Giulia Cecchettin, il ritrovamento del corpo, il video dell'aggressione e il sangue: la ricostruzione giorno per giorno

Ad una settimana esatta dalla scomparsa dei due ex fidanzati arriva la svolta nelle indagini

Giulia Cecchettin, dalla scomparsa al video dell'aggressione fino alle tracce di sangue: la ricostruzione giorno per giorno
Giulia Cecchettin, dalla scomparsa al video dell'aggressione fino alle tracce di sangue: la ricostruzione giorno per giorno
di Alessandro Strabioli
10 Minuti di Lettura
Sabato 18 Novembre 2023, 14:11 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 11:16

Giulia CecchettinFilippo Turetta, ad una settimana esatta dalla scomparsa dei due ex fidanzati arriva la svolta nelle indagini. Il corpo della giovane donna è stato trovato oggi nella zona di Barcis, in provincia di Pordenone. Qualche ora prima del ritrovamento era spuntato anche un video, breve e drammatico, nel nel quale si vede Turetta colpire a mani nude Giulia durante un litigio in auto. Nel filmato, ripreso sabato notte dalle telecamere della zona industriale di Fossò (Venezia), Giulia tenta di scappare dopo l'aggressione. Lui la rincorre, la colpisce ancora, fino a farla stramazzare a terra sanguinante. La ragazza viene poi caricata a forza da Filippo nella sua Fiat Punto nera, che si dilegua nella notte. L'ex compagno della studentessa di Vigonovo ora è indagato per tentato omicidio. E le ricerche proseguono senza sosta anche a livello internazionale. Cosa è successo in questi giorni? Quali sono i punti oscuri? Ecco la cronistoria di un giallo ha tenuto con il fiato sospeso tutto il Paese.

Giulia Cecchettin scomparsa, l'ex squadra di volley di Turetta: «È una specie di dottor Jekyll e mister Hyde»

Il ritrovamento

Il corpo di una giovane donna è stato recuperato, stando alle prime i formazioni, in un canalone che si trova tra la zona del lago di Barcis e Piancavallo. Gli investigatori sono arrivati sul posto, e si attende di capire se i primi riscontri possano o meno confermare che si tratti di Giulia Cecchettin. Barcis è un comune della provincia di Pordenone situato nel cuore della Valcellina, nelle Dolomiti Friulane, sulle rive dell'omonimo lago artificiale. Il suo territorio si inserisce nella Riserva Naturale Forra del Cellina, gestita dal Parco Naturale delle Dolomiti Friulane.

 

La ricostruzione

Quando  le notizie sul video hanno cominciato a circolare su siti e social, è stato uno shock per i genitori di Filippo. Un dramma invece per Gino Cecchettin, il papà, e per Elena e Davide, i fratelli di Giulia. L'uomo è crollato e anche per i due giovani è stata durissima, anche se si attaccano ancora ad un filo di speranza. Tutto questo mentre, dopo 6 giorni di ricerche, non vi sono tracce, né di un corpo, né dell'auto con cui Filippo si è allontanato. Il fascicolo, aperto inizialmente per scomparsa di persona, si è tramutato dunque in un'inchiesta per tentato omicidio, aggravato perché commesso dal sospettato verso una ragazza con la quale aveva un legame affettivo. Da giorni cresceva la preoccupazione sul destino di Giulia. Si sapeva che le perlustrazioni, mai interrotte, lungo i fiumi e i corsi d'acqua di mezzo Nordest, erano ormai mirate a ritrovare un corpo. Molto probabilmente perché gli investigatori erano già in possesso del video delle telecamere di videosorveglianza dello stabilimento della 'Dior' a Fossò, 6 chilometri da Vigonovo, casa dei Cecchettin, situato in una strada vicino alla quale sabato notte una cella telefonica aveva agganciato il cellulare di Turetta.

 

Il video

Il filmato riprende inizialmente una colluttazione tra i due giovani e la telecamera è esattamente di fronte al marciapiede di via V Strada, dove erano state repertate macchie di sangue e tracce di capelli: Giulia viene ferita, perde sangue, cerca aiuto, gridando «mi fai male». La Fiat si sposta a quel punto in un'area adiacente a quella della prima aggressione; la ragazza tenta di fuggire dall'auto, ma viene raggiunta ancora da Filippo, che la colpisce di spalle e la fa stramazzare sull'asfalto. Per i magistrati «atti diretti a cagionanare la morte» della 22enne, «colpita nuovamente al fine di evitare che la stessa fuggisse». La vittima è a terra, sanguinante, appare inerme. Gli ultimi frame mostrano l'indagato che la carica a forza sulla Fiat Punto nera, e si dilegua nella notte. La Procura veneziana ha annunciato con una nota l'iscrizione di Turetta nel registro delle indagini. Un provvedimento firmato anche a tutela dello stesso indagato, dopo «il primo esito» delle risultanze di indagine per accertare eventuali responsabilità penalmente rilevanti«. Conseguentemente è scattata la perquisizione nell'appartamento della famiglia del 22enne.

Le indagini

Tre ore e mezzo di attività che hanno provato emotivamente Nicola Turetta ed Elisabetta Martini, in casa assieme all'altro figlio, Davide. I Carabinieri hanno visionato diverso materiale informatico e acquisito elementi che potrebbero dare uma mano nelle ricerche del giovane, supponendo sia ancora in fuga.

Secondo il legale di Filippo, Emanuele Compagno, »più che confermare la sussistenza di elementi concreti circa l'ipotesi del tentato omicidio«, la sua iscrizione nel registro »può essere un mezzo per poter fare un certo tipo di indagini più approfondite«. E dopo il primo ritratto di un Filippo che mai avrebbe potuto rappresentare un pericolo per Giulia, fatto dalla sorella di lei, Elena, oggi sono giunte altre testimonianze delle amiche dell'universitaria, che invece queste preoccupazioni le avevano colte. »Giulia - ha detto Elena - aveva confidato alle amiche di aver avuto paura di Filippo in varie occasioni, ma a me non aveva detto nulla».

Il litigio, la paura

È mattina presto, l'ora della passeggiata del cane, e Gino Cecchettin ripete come un mantra: «So che Giulia è trattenuta contro la sua volontà perchè non starebbe mai così tanto tempo senza dare notizie di sè. Dico: ritorna». Poi la realtà cambia rapidamente e quando viene a sapere che l'ex fidanzato di sua figlia è indagato per tentato omicidio, crolla. La storia senza fine dei due ragazzi scomparsi da Vigonovo, nel veneziano, e della Punto nera che vaga tra Friuli, Veneto e Alto Adige cambia di colpo, e chi è vicino a Gino parla di un padre che cede alla tensione. Dall'attesa gioiosa della laurea - sarebbe dovuta esserci ieri - alla scomparsa ed ora l'indagine per tentato omicidio e la notizia del video che apre scenari terribili. E tornano alla luce tutte le paure già espresse nei giorni scorsi.

 

L'appello

«Giulia aveva confidato alle amiche di aver avuto paura di Filippo in varie occasioni, anche se a me non aveva detto nulla» racconta la sorella Elena ricordando che in un caso alle amiche aveva detto: 'mi ha fatto veramente paura, sia per le parole che per i gesti che ha usatò, per poi minimizzare sui gesti dicendo 'ma no, non è nientè«. Parole che ora fanno riflettere, come quelle che la stessa Elena, in un momento così difficile, trova per tutte le altre ragazze che potrebbero trovarsi nella situazione di Giulia. 'Se non vi sentite sicure, vi sentite pressate e schiacciate, chiedete aiutò. Cerca di stemperare i toni il legale della famiglia, l'avvocato Stefano Tigani: »Il Procuratore ci ha avvisato prima dell'emissione del comunicato che rende nota l'indagine per tentato omicidio, un fatto che abbiamo molto apprezzato. Capisco il riserbo sulle indagini, è una vicenda complessa ed è giusto che seguano il loro percorso; noi aspettiamo anche se questo passo avanti è preoccupante. Speriamo in una soluzione nel breve - prosegue il legale - perché ogni momento che passa per la famiglia complica tutto. Finché c'è da sperare noi speriamo, e non ho nulla da commentare. Non sappiamo nulla sull'esito degli esami sulle tracce ematiche e sulle eventuali immagini di telecamere del piazzale dove sono stati visti l'ultima volta».

 

I parenti

Una voce cui si associa lo zio, Andrea Camerotto, che senza nascondere una tensione palpabile dice che l'iscrizione nel registro degli indagati di Filippo »è un atto dovuto per accelerare l'inchiesta«. In ogni caso, aggiunge quasi per darsi forza, »speriamo che Giulia sia ferita, ammaccata ma viva e che i ragazzi tornino a casa: noi siamo gente che sa perdonare«. Elena però ripete i suoi dubbi. »Ero preparata al peggio - dice -. Avevo tutti i presentimenti e si stanno confermando. Chiunque fosse loro vicino e che conosceva Giulia e Filippo sapeva che c'era qualcosa che non andava nel loro rapporto«. Per Elena, Giulia stava superando il lutto per la morte della madre, ed era pronta »a seguire i suoi sogni e lui li percepiva invece come un distacco«. Giulia »non lo voleva allontanare - spiega - ma quello di Filippo era un comportamento ossessivo. Voleva essere sempre dov'era lei». «Forse Giulia avrebbe dovuto chiudere il rapporto già nei primi mesi - conclude la ragazza tra le lacrime - perché abbiamo visto che i problemi erano nati già all'inizio della relazione. Era geloso di cose che non dovevano essere. Spero che Giulia torni, di poterla riabbracciare».

 

La segnalazione

Siamo al 16 novembre quando giunge un nuovo allarme: una segnalazione ha portato a cercare la Fiat Punto nera di Filippo - vista con certezza l'ultima volta domenica mattina, alle 9.07, tra Cortina e Dobbiaco - nella zona delle Dolomiti di Sesto, in alta Val Pusteria. Una zona conosciuta da Turetta, appassionato di montagna, che in passato aveva soggiornato nella vicina Val Fiscalina. Anche qui però le ricerche condotte da vigili del fuoco, soccorso alpino e Guardia di finanza non hanno portato a niente, e sono state sospese. Sulle strade forestali della zona non è stata trovata alcuna auto come quella di Turetta.

Il giorno della laurea

La giornata del 16 è stata segnata emotivamente dalla proclamazione delle lauree alle quali doveva partecipare anche Giulia. Doveva essere una delle prime ad essere chiamata nell'aula del Dipartimento di Ingegneria dell'informazione (Dei) di via Gradenigo, a Padova. Il suo nome è stato naturalmente stato tolto dall'elenco dei laureandi. Tra i compagni di corso l'aria era mesta: «Certo - ha detto una ragazza - tutti pensiamo a Giulia e alla sua vicenda. Cerchiamo di non farci venire brutti pensieri, e speriamo che lei e Filippo ritornino». Al termine della sessione, il presidente della commissione di laurea in Ingegneria biomedica, Stefano Tomasin, ha dedicato «un pensiero particolare a Giulia, scomparsa da alcuni giorni e che avrebbe dovuto oggi sostenere l'esame finale. La comunità dei docenti e del personale del Dipartimento si unisce a quella degli studenti, nell'augurio di avere presto lei tra i nostri neolaureati, e di vedere anche Filippo raggiungere questol traguardo».

I sospetti

La famiglia non si è mai data per vinta. Eppure, il papà e la sorella fin da subito hanno avuto la «convinzione che Giulia fosse trattenuta contro la sua volontà, perché mai si sarebbe allontanata da casa di sua iniziativa, senza dire nulla». E ci si chiedeva, insistentemente: per quanti giorni potrà restare in movimento - ammesso che lo sia ancora - la Fiat Punto di Filippo? E come si può restare invisibili a decine di squadre di ricerca che battono palmo a palmo, strade, fiumi, e vie di uscita, fino al confine con l'Austria? «Per questo - aveva sottolineato l'avvocato Tigani - auspichiamo che arrivino finalmente risultati concreti».

Il sangue e il Dna

Il padre di Filippo alle telecamere del Tg3 aveva ribadito che il figlio «non è un mostro». Davanti la casa dei Cecchettin un plotone fisso di fotografi, giornalisti, operatori delle tv. Ogni tanto la scena sussulta, perchè arriva qualche nuova segnalazione. Come quella di tre giorni fa: la scoperta di alcuni brandelli di tessuto sull'argine del fiume Muson dei Sassi, a Santa Maria di Sala (Venezia). La notizia vola di cellulare in cellulare, fino al responso degli investigatori: «negativo, non è stato trovato nulla di rilevante». Infine ci sono quelle macchie di sangue - le tracce sono ancora visibili - repertate domenica mattina nella zona industriale di Fossò, vicino da Vigonovo, dove la Fiat Punto nera di Tuertta è passata di certo, perchè un cella telefonica aveva agganciato sabato notte il cellulare del ragazzo. Lì sono puntate esattamente le telecamere di sicurezza di uno stabilimento. Ma nessuno sa ancora cosa hanno visto.

Il giorno della scomparsa

Sabato 11 novembre. Giulia Filippo scompaiono nel nulla la sera dopo aver cenato nel fast food di un grande centro commerciale a Marghera. La ragazza aveva mandato l'ultimo sms alla sorella intorno alle 22.43 - parlando di vestiti - e da quel momento né lei nè il suo ex, coetaneo, hanno più dato notizie. Entrambe le famiglie ne hanno denunciato la scomparsa la mattina dopo. Il papà di Giulia, da subito aveva manifestato un terribile presentimento. Secondo lui l'ex fidanzato di Giulia «non si era mai rassegnato alla fine di quel rapporto». Le ricerche, coordinate dai Carabinieri di Venezia, dal Veneto sono state estese anche al Friuli Venezia Giulia. Perchè gli occhi elettronici di lettura delle targhe installati in diversi comuni hanno segnalato il transito della Fiat 'Grande Puntò nera del ragazzo in provincia di Pordenone, al confine con il Veneto. Dove potessero essere diretti non lo poteva sapere nessuno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA