Parco Costa Sud, l'architetto assicura: «Sarà una grande area agri-sociale nel rispetto del paesaggio»

Parco Costa Sud, l'architetto assicura: «Sarà una grande area agri-sociale nel rispetto del paesaggio»
di Beppe STALLONE
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Martedì 12 Aprile 2022, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 17:45

Nicolò Privileggio è l'architetto a capo del pool di professioni di Bari Costa Sud, il progetto di riqualificazione dell'area costiera e periferica a sud est della città. Architetto, come sta procedendo la progettazione?
«Tutto secondo il cronoprogramma. Per la redazione del progetto preliminare siamo in chiusura, ancora qualche piccolo aggiustamento. Stiamo facendo i passaggi di partecipazione e di discussione con i gruppi cittadini per acquisire informazioni, suggestioni e poi chiuderemo il preliminare».
Questo passaggio partecipativo e di confronto con cittadini e associazioni è puramente formale?
«No, non lo è affatto. È un passaggio sostanziale. Un piano di questa portata richiede assolutamente un momento di condivisione delle scelte progettuali da un lato ma anche di dialogo per acquisire spunti, riflessioni da quella che è la cittadinanza organizzata».

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Utilizzerete le residuali aree naturali incolte per nuovo sviluppo?
«Ci sono aree parzialmente o totalmente incolte, alcune usate per attività di orticoltura. L'idea è quella di usarle a scopi legati al tema dell'orticoltura urbana. Vorremmo mettere in pratica un grande progetto di un parco agri-sociale. Parliamo di orticoltura di media dimensione, che promuova lo sviluppo di una serie di colture tradizionali che si vanno un po' perdendo e per le quali già da un po' di anni c'è una buona domanda di mercato. Saranno degli orti che si potranno attraversare in base ad alcuni percorsi».
Queste fasce con le colture e i percorsi saranno ortogonali alla linea di costa?
«Sono fasce che già in parte esistono e molti di queste sono dei terreni incolti. Allora l'idea è riattivarli, farli diventare suoli produttivi e al tempo stesso renderli accessibili attraverso una rete di percorsi che permettono di arrivare dall'entroterra sino al mare e quindi un collegamento, una connessione quanto più possibile diffusa fra i quartieri e la costa attraverso questa rete fatta di maglie, che danno la possibilità di collegare l'entroterra al mare».
Architetto, esistono anche una serie di costruzioni in stato di degrado: cosa ne farete?
«Ci sono alcuni manufatti di pregio a cominciare dai muri a secco che vanno sicuramente mantenuti e conservati. Poi ci sono dei pozzi che hanno delle norie (sistema antico per prelevare l'acqua dai pozzi, ndr) che sono state censite. Dove ci sono le manteniamo e le valorizziamo. Poi una serie di edifici che non hanno particolare pregio architettonico, ma che prima di demolire valuteremo l'opportunità di un loro riutilizzo. L'idea generale è che laddove c'è un manufatto interessante è un peccato eliminarlo».

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Esiste un sistema dunare fra Pane e Pomodoro e Torre Quetta e poi le rade, le calette. Tutto questo verrà conservato?
«Assolutamente sì. Lungo quella fascia che va dal parcheggio di interscambio di Pane e Pomodoro fino a Torre Quetta, subito dietro l'arenile, è riconoscibile la presenza di una duna. Vogliamo consolidare la duna eliminando gli elementi di disturbo (per esempio un parcheggio non regolato) e piantumare quella zona con macchia mediterranea».
Una parte caratterizzante di Costa Sud è rappresentato dalle due lame Valenzano e San Giorgio, fondamentali per l'intero assetto idrogeologico della zona. Come vi muoverete?
«Il tema dell'assetto idrogeologico è particolarmente rilevante per questo tratto di Costa sud, non solo per le due lame ma perché c'è tutta una rete che coinvolge i terreni agricoli che sono a sud e a nord della statale 16 e dove è prevista l'orticoltura urbana, sui quali è importante pensare a un sistema capillare capace di trattenere il più possibile l'acqua piovana e riutilizzarla per questioni irrigue.

Quindi da un lato riuscire a trattenere l'acqua in eccesso che dovesse mai esserci in presenza di eventi eccezionali e non essere smaltita dalla cassa di laminazione, e dall'altro trattenerla per poterla riutilizzare. Per la lama di Valenzano, l'idea è quella di rinaturalizzare il letto del canale, ampliandolo e creando un paesaggio più fruibile dalle persone, ora ci sono muri di calcestruzzo che impediscono di entrare ed è anche pericoloso. Per lama San Giorgio che ora è un pantano, anche se sappiamo che le zone umide sono importantissime per la riproduzione degli uccelli migratori, la nostra idea è cercare di far collimare le esigenze della fauna che sta bene in queste zone, creare collinette artificiali e spazi per le persone che abitano la città e possono godere di un'area verde».

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Cala San Giorgio, importante anche per questioni storiche e religiose, come si trasformerà?
«Cala San Giorgio è inquadrata in un progetto unitario di sistemazione di tutta la fascia costiera. La strategia è quella di facilitare l'acceso all'acqua per i bagnanti, non solo a cala San Giorgio ma lungo tutta la costa da sud fino a Torre Quetta. La proposta è quella di realizzare interventi localizzati che rendano più facile l'accesso all'acqua che ora è difficoltoso. Entrare in acqua senza correre il rischio di scivolare su uno scoglio e rompersi una gamba. E poi garantire una fruibilità anche invernale, con interventi che, salvaguardando l'assetto della costa, la rendano fruibile, semmai riutilizzando manufatti che adesso sono fatiscenti ma che possono essere rigenerati. Mentre per l'accesso all'acqua degli sportivi bisognerà trovare i punti più adatti per garantire la possibilità che chi pratica surf, vela possa entrare in acqua (soprattutto i meno esperti) nel modo più semplice».

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Con la realizzazione del progetto, l'aspetto di Bari sud che per decenni è stato sinonimo di degrado, è destinato a cambiare, sente la responsabilità di questo cambiamento?
«Come progettisti di un piano urbanistico cerchiamo di fare del nostro meglio perché il progetto possa essere di qualità, sostenibile anche nel futuro e penso che ci siano gli elementi perché questo possa avvenire. Certo è una trasformazione che potrà svolgersi nel tempo. Per esempio per la ferrovia, tuttora presente, ci vorranno degli anni prima che possa essere eliminata. Proprio per questo abbiamo previsto che il progetto possa funzionare da subito anche in presenza della ferrovia. Quindi garantire l'accesso al mare dall'entroterra, anche in presenza dei binari, per esempio utilizzando piccoli sottopassaggi esistenti che possono essere allargati e garantire così la continuità di connettere fin da subito i quartieri al mare. La ferrovia sicuramente verrà eliminata ma non possiamo basare tutto il progetto sullo spostamento repentino dello spostamento del fascio di binari. Ma il progetto può garantire i suoi effetti fin da subito anche in presenza della ferrovia».
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