Odontoiatri, il software per evadere il fisco: "nascosti" 33 milioni, 47 denunciati. Sequestrati beni per 5 milioni di euro

Utilizzavano un software gestionale che forniva rendicontazione "non ufficiale". Coinvolti almeno 80 professionisti, 47 dei quali sono stati denunciati

La conferenza stampa della Guardia di Finanza
La conferenza stampa della Guardia di Finanza
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Martedì 20 Febbraio 2024, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 10:22

Diversi dentisti avrebbero messo in piedi uno "strutturato meccanismo" di evasione fiscale sottraendo ricavi per circa 33 milioni di euro. È quanto scoperto dai finanzieri del comando provinciale di Bari al termine di una inchiesta, coordinata dalla procura del capoluogo pugliese, che ha portato oggi al sequestro di beni per 5 milioni di euro. Le indagini hanno portato a svelare una maxi evasione per una base imponibile sottratta a tassazione, ai fini delle imposte dirette. 

Il sequestro

Il sequestro nasce a seguito della dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici per gli anni d’imposta dal 2016 al 2020, all’esito di complesse indagini di polizia giudiziaria coordinate da questa Procura della Repubblica.

Le indagini

Dopo un controllo in uno studio medico di una odontoiatra, che ha consentito di individuare l’ideatore e fornitore di un software gestionale idoneo a favorire forme di rendicontazione dei compensi “non ufficiali” e ad ostacolare l’attività di accertamento dell’Amministrazione Finanziaria, i finanzieri hanno disposto perquisizioni locali e domiciliari nei confronti di entrambi i soggetti.

All'esito dei controlli sono stati sequestrati numerosi supporti informatici, documenti e telefoni cellulari, copie di backup del software utilizzato da numerosi altri odontoiatri.

Il sistema gestionale consentiva di: - creare specifiche “schede cliente” nelle quali, oltre alle prestazioni certificate, attraverso la pressione del tasto F12, previa digitazione di una password nella disponibilità del titolare di ogni studio medico, era possibile rendicontare anche i compensi percepiti “in nero”; - memorizzare la contabilità “parallela” su supporti esterni (pendrive e hard disk), facilmente rimovibili in caso di controllo e non intellegibili senza l’uso delle particolari modalità di accesso illustrate; - mantenere due distinti archivi informatici: uno “interno”, definito “gestionale”, contenente i “dati in chiaro”, per tali intendendo quelli cui seguiva l’emissione della relativa fattura fiscale; uno “esterno”, chiamato “storico”, memorizzato sui citati supporti esterni rimovibili (pendrive, hard disk, ecc.), idoneo a raccogliere “i dati nella loro totalità” e, dunque, anche quelli relativi alle operazioni non annotate nella contabilità ufficiale del professionista, non fatturate ai clienti e non dichiarate al Fisco.

L'ingegnere aveva dunque creato delle chat - per il cui uso invitava alla prudenza - rimandando ulteriori spiegazioni ad incontri di persona e facendo riferimento alla contabilità “black”.

La rete messa in atto

A seguito di ulteriori approfondimenti si è potuto verificare che nel meccanismo di frode fossero coinvolti almeno 80 professionisti, 47 dei quali sono stati denunciati. Significative, al riguardo, alcune comunicazioni estrapolate dai dispositivi telefonici sequestrati nel corso delle indagini, nelle quali, ad esempio, si fa riferimento alla necessità di contabilizzare i pagamenti delle prestazioni sanitarie “in chiaro” o “in nero” a seconda che il cliente richieda o meno la fattura. In alcuni casi, inoltre, è stata rinvenuta documentazione extracontabile nella quale, in corrispondenza dei nomi dei clienti, era indicata la sigla N.F. allo scopo di specificare se il pagamento avvenisse “senza fattura”.

Alcuni pazienti, ascoltati nel corso delle indagini, hanno dichiarato di aver versato, sistematicamente e nel tempo, cospicui importi in contanti per le prestazioni sanitarie ricevute, senza il rilascio della prescritta documentazione fiscale. Nel complesso, sono stati individuati 80 professionisti, 47 dei quali denunciati alle Autorità Giudiziarie competenti per territorio per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici.

I 78 interventi conclusi nelle annualità 2022/2023, hanno consentito di far emergere una evasione fiscale pari a circa 33 milioni di euro. Da un successivo controllo all'Anagrafe Tributaria si è scoperto un incremento del fatturato da parte dei professionisti, a partire dall’anno d’imposta 2022, con il volume d’affari dichiarato, rispetto alla media rilevata nei periodi precedenti, con valori in crescita mediamente del 56% circa, registrando, in alcuni casi, picchi superiori al 150%.

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