San Carlo, la faida familiare che spacca la famiglia delle patatine. «Milioni di euro versati alla figlia». I nodi dell'impero

I figli del patron Alberto Vitaloni si contendono a suon di cause legali la sua fortuna

San Carlo, la faida familiare che spacca la famiglia Vitaloni: tutti i nodi sull'impero delle patatine
San Carlo, la faida familiare che spacca la famiglia Vitaloni: tutti i nodi sull'impero delle patatine
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Mercoledì 21 Giugno 2023, 14:45 - Ultimo aggiornamento: 14:54

Le San Carlo sono patatine bollenti. Un colosso di snack e salatini che spacca in due una delle famiglie più ricche di italia. Ovvero la stessa che ne dirige il marchio, da centinaia di milioni di euro l'anno. San Carlo è la punta di diamante di Unichips, gruppo alimentare  che controlla circa il 60% del mercato italiano degli snack salati. 

Il presidente del gruppo è Alberto Vitaloni, 88 anni, proprietario di San Carlo e gigante dell'imprenditoria italiana. I suoi figli - Francesco, Michele e Susanna Vitaloni - si contendono a suon di cause legali la sua fortuna.

E il motivo sta nell'età avanzata e nella salute ormai compromessa del padre. 

I problemi di salute di Vitaloni

Come riporta il Corriere della Sera, da oltre un decennio Alberto Vitaloni versa in gravi condizioni fisiche e mentali, a causa di due ictus cerebrali ischemici che lo hanno colpito rispettivamente nel 2012 e nel 2015, uno per emisfero. Gli hanno provocato una demenza vascolare e la compromissione delle competenze cognitive e psichiche. Eppure è ancora lì, a muovere i fili di un colosso milionario. La sua custodia è affidata alla figlia Susanna. 

La faida

Nel marzo del 2016 Vitaloni senior ha donato a ciascuno dei suoi figli una quota del 15% dalla società. A ottobre dello stesso anno, un mese dopo la morte di sua moglie, ha fatto un’ulteriore donazione alla sola figlia Susanna, 57 anni, già amministratrice delegata del gruppo: per lei è arrivato un altro 35,04%, fatto che le ha permesso di ottenere la maggioranza delle azioni di Unichips grazie al suo 50,04%. 

Nel luglio 2017 i fratelli Francesco (61 anni) e Michele Vitaloni hanno fatto causa alla sorella. Ritenevano che la seconda donazione fosse dovuta all’eccessiva influenza della sorella sul padre e alla sua presunta incapacità di prendere decisioni simili. Le accuse non erano da poco: violenza privata, circonvenzione di incapace, sequestro di persona e maltrattamenti nei confronti di un familiare. Al Tribunale civile di Milano avevano chiesto dunque di nominare un «amministratore di sostegno» per il padre. 

L'inchiesta della Procura di Milano, dopo mesi di indagini, interrogatori e perizie psichiatriche eseguite su Vitaloni senior, si è conclusa con l'archiviazione: non è emersa nessuna prova dei presunti reati commessi da Susanna Vitaloni ai danni del padre. In altre parole, Alberto Vitaloni era perfettamente conscio delle sue manovre patrimoniali. Pare, inoltre, che il presidente Unichips avesse già manifestato in un testimento del 2015 l'intenzione di lasciare la guida del gruppo proprio alla figlia.

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