Un altro pezzo di storia di Bari se n’è andato per sempre, abbattuto dalle ruspe per fare spazio a dei palazzi. Si tratta di Villa Tilde, una delle tante dimore storiche in stile liberty che svettavano su via Amendola, e che porta via con sé il ricordo di una Bari che non c’è più.
Non è la prima villa presente in zona ad essere abbattuta in nome della modernità e della volontà di trasformare quello che per qualcuno è un rudere, ma per altri è storia, in palazzi da poter vendere.
La storia di villa Tilde
La storia di villa Tilde è però particolare, in quanto era tornata alla luce in tutto il suo splendore decadente qualche anno fa, in seguito ai lavori di rifacimento e allargamento di via Amendola portati avanti dall’amministrazione comunale.
Fu allora che il nipote di Clotilde ne prese possesso, trasformandola in laboratorio e la rese una sorta di “museo”. Dalla sua morte, però, nel 1992, rimase completamente in abbandono, con le piante che iniziarono a crescerle intorno, fino ad essere nascosta da quel muro che per anni ha impedito la sua vista a chi percorreva via Amendola. Dopo la perdita di villa Vera, abbattuta nel 2021, e villa Rosa, la speranza di tanti era che almeno villa Tilde potesse salvarsi, dato che sembrava potesse essere, a differenza delle altre, vincolata dalla Sovrintendenza. E invece, nei giorni scorsi, è arrivata la brutta notizia dell’abbattimento e della perdita di questo ulteriore pezzo di storia della città, a testimoniare la difficoltà che Bari sembra avere a proteggere il suo passato. Tante sono state le reazioni all’addio a villa Tilde, a partire dalla Consulta Ambiente della città di Bari che via social, condividendo due foto di com’era la villa e del luogo ora dopo l’abbattimento, scrive: «Ieri, oggi e domani? Idee ne abbiamo?».
La protesta si organizza
E ci sono anche dei comitati cittadini pronti a portare avanti una protesta, segnalando l’accaduto alle istituzioni. Una cosa che non potrà portare indietro villa Tilde, ma potrebbe aiutare a salvaguardare qualunque altra villa sia ancora rimasta. Mobilitarsi potrebbe essere l’unica soluzione, anche se all’epoca di villa Vera, nonostante l’interessamento del Fai, nulla era stato possibile per evitare l’abbattimento.