Decaro minacciato con una pistola e poi portato a casa della sorella del boss. Il racconto di Emiliano a Bari

Decaro minacciato con una pistola e poi portato a casa della sorella del boss. Il racconto di Emiliano a Bari
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Sabato 23 Marzo 2024, 21:02 - Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 10:49

Antonio Decaro minacciato con una pistola e poi portato a casa della sorella del boss Antonio Capriati. «Questi atteggiamenti non sono più tollerati», disse Emiliano alla famiglia del boss, riferendosi alle minacce subite da Decaro mentre effettuava un sopralluogo per la Ztl a Bari Vecchia. E' l'aneddoto raccontato dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano durante la manifestazione di oggi a Bari e che ha visto protagonista - in passato - l'allora assessore Antonio Decaro durante l'amministrazione comunale guidata proprio dall'attauale governatore di Puglia. Aneddoto che il governatore di Puglia ha dovuto chiarire  in tarda serata perché aveva già scatenato le reazioni del centrodestra. «Le parole di Michele Emiliano su Capriati sono gravi. Alla luce delle illazioni sentite oggi dal governatore nel corso di una manifestazione pubblica, che dice di essere stato a casa della sorella del boss della Bari Vecchia, riteniamo sia opportuno convocarlo in audizione in commissione Antimafia», ha tuonato il senatore Gianluca Cantalamessa, responsabile del dipartimento Antimafia della Lega e capogruppo in commissione. «La mia frase è stata fraintesa», la replica di Emiliano. 

Il racconto del governatore

Facendo riferimento agli anni in cui era sindaco, Emiliano, parlando dal palco, come mostra il video della diretta postato dallo stesso Decaro su Facebook, ha rivelato una storia che ha fatto scalpore, ovvero di aver portato l'attuale sindaco, allora suo assessore alle prese con la decisione di chiudere al traffico Bari vecchia, a casa della sorella del boss del quartiere e di averglielo «affidato».

«Un giorno - racconta Emiliano come niente fosse - sento bussare alla porta, Decaro entra, bianco come un cencio, e mi dice che era stato a piazza San Pietro e uno gli aveva ha messo una pistola dietro la schiena perché lui stava facendo i sopralluoghi per la ztl di Bari vecchia (...) Lo presi, in due andammo a casa della sorella di Antonio Capriati, che era il boss di quel quartiere, e andai a dirle che questo ingegnere è assessore mio e deve lavorare perché c'è il pericolo che qui i bambini possano essere investiti dalle macchine.

Quindi, se ha bisogno di bere, se ha bisogno di assistenza, te lo affido». Poi, aggiunge parlando della caratura antimafia di Decaro, «ricordo che dopo pochi mesi andammo a confiscare tutte le case dei Capriati in piazza San Pietro».

Emiliano

«Ho raccontato un fatto realmente avvenuto quando chiudemmo al traffico Bari Vecchia. E di fronte ad un episodio nel quale avevano invitato il mio assessore ad andarsene dai luoghi dove stava lavorando, andai di persona dalla sorella incensurata del boss Antonio Capriati, che avevo arrestato e fatto rinviare a giudizio e poi condannare per omicidio, per farle capire che le cose erano cambiate, quegli atteggiamenti non erano più tollerati, che potevano rivolgersi all’assessore solo con modi civili ed educati (e qui l’iperbole “te lo affido se ha bisogno di bere, di assistenza”) visto che si trovava lì per svolgere il suo lavoro - ha spiegato Emiliano - . Quando dopo pochi mesi confiscammo come Comune di Bari le case della famiglia Capriati site lì vicino, nessuno si oppose e adesso quelle case sono centri sociali importanti e mai nessuno li ha più infastiditi. Questi i fatti. Questa la mia condotta, che ripeterei. Perché Decaro potè finire tranquillamente il suo lavoro di assessore al traffico creando la ZTL a Bari vecchia e perché abbiamo realizzato un enorme lavoro per liberare Piazza San Pietro. Agii come avrebbe agito un Carabiniere di fronte ad un fatto non perfettamente definito che andava stroncato con la autorevolezza della figura del sindaco che senza strepiti risolse ogni problema e mise tranquilli coloro che avevano creato problemi».

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