levante con il Tigullio (Genova), Siracusa, Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento (Salerno), Viareggio (Lucca) e Vicenza. Tuttavia, Mesagne non era sola in questa sua corsa poiché tutta la Puglia, in questi giorni, ha fatto il tifo per la cittadina messapica. «Comunque vadano le cose Mesagne ha già vinto», ha continuato a ripetere come un mantra il sindaco Toni Matarrelli, che in questi mesi ha creduto e spronato i suoi collaboratori a redigere un programma culturale di largo respiro. Un patrimonio di energie e di idee che ha preso forma attorno al progetto Mesagne2024, che ha visto la partecipazione proattiva non solo di tutta la comunità mesagnese, ma anche di oltre 100 enti, istituzioni e organizzazioni regionali, nazionali e internazionali. È la storia di riscatto della comunità locale dopo gli anni bui in cui la criminalità organizzata l’aveva stretta fino ad asfissiarla. «Nella seconda metà degli anni Ottanta, Mesagne era considerata la capitale della Scu, la cosiddetta quarta mafia», ha ricordato più volte Matarrelli nel descrivere la genesi della progettualità culturale -. Ora concorriamo per il titolo di Capitale della cultura italiana dopo aver vinto una battaglia che appariva impossibile. Oggi Mesagne è una città viva e attrattiva, una città che attraverso una straordinaria partecipazione di popolo ha dato vita ad un tessuto sociale in cui operano 115 associazioni che contribuiscono alla gestione dei nostri beni monumentali, degli spazi sociali e di 7 beni confiscati alla mafia. Mesagne ha coltivato il tema della cultura in tutte le sue forme».

Il percorso

In questa corsa per aggiudicarsi il titolo di Capitale italiana della cultura hanno contribuito in molti. Tra questi, come non ricordare Sergio Rubini, cittadino onorario di Mesagne, e il regista canadese, premio Oscar, Paul Haggis, che hanno donato alla città un cortometraggio, “The heart of Mesagne”, con le musiche del maestro Peppe Vessicchio, che è stato proiettato alla commissione ministeriale esaminatrice dei progetti lo scorso 3 marzo, per presentare la “città da Oscar”. «L’idea che Mesagne da capitale della Scu, nell’arco di un ventennio, diventi candidata a capitale della Cultura mi sembra un messaggio importantissimo», ha tenuto a precisare Sergio Rubini. «Per la città si è trattato di una grande prova di orgoglio e coraggio, che non è solo l’esaltazione delle bellezze storiche e monumentali di cui Mesagne è ricca ma che è, soprattutto, la restituzione, resa in un modello ambizioso offerto all’Italia attraverso la proposta al ministero della Cultura, del percorso di riscatto che la città ha saputo realizzare coinvolgendo tutte le espressioni territoriali e raccogliendo il sostegno di un contesto allargato, provinciale e regionale», ha concluso il sindaco Matarrelli.

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