Alta tensione alla Sapienza dopo gli scontri dei giorni scorsi tra gli studenti e la polizia. Il movimento studentesco “Cambiare Rotta”, attraverso un suo comunicato, ha fatto sapere che «le violente cariche sugli studenti hanno spinto gli universitari riuniti in assemblea ad occupare Scienze Politiche».
«Le nostre richieste sono chiare: vogliamo le dimissioni immediate della rettrice Polimeni e la garanzia che non verranno mai più fatte entrare le forze dell'ordine nell'ateneo - aggiungono - Richieste semplici, atte a ristabilire livelli minimi di democrazia e vivibilità nell'università, prendendo atto che le massime istituzioni interne alla Sapienza non sono state in grado di garantire la sicurezza degli studenti».
Il comunicato
«Il governo Meloni, in continuità con il governo Draghi, sta già inasprendo i livelli di repressione delle proteste, una tattica che conosciamo bene: colpire il dissenso per continuare, senza una vera opposizione nel paese, a produrre politiche guerrafondaie, anti-popolari e che condannano sempre di più la nostra generazione a un futuro di precarietà».
«Questo Parlamento e questo Governo - proseguono gli studenti di 'Cambiare Rottà - non ci rappresentano, come non ci rappresenta il governo del nostro ateneo.
Flc-Cgil: «No repressione e sgomberi»
«I fatti della Sapienza, con l'entrata della polizia nell'Università e le violenze nei confronti delle studentesse e degli studenti che protestavano, sono un segnale allarmante. Una repressione violenta che non avremmo voluto vedere e che temiamo si possa ripetere nei confronti delle ragazze e dei ragazzi che ricominciano a manifestare il proprio disagio occupando gli edifici scolastici». È quanto si legge in una nota del sindacato Flc Cgil.
«Alle occupazioni non si risponde con gli sgomberi, né con i provvedimenti disciplinari, ma con il dialogo nei confronti di una generazione che ha già sofferto duramente durante la pandemia. Ribadiamo con forza che non tollereremo che il dissenso venga represso con la violenza e che ciò avvenga nei luoghi della conoscenza. Confidiamo per questo in uno sforzo comune delle istituzioni per mantenere un clima sereno e dialogante nelle scuole e nelle università e in tutti luoghi di formazione».
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