Piantedosi è stato messo in difficoltà, come dice Casini?
«Un po’ più che in difficoltà. Perché la richiesta che gli è stata fatta lede la forma della terzietà».
«Questa storia incomincia nel 2004, ero ancora un sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia. Venni sollecitato da un’opinione pubblica vastissima che mi chiedeva di candidarmi. Capii che non era sufficiente far arrestare centinaia di persone per salvare la città in cui ero nato. Mi candidai con una lista civica perché i partiti, voglio ricordarlo, non trovavano un accordo sul mio nome. Quindi ruppi ogni indugio, mi misi in aspettativa e cominciai la campagna elettorale sostanzialmente da solo, dopo si aggiunsero tutti i partiti dell’Ulivo. Da lì iniziò un processo di ascolto profondo dell’anima della città, i 12 forum programmatici cui parteciparono migliaia di baresi, il programma che ne venne fuori corrispondeva a un piano strategico embrionale della città, e la campagna elettorale fu sui contenuti. Io non ho mai detto votateci perché siamo di sinistra ma fatelo perché vogliamo portare Bari fuori dal disastro in cui si trova».
Era un periodo di omicidi all’ordine del giorno.
«Ce n’erano così tanti che dovevamo seppellire le vittime in posti del cimitero lontani tra loro per evitare tensioni durante le visite ai defunti. Ma bisognava anche strappare l’economia al monopolio di poche famiglie cui il centrodestra aveva dato potere. Abbiamo liberato le energie più pure della città e abbiamo ripristinato un’economia di mercato basata sulla legalità. Oggi Bari è una realtà fiorente per occupazione, turismo e innovazione. Ed è chiaro che di fronte a un successo riconosciuto anche dagli avversari, Fitto, Gemmato, Melchiorre, D’Attis e Sisto pensino di avere con questa mossa una chance di sovvertire un verdetto elettorale già scritto, che vede la vittoria del fronte progressista».
«Il danno è alla sua persona, perché non sta scritto da nessuna parte che il sindaco Decaro debba essere additato in tutta Italia come uno che non si accorge di quello che accade in città. Il tutto di fronte a un’amministrazione comunale che si è costituita parte civile 11 volte. Nessuno ha mai negato che a Bari la mafia continui ad esistere e 130 arresti fanno parte della fisiologia antimafia ma il Comune di Bari va premiato per quello che ha fatto anche attraverso l'antimafia sociale».
Che succede in caso di scioglimento?
«L’eventuale scioglimento riguarderà l’amministrazione eletta a giugno nella misura in cui l’ispezione dovesse dimostrare che nemmeno il cambio di amministrazione sia stato sufficiente a rescindere queste fantomatiche infiltrazioni. Quello che ci preoccupa di più non sono le elezioni ma il danno di immagine a Bari, traino della Puglia vincente che è stata capace di ribaltare la questione meridionale. Ma i parlamentari del centrodestra sono così scollati dalla società pugliese da non capire che stanno tentando di tagliare un ramo su cui siamo seduti tutti, anche chi vota per loro. Invece di tentare questa strada dovrebbero cercare di vincere le elezioni presentando un programma e un candidato migliori dei nostri non tentare di approfittare dello smarrimento dell’elettorato».
È vero che ha sfilato uno a uno i possibili candidati sindaco del centrodestra?
«È una sciocchezza totale, loro dicono che ho scelto Simonetta Lorusso come presidente della Fiera per evitare che Ugo Patroni Griffi, suo parente, si candidasse con loro. Ma lui non ne aveva alcuna intenzione e lei è stata mia assessora per anni ed è stata scelta perché è una donna di valore. Stesso discorso per l’ex prefetta di Bari. Ha accettato di fare il presidente del nucleo ispettivo regionale in sanità, un incarico gratuito, perché ci crede e non certo per resistere alla tentazione di candidarsi a sindaco».
«Trasformismo significa cambiare idea e sposare un programma di governo diverso, che prescinde dalle posizioni ideologiche, e io non ci vedo nulla di male. Il trasformismo negativo è invece quello di chi elezione per elezione sceglie il campo in cui candidarsi per avere maggiori vantaggi. Le personalità politiche che il centrodestra reclutò nelle elezioni del 2019, compresi il candidato sindaco Di Rella e Olivieri che era uno dei suoi sostenitori, venivano dal centrosinistra quindi il trasformismo fu praticato dal centrodestra. Il centrosinistra ha sempre e solo accolto persone che hanno aderito al programma e purtroppo a un certo punto le due consigliere arrestate aderirono alla maggioranza senza aver nessun particolare ruolo. Decaro ha ammesso che questa inerzia nel tenerle nel centrosinistra è stata un errore ma sappiamo anche che è impossibile impedire a un consigliere così come a un parlamentare di votare con la maggioranza. È un principio di democrazia. E sappiamo anche tutti che il voto di scambio di cui sono accusate doveva favorire un candidato sindaco di centrodestra non certo Decaro».