La città perde un altro pezzo di storia: addio a villa Tilde abbattuta la villa liberty dell’800

Villa Tilde
Villa Tilde
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Giovedì 25 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 07:46

Un altro pezzo di storia di Bari se n’è andato per sempre, abbattuto dalle ruspe per fare spazio a dei palazzi. Si tratta di Villa Tilde, una delle tante dimore storiche in stile liberty che svettavano su via Amendola, e che porta via con sé il ricordo di una Bari che non c’è più. 


Non è la prima villa presente in zona ad essere abbattuta in nome della modernità e della volontà di trasformare quello che per qualcuno è un rudere, ma per altri è storia, in palazzi da poter vendere.

La storia di villa Tilde

La storia di villa Tilde è però particolare, in quanto era tornata alla luce in tutto il suo splendore decadente qualche anno fa, in seguito ai lavori di rifacimento e allargamento di via Amendola portati avanti dall’amministrazione comunale.

La sua storia inizia nell’800, quando è possibile datare la sua costruzione. Apparteneva a Clotilde Romano, le cui iniziali fino a prima dell’abbattimento erano ancora visibili sul frontespizio di accesso dove era distinguibile anche la parola “villa”. La casa fu abitata almeno fino agli anni ’50 del secolo scorso, ma dopo la morte di Clotilde venne abbandonata, in quanto la stessa aveva lasciato la nuda proprietà dell’edificio a sua nuora che non volle trasferirsi al suo interno. Dopo pochi anni, la villa divenne un ristorante, chiamato “La Serra”. Per ospitare questa attività vennero realizzate diverse modifiche alla struttura originale, tra cui proprio la creazione di una serra che dava il nome al locale. Il ristorante chiuse nel 1973, o meglio si trasferì in altro luogo, lasciando al suo destino villa Tilde. 


Fu allora che il nipote di Clotilde ne prese possesso, trasformandola in laboratorio e la rese una sorta di “museo”. Dalla sua morte, però, nel 1992, rimase completamente in abbandono, con le piante che iniziarono a crescerle intorno, fino ad essere nascosta da quel muro che per anni ha impedito la sua vista a chi percorreva via Amendola. Dopo la perdita di villa Vera, abbattuta nel 2021, e villa Rosa, la speranza di tanti era che almeno villa Tilde potesse salvarsi, dato che sembrava potesse essere, a differenza delle altre, vincolata dalla Sovrintendenza. E invece, nei giorni scorsi, è arrivata la brutta notizia dell’abbattimento e della perdita di questo ulteriore pezzo di storia della città, a testimoniare la difficoltà che Bari sembra avere a proteggere il suo passato. Tante sono state le reazioni all’addio a villa Tilde, a partire dalla Consulta Ambiente della città di Bari che via social, condividendo due foto di com’era la villa e del luogo ora dopo l’abbattimento, scrive: «Ieri, oggi e domani? Idee ne abbiamo?».

La protesta si organizza

E ci sono anche dei comitati cittadini pronti a portare avanti una protesta, segnalando l’accaduto alle istituzioni. Una cosa che non potrà portare indietro villa Tilde, ma potrebbe aiutare a salvaguardare qualunque altra villa sia ancora rimasta. Mobilitarsi potrebbe essere l’unica soluzione, anche se all’epoca di villa Vera, nonostante l’interessamento del Fai, nulla era stato possibile per evitare l’abbattimento. 

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