«È l’ennesimo caso ma sarebbe sbagliato smettere di parlarne». Le parole di Gildo Claps, fratello di elisa uccisa nel '93

«È l’ennesimo caso ma sarebbe sbagliato smettere di parlarne». Le parole di Gildo Claps, fratello di elisa uccisa nel '93
di ​Maurizio TARANTINO
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Domenica 19 Novembre 2023, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 12:02

«Educare ed intervenire rapidamente, continuando a raccontare quello che succede». Gildo Claps, fratello di Elisa, da tempo impegnato nella sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, è intervenuto a Collepasso, durante il convegno dal titolo “Codice Rosso. La voce del coraggio oltre il muro del silenzio” organizzato da Donne insieme odv, associazione presieduta dall'avvocato Marta Rossetti. Una testimonianza che ha lasciato in maniera convinta, espressa con grande determinazione, proprio nelle ore in cui c’era la conferma della tragica fine della studentessa veneta, uccisa dall’ex fidanzato.

Il caso di Giulia

Il caso di Giulia Cecchettin ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso: un epilogo che conferma l’allarme su un tema molto attuale, la violenza sulle donne. «Sì, purtroppo è così.

Tutti siamo stati in pena per la sorte della povera ragazza, il cui futuro è stato stroncato ad un passo dalla laurea. Sono stato informato immediatamente dalla giornalista Federica Sciarelli e dall’associazione Penelope. Provo un sentimento dolorosissimo perché mi ritrovo a fare le medesime considerazioni di sempre: ormai si parla tanto di prevenzione, ogni giorno, ma i risultati non sono diversi. Sembra di essere di fronte ad un muro di gomma, quasi che sia inutile parlarne. Invece ritengo che bisogna insistere perché occorre cambiare questa mentalità legata al possesso fisico tra le persone. Stiamo parlando di un ragazzo di poco più di vent’anni: è incredibile che un rapporto possa degenerare in questo modo». 


Secondo lei c’è stata una sottovalutazione dell’episodio? 
«Nelle prime battute, quando era ormai certa la scomparsa si è parlato ancora una volta di allontanamento volontario, quindi si continua a fare questo errore, ritardando gli interventi. Solo nelle ore successive è stato aperto un fascicolo per tentato omicidio. È evidente che l’attenzione debba essere tenuta altissima sin dalle prime battute, perché purtroppo la cronaca ci restituisce casi di questo tipo tutti i giorni. Ho deciso di partecipare al convegno di Collepasso, perché ovviamente è un tema a me molto caro e non mi sottraggo mai».


Come è cambiata la società nel corso di questi 30 anni? 
«Elisa è stata una delle prime vittime di femminicidio, così come si intende oggi anche se all’epoca, nel 1993 non si usava questo termine. Col passare del tempo abbiamo imparato tante cose, sia in tema di scomparse che in tema di violenza omicida. Credo che ci sia una diversa consapevolezza e diversa maturità. È evidente che un fenomeno che si può arginare solo con la formazione, con la memoria condivisa soprattutto rivolgendosi alle nuove generazioni. Per questo accetto sempre volentieri gli inviti nelle scuole».


A Potenza c’è un forte movimento d’opinione ispirato al caso di sua sorella. 
«L’esempio di questi ragazzi che si riuniscono in questi in questi giorni mi trasmette grande serenità e forza. Vedo una città diversa rispetto a quella di 30 anni fa, quindi andiamo avanti, continuiamo a fare questi incontri e parliamone quanto più è possibile perché ritengo sia fondamentale educare le nuove generazioni all’ascolto e al rispetto, in particolare verso le donne. È l’unica strada».
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