Salvini a Bologna insulta Alfano: «Mai con lui. Sgomberare i centri sociali». Meloni: «Bel giorno»

Salvini a Bologna insulta Alfano: «Mai con lui. Sgomberare i centri sociali». Meloni: «Bel giorno»
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Sabato 21 Novembre 2015, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 14:50
«Oggi si decide che se si va insieme Renzi va a casa il prima possibile: chi fa il leader è l'ultimo delle mie preoccupazioni». Così Matteo Salvini, parlando in piazza Maggiore a Bologna alla manifestazione della Lega dove sono intervenuti anche Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni.



Salvini parlando dal palco di piazza Bologna ha insultato il ministro Angelino Alfano definendolo un cretino. «Un personaggio inutile e incapace come Alfano con noi non ci sarà mai, occupati dei poliziotti ed espelli qualche clandestino se ne sei capace, cretino che non sei altro», è stato l'attacco lanciato al ministro dell'Interno e leader dell'Ncd Angelino Alfano dal capo della Lega.



Un saluto e un ringraziamento ai membri delle «forze dell'ordine feriti dai centri sociali che sgombereremo col sorriso uno per uno. Dopo i campi rom, i centri sociali», ha detto poi Salvini. «Ho l'orgoglio di aver riunito le opposizioni per bene, ma non ci sarà nessun ritorno al passato: non possiamo vivere di nostalgia e di ricordi, viviamo guardando al futuro», ha continuato il leader leghista.



«Questa non è la piazza del rancore e dell'odio. Io non ho nemici, io non odio nessuno. Io vorrei che ciascuno potesse vivere libero, ma chi ha bisogno di qualcosa in più deve arrivare prima», ha detto ancora Salvini.



«Renzi, questo incapace, divide la società in uomini e bestie. Io, come faceva Miglio, divido la società in produttori e parassiti e Renzi è un degno rappresentante dei parassiti, lui Alfano, la Boldrini, gente che in un paese civile non amministrerebbe neanche il condominio», ha attaccato ancora Salvini.



«Se voi non mollate io non mollo di un millimetro, se ci siete, ci sono, da nord a sud perché abbiamo un compito storico. Vi offro il mio cuore e la mia testa, non mi arrendo finché questo paese non torna paese più bello del mondo», ha detto anora Salvini.



Lo stato dà troppo poco ai ciechi, in congresso a Chianciano Terme mentre «diamo 1200 euro al mese al primo bru bru che arriva e che non scappa da nessuna guerra», è stato poi il parallelo fatto dal leader della Lega durante il comizio in piazza Maggiore.



«Da questi 100mila parte la rivoluzione delle persone perbene». Così Salvini ha poi chiuso il comizio. «Autonomia, federalismo, responsabilità, difesa dei comuni e dei territori - ha detto, indicando alcune priorità di Governo - e via i prefetti, come diceva Einuadi, perché dove ci sono i prefetti non c'è democrazia».



«Tornando a casa tiriamo dritto, non rispondiamo a nessuna provocazione», è stato poi l'appello che Salvini ha fatto ai manifestanti di piazza Maggiore, concludendo la manifestazione, dopo la foto di rito di tutti i protagonisti, insieme alla Meloni e a Berlusconi. Il riferimento era ai cortei anti-Lega e agli scontri avvenuti in varie zone della città.



«Renzi non perde occasione per insultare - aveva detto prima si salire sul palco per il suo intervento Salvini - ma sarebbe pagato per fare il presidente del Consiglio, e lo marcheremo a uomo con le nostre proposte, dopo di che non basteranno i tweet e gli insulti: o farà delle cose o andrà a casa».



La manifestazione di Bologna «non è un ritorno al passato, al '94, alle vecchie formule, alle marmellate: qua comincia qualcosa di nuovo che è guidato dalla Lega, ma che è aperto a tutti gli italiani che oggi sono lontani dalla politica», ha aggiunto Salvini.



«La leadership - ha proseguito il leader del Carroccio - la scelgono i cittadini, non un palco, un microfono o una piazza. Oggi siamo qui per dire che insieme si vince se qualcuno è in cerca di poltrone questa è la piazza sbagliata. Oggi qua parleremo di lavoro, futuro, giovani, di liberare le energie che in Italia ci sono e che invece sono tenute fra le grinfie della burocrazia, dall'eccesso di pressione fiscale».



«La cosa importante di oggi è che il centrodestra si riunisce e si ritrova dopo tanto tempo, la Lega e Salvini sono riusciti a fare questa cosa», ha sottolineato Roberto Maroni, da piazza Maggiore a Bologna. Sulla leadership, Maroni ha detto di essere favorevole «alle primarie: se ci sono le primarie e Salvini si candida io lo voto. Quella di oggi è una tappa importante che chiude una serie di polemiche e di questioni che definisce, il perimetro politico del centrodestra che si candida a governare l'Italia».



«Di amministrative parliamo da lunedì, ma l'obiettivo è essere insieme con i candidati migliori, città per città» ha detto ancora il capo della Lega, rispondendo ai cronisti che a Bologna gli chiedevano se sia disposto a presentare candidati unici alle amministrative, insieme a Forza Italia. Un'ipotesi che Salvini accoglie anche per Bologna, dove, ha spiegato «c'è la Borgonzoni come ci sono tanti uomini e donne che potranno fare ripartire tante città che, come Bologna, sono ferme».



Quanto alla scelta dei candidati, ha aggiunto «io non voglio morire di primarie come il Pd che si scanna sul metodo e lascia perdere il merito, per me se scelgono i cittadini è sempre meglio, ma conta la sostanza, non voglio passare mesi a litigare come fa il Pd, se si fanno meglio, sennò ce ne faremo una ragione».



«A Bologna per centrodestra unito, a Bologna per costruire alternativa a sinistra delle chiacchiere, a Bologna per mandare a casa Matteo Renzi». Lo scrive su Twitter Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, annunciando così la sua partecipazione alla manifestazione di oggi a Bologna.