Sul web c'è lavoro per gli studenti. In 24 ore superati i 1.500 accessi

Lavoro sul web
Lavoro sul web
di Pierpaolo SPADA
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Mercoledì 10 Aprile 2019, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 12:09
Più di 1.500 accessi nelle prime 24 ore di vita online. Per la Bacheca di Confindustria Lecce allestita sul sito dell'Università del Salento, se non è un boom poco ci manca.
«Ottimo successo», dice il rettore Vincenzo Zara. È il segnale che l'ateneo salentino e l'Associazione degli industriali leccesi auspicavano all'atto di stesura della convenzione sottoscritta l'altro ieri al rettorato, che punta a ridurre la distanza, ancora esistente, tra il mondo accademico e quello dell'industria, al fine ultimo di frenare la fuga dal territorio di giovani e neo laureati.
Ingegneri, programmatori, responsabili di unità produttive e non solo. La Bacheca, che si affianca a quella nazionale per offrire agli studenti una chance in più di agganciare le imprese locali, include, per ora, 17 annunci. Sono offerte di lavoro complete di ragione sociale, sede di lavoro, posizione lavorativa, tipologia contrattuale e scadenza e, a giudicar dalla proposta contrattuale, sembrano rappresentare anche buone opportunità di occupazione a lungo termine. Ci sono aziende di information technology ma anche del Tac (calzaturiero in particolare) e del settore ambientale. Cercano, in dettaglio, ingegneri gestionali, sviluppatori Java EE, Data scentist, senior unix system administrator e anche un'addetta amministrativa segretariale. La scadenza delle offerte è fissata, in tutti i casi, al prossimo 3 giugno.
Presto dovrebbero essere avviati anche laboratori con gli imprenditori di Confindustria Lecce, ai quali gli studenti potranno partecipare in spazi affidati alle imprese all'interno di Ecotekne. La convenzione nasce da un confronto alimentato, per un verso, dalla difficoltà lamentata dalle imprese di reperire personale qualificato in loco e, dall'altro, dalla convinzione espressa dall'Università di compiere al meglio il suo compito ma, al contempo, di poterlo anche ricalibrare. All'esito del confronto, le parti si sono messe in discussione, non senza mugugni su un fronte e sull'altro, e hanno stabilito di creare, anzitutto, un canale di conoscenza reciproca più rapida e diretta, per agevolare subito la mission di ogni studente.
Se n'è avuta prova anche ieri mattina nell'aula Aldo Romano durante il convegno inaugurale della Settimana del lavoro a Ecotekne Gli imprenditori ospiti hanno spiegato a docenti e studenti presenti in aula (anche quelli delle scuole) come funziona un'azienda meccanica o del Tac e com'è composto il nucleo di competenze di cui un processo produttivo necessita nell'attuale quadro economico locale e globale. I rappresentanti dell'università non hanno negato le difficoltà delle imprese e le imprese non hanno negato quelle dell'università. L'amministratore di Cog srl, Giacinto Colucci, cogliendo un input lanciato dal rettore Zara ha, infatti, affermato: «Questo è un Paese che non investe sui giovani e, dunque, non investe sull'università. E ne risente tutto il sistema produttivo che, sempre più complesso, ha bisogno di persone con un alto grado di specializzazione già all'atto dell'inserimento». Così Luciano Barbetta, amministratore dell'omonima azienda di abbigliamento a Nardò, che, però, è partito dalla considerazione secondo cui la crescita che sta caratterizzando il Tac in questa fase sarebbe «passiva», in quanto generata non da produzioni di marchi locali ma internazionali, che già, da tempo, saturano il mercato. Premessa necessaria per spiegare che, oggi, i grandi brand dettano legge anche nel sistema moda locale e, che, dunque, il grado di specializzazione del personale è decisivo nella misura in cui è decisivo, ai fini di un rapporto commerciale, il singolo errore nelle fase di realizzazione di un capo: «Assumiamo anche i laureati - ha detto - ma, per sviluppare le competenze richieste dalle attuali produzioni, necessitano di un lungo percorso formativo che siamo costretti a sostenere da soli». L'ha spiegato anche Donato Pascali, presidente della sezione metalmeccanici di Confindustria. Dopo aver descritto le fasi del processo produttivo in un'azienda di settore, l'amministratore di Meccanica Meridionale ha ribadito il messaggio lanciato un anno fa a scuola e università in seno al dibattito innescato dall'inchiesta di Quotidiano: «Ci sono figure che possiamo reperire solo al nord, in Emilia e Piemonte. E' il caso del metodista», che imposta il metodo di lavoro per realizzare un pezzo, definendo operazioni e grado di efficienza. «Trovarlo qui è una chimera - ha detto - perché, per formarne uno, l'università dovrebbe disporre delle tecnologie di cui disponiamo noi in azienda, e siccome tale disponibilità è assai limitata, continua a essere compito dell'impresa formare i suoi addetti, con tutto ciò che ne consegue in un contesto economico come quello italiano che, per ora, lascia trasparire solo il rischio di recessione. È fondamentale - ha concluso - che l'università cerchi di conoscere ogni giorno di più le imprese».
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