Trivelle, referendum a rischio: la Consulta si pronuncerà sui quesiti il 9 aprile

Trivelle, referendum a rischio: la Consulta si pronuncerà sui quesiti il 9 aprile
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Lunedì 15 Febbraio 2016, 20:12 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 01:46
Prende sempre più corpo l'ipotesi che il referendum sulle trivelle fissato dal governo per il 17 aprile possa slittare. IL voto per l'unico quesito ammesso, quello relativo alla durata delle autorizzazioni di utilizzo dei giacimenti entro le 12 miglia per tutta la durata di vita del giacimento, incrocia infatti i tempi della Corte costituzionale che dovrà pronunciarsi su altri due quesiti e lo farà solo il 9 aprile, a soli 8 giorni dunque dalla chiamata alle urne.
Se il 9 aprile la Consulta dovesse dichiarare ammissibile i due conflitti, la Corte Costituzionale passerà successivamente alla fase di merito.
Ora il decreto dovrà essere esaminato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Perché, di fatto, se la Corte Costituzionale accogliesse i ricorsi delle Regioni, rivivrebbero due quesiti referendari in precedenza non ammessi. E gli italiani sarebbero chiamati ad esprimersi non solo sulla durata delle trivellazioni in mare, ma anche sul Piano delle aree, ossia lo strumento di pianificazione delle trivellazioni che prevede il coinvolgimento delle Regioni, abolito dal governo con un emendamento alla legge di stabilità; e sulla durata dei titoli per la ricerca e lo sfruttamento degli idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma. Le Regioni che hanno proposto i conflitti, così come i comitati no-Triv, sostengono da parte loro che in questo modo non sono assicurati i 45 giorni di campagna elettorale.
E sulla vicenda ha già presentato un'interrogazione parlamentare il deputato Rocco Palaese, vicepresidente della commissione Bilancio della Camera.
«Ai già noti motivi di buon senso che avrebbero dovuto indurre il Governo Renzi ad indire un election day per tenere insieme referendum anti-trivelle ed elezioni Amministrative - scrive Palese -, se ne aggiungono oggi altri anche più pesanti, di ordine giuridico/costituzionale, che rischiano di far comunque slittare la data del 17 aprile stabilita dal Consiglio dei Ministri. Chiediamo quindi al Governo di ripensarci e di spostare direttamente il referendum unendolo alla data delle Amministrative.  Se la Consulta dovesse accogliere il ricorso delle Regioni e riammettere anche uno solo dei quesiti - continua Palese - il referendum non potrebbe tenersi il 17 aprile perché dalla decisione della Consulta alla data del 17 aprile, non vi sarebbero i 45 giorni di campagna referendaria previsti dalla Legge».
 
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