LE INDAGINI

Giulia Cecchettin «uccisa con diverse coltellate alla testa e al collo». Il corpo lasciato cadere per 50 metri in un dirupo

Le ricerche dei due ex fidanzati scomparsi da diversi giorni. Ieri la svolta grazie alle telecamere di sorveglianza e le tracce di sangue a Fossò

Giulia Cecchettin, il video dell'aggressione: calci mentre era a terra e urlava. Mandato di arresto europeo per Filippo: «Tentato omicidio»
Giulia Cecchettin, il video dell'aggressione: calci mentre era a terra e urlava. Mandato di arresto europeo per Filippo: «Tentato omicidio»

Giulia «uccisa con coltellate alla testa e al collo»

Giulia Cecchettin è stata uccisa da svariate coltellate che l'hanno colpita alla testa e al collo. È quanto emerso dall'ispezione cadaverica esterna svolta fino a pochi minuti fa dal medico legale Antonello Cirnelli, alla presenza del sostituito procuratore di Pordenone Andrea Del Missier. Secondo quanto apprende l'ANSA, la giovane presentava anche numerose ferite da difesa alle mani e alle braccia.

I genitori di Filippo: «Consegnati»

«Filippo, consegnati alle forze dell'ordine». È l'appello che la famiglia Turetta lancia tramite il proprio avvocato, Emanuele Compagno, al figlio 22enne, in fuga da una settimana e ora accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. I genitori di Filippo esprimono alla famiglia di Giulia «vicinanza e profondo dolo per una tragedia che coinvolge entrambe le famiglie» riferisce l'avvocato Compagno, contattato dall'Adnkronos. «Bisogna capire bene quello che è successo prima di trasformare lui in un mostro, come sta già avvenendo sui social; potrebbe essere stata una fatalità - conclude - magari lui non voleva farle male».

Giulia addosso aveva gli stessi vestiti del giorno della scomparsa

Al momento del ritrovamento il corpo di Giulia era vestito con gli stessi indumenti che indossava al momento della scomparsa. È anche su questi che i Carabinieri del Ris di Parma stanno compiendo i rilievi. Sul posto al momento stanno ancora operando i Carabinieri di Pordenone, comandati dal col. Roberto Spinola, il personale del Comando provinciale di Venezia con il comandante Generale di Brigata Nicola Conforti; i medici legali incaricati dalla Procura di Venezia e dalla Procura di Pordenone, il sostituto procuratore Andrea Del Missier della Procura di Pordenone e il sostituto di Venezia, titolare del fascicolo, Andrea Pedroni.

Il corpo di Giulia lasciato cadere per 50 metri

L'ha abbandonata al bordo della strada e l'ha lasciata rotolare lungo un dirupo per una cinquantina di metri, fino a quando il corpo di Giulia si è fermato in un canalone. È la ricostruzione fatta dalle forze dell'ordine di quanto avrebbe fatto Filippo Turetta. La strada dove è stata trovata Giulia nel periodo invernale viene chiusa fino al 15 aprile, perché impraticabile. Circostanza che, viene fatto notare, non è detto che il giovane sapesse. Il corpo è stato trovato da un'unità cinofila della Protezione civile ed è ancora sul posto per consentire ai Carabinieri del Ris di ultimare i rilievi.

Soltanto grazie a una serie di eventi fortuiti il corpo di Giulia è stato trovato oggi: la telecamera all'ingresso di Piancavallo è rimasta in manutenzione per 4 giorni ma ha comunque registrato i transiti, trasmettendoli al sistema operativo una volta riaccesa e facendo così scattare l'allarme. Se non lo avesse fatto è probabile che il corpo, qualora si fosse conservato sotto la neve, sarebbe stato eventualmente trovato ad aprile, quando cioè sarebbe stata riaperta la strada che viene interdetta al traffico nel periodo invernale. A trovare Giulia è stato un cane della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, che l'ha individuata sotto il piano stradale in una zona così impervia che per recuperare il corpo sarà necessario l'intervento di una squadra speleo-alpino-fluviale di Pordenone.

Ricerche in corso in Carinzia (Austria)

Le ricerche dell'ex fidanzato di Giulia Cechettin, che è stata ritrovata morta oggi, sono in corso anche in Austria, in Carinzia. Lo riferisce il quotidiano austriaco 'Kronen Zeitung'. La Fiat Grande Punto di Filippo Turetta infatti avrebbe attraversato il confine a Tarvisio e avrebbe proseguito via Villach fino a Lienz. «Due giorni fa - scrive il quotidiano - il veicolo sarebbe stato localizzato in Carinzia. La polizia italiana ha immediatamente informato i colleghi austriaci».

Il Procuratore: disporremo l'autopsia

«È chiaro che prima o poi verrà ritrovato, è molto meglio che nel suo interesse si consegni. Abbiamo avuto degli avvistamenti ancora in area montana dopo Cortina però questi aspetti ormai sono marginali». Lo ha detto ad Antenna 3 del Veneto il Procuratore della Repubblica di Venezia, Bruno Cherchi su Filippo Turetta, indagato per la morte di Giulia Cecchettin. «Ciò che ha cambiato l'impostazione dell'indagine - ha spiegato - è il ritrovamento del corpo; quindi adesso faremo tutti gli accertamenti del caso, sarà disposta un'autopsia per accertare esattamente le cause della morte e quindi quegli accertamenti che sono 'tutelatì ed è in questo quadro che ritengo opportuno che ci sia una sua versione dei fatti». 

 

Schlein a Meloni: «Basta scontri su mattanza donne, una legge per agire nelle scuole»

«Nei mesi scorsi e anche negli ultimi giorni, dopo le parole di Paola Cortellesi, mi sono rivolta alla Presidente del Consiglio Meloni, e pure oggi dico: almeno sul contrasto a questa mattanza di donne e di ragazze, lasciamo da parte lo scontro politico e proviamo a far fare un passo avanti al Paese». Lo dice la segretaria del Pd Elly Schlein. «Non basta la repressione se non si fa prevenzione. Approviamo subito in Parlamento una legge che introduca l'educazione al rispetto e all'affettività in tutte le scuole d'Italia. Mi rivolgo anche alle altre forze politiche, la politica su questo non si riduca a dichiarazioni e riti ripetuti».

Da inizio anno 83 femminicidi in Italia da inizio anno

Sono 83 i femminicidi commessi in Italia da inizio anno, quasi uno ogni quattro giorni. Con il presunto omicidio di Giulia Cecchettin, la ragazza scomparsa in ormai da quasi una settimana insieme con il suo ex fidanzato, si allunga dunque la lista delle donne uccise in ambito familiare. Stando ai dati diffusi dal Viminale - e aggiornati al 12 novembre scorso - in Italia sono stati registrati in totale 285 omicidi, con 102 vittime donne, di cui 82 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 53 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner.

Con l'omicidio in Veneto, il numero totale delle vittime femminili raggiunge quota 103, due in più rispetto allo scorso anno, mentre i femminicidi passano dagli 88 del 2022 agli 83 del 2023. In aumento, invece, il numero degli omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 51 diventano 54. Numeri drammatici che non risparmiano alcuna regione, dal Piemonte alla Campania, dal Trentino alla Sicilia.

Il procuratore di Venezia: Filippo costituisciti

Un appello a Filippo Turetta, il giovane accusato dell'omicidio di Giulia Cecchettin, è stato fatto dal procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi. «È un appello - ha spiegato ai giornalisti - al ragazzo affinché si costituisca e possa dare la propria versione dei fatti» ha detto Cherchi ai microfoni del Tg1. «Speravamo di non dover dare questa notizia - ha aggiunto, rifendosi al ritrovamento del corpo di Giulia - ma la ricostruzione dei fatti che potrebbe fare Turetta sarebbe molto importante, anche per lui stesso. Per questo ribadisco: non continui questa sua fuga e si costituisca».

I legali della famiglia: «Trovata Giulia, ora è il momento del dolore»

«Adesso è il momento del dolore e di stringersi attorno alla famiglia. Il lavoro degli investigatori ha portato intanto a ritrovare Giulia. Ora è anche il momento di individuare le responsabilità e le dinamiche di questa vicenda, per le quali ci affidiamo ancora alle forze dell'ordine». Lo ha detto poco fa, in una breve dichiarazione davanti alla villetta dei Cecchettin, l'avvocato Stefano Tigani che, con l'associazione Penelope, sta assistendo la famiglia.

La svolta dalla telecamera di Piancavallo

La svolta nelle indagini è arrivata giovedì mattina in maniera del tutto casuale quando la telecamera che registra il passaggio dei veicoli all'ingresso dell'area turistica di Piancavallo è stata riaccesa dopo quattro giorni in cui non era operativa per manutenzione.

Il software aveva tuttavia continuato a registrare i passaggi, pur senza trasmetterli al sistema operativo. Alla riaccensione, dunque, è scattato l'alert per il transito dell'automobile di Filippo. Trattandosi di una zona completamente periferica e per la quale Filippo aveva fatto una deviazione anomala rispetto al successivo rilevamento, alla diga del Vajont, gli investigatori hanno immediatamente iniziato a battere palmo a palmo i dodici chilometri di strada che separano Piancavallo dal lago di Barcis, dove già si era concentrata l'attenzione dei Carabinieri

Chiusa al traffico la strada dove è stata ritrovata Giulia

Il corpo è stato ritrovato in un canalone lungo la strada che dal lago di Barcis conduce alla stazione turistica di Piancavallo (Pordenone), in località Pian delle more. La zona è stata completamente interdetta al traffico per un tratto di circa otto chilometri, in attesa dell'arrivo del pm di Venezia e del medico legale, Antonello Cirnelli. Quest'ultimo al suo arrivo eseguirà subito una prima ispezione esterna del cadavere. L'intera zona è sorvolata dagli elicotteri per verificare la presenza eventuale dell'auto di Filippo, la Punto di colore nero. Gli elicotteri stanno scandagliando l'intera area della Valcellina e, ovviamente, del lago di Barcis.

Corpo trovato seguendo tracce auto Filippo

Le ricerche che hanno portato al rinvenimento del cadavere di Giulia Cecchettin, erano riprese oggi nella zona del lago di Barcis non su un imput specifici, ma seguendo la procedura di controlli, anche dopo esiti inizialmente negativi, seguita dagli investigatori. La zona di Barcis si trova infatti lungo la direttrice che avrebbe seguito nella fuga - tracciata dai varchi elettronici - la Fiat Punto nera di Filippo Turetta.

 

La Fiat Punto di Filippo mercoledì in Austria

È stato confermato il passaggio della Fiat Punto di Filippo Turetta in Austria. La vettura, mercoledì scorso, è stata registrata dal targa-system a Lienz, nel Tirolo orientale. Lo apprende l'ANSA da fonte qualificata in conferma di una notizia anticipata da Il Messaggero. Nessuna traccia, invece, per il momento ancora di una presenza anche in Alto Adige, che dista infatti solo pochi chilometri da Lienz.

Il cadavere ritrovato è di Giulia Cecchettin

È di Giulia Cecchettin il cadavere della giovane donna ritrovato nei pressi del lago di Barcis. Lo conferma la procura di Venezia. Il corpo era in un canalone tra il lago di Barcis e Piancavallo, in provincia di Pordenone, più precisamente in località Pian delle More. Sul posto si sta portando il pm di turno, Andrea del Missier.

 

 

Trovato cadavere di una donna nel lago di Barcis

Il corpo di una giovane donna è stato trovato stamane dai vigili del fuoco nella zona di Barcis, in provincia di Pordenone, durante le ricerche di Giulia Cecchettin. Lo apprende l'ANSA da fonti qualificate. È in corso il riconoscimento per accertare se la salma sia effettivamente quello della giiovane scomparsa da una settimana assieme all'ex fidanzato Filippo Turetta.

L'avvocato di Filippo: cellulare onine non prova sia vivo

Il cellulare di Filippo Turetta, il giovane sul quale da ieri pende un mandato di cattura internazionale per il tentato omicidio di Giulia Cecchettin, risulta essere ancora on line. Questo però non significa che il giovane lo abbia usato, o lo stia usando. Il telefono risulta infatti disattivato, ma proprio per ragioni di server, può ricevere messaggi anche WhatsApp. Il mittente vede semplicemente la doppia spunta grigia, conferma (come avviene per le Pec) che il server di Meta ha messo a disposizione per il messaggio al destinatario. È questa la spiegazione che l'avvocato di Filippo, Emanuele Compagno, ha dato oggi rispetto a notizie di stampa su una presunta attività del telefono del 22enne, scomparso assieme all'ex fidanzata da 7 giorni. Così come i genitori del ragazzo avevano provato a inviargli dei messaggi, senza avere risposta, anche la sorella di Giulia, Elena ha tentato in questi giorni di inviare messaggi al numero whattsapp di Filippo, avendo però solo la conferma che questi venivano "recapitati", non letti (doppia spunta verde).

Video

 

Previste ricerche anche con i droni

È previsto l'arrivo in mattinata anche di droni e cinofili per le ricerche dei ragazzi veneti scomparsi da una settimana. Ricerche che sono riprese, nella zona del lago di Barcis (Pordenone), alle 7. L'attività, coordinata dalla Prefettura, viene svolta dal comando provinciale dei Vigili del fuoco sul posto con personale specializzato nella ricerca persone. Ci sono squadre speleo-alpino-fluviali e sommozzatori. La ricerca - apprende l'ANSA - non è legata a puntuali elementi ma al fatto che il lago si trova lungo la direttrice seguita dalla vettura, nella notte tra sabato e domenica scorsi, dopo l'aggressione, ripresa dalle telecamere di un'azienda, da parte di Filippo ai danni di Giulia, che sarebbe avvenuta nella zona industriale di Fossò (Venezia). Oltre al lago di Barcis, le verifiche sono state estese - anche grazie all'utilizzo di un elicottero - anche all'impervia strada secondaria che collega con la località turistica del Piancavallo e lungo l'intera strada regionale 251, fino alla diga del Vajont e al confine con il Veneto.

Iniziato il settimo giorno di ricerche

È iniziato il settimo giorno di ricerche di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta, i due giovani scomparsi da sabato sera. Le operazioni ricalcano lo schema di ieri lungo l'asse, tra Veneto e Friuli, che va da Dolo e quindi dal fiume Brenta al lago di Barcis. Vigili del fuoco, Carabinieri e una settantina di volontari della Protezione civile si sono suddivsii gli incarichi con cani molecolari e sommozzatori pronti ad entrare in azione nel caso di tracce rilevanti. In particolare i Vigili del fuoco ispezionano corsi d'acqua e laghi con i volontari della Protezione civile che controllano gli argini. È atteso anche l'utilizzo dell'elicottero dei pompieri di stanza all'aeroporto "Marco Polo" di Venezia.

 

di Gianluca Amadori

«Gli elementi che abbiamo raccolto dicono che c'è stata un'aggressione. Abbiamo un video che riprende l'aggressione: è sulla base di questo video e delle tracce di sangue rinvenute a Fossò che abbiamo deciso di iscrivere il nome del ragazzo sul registro degli indagati». È stato il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi, nella tarda mattinata di ieri, dopo aver diffuso un comunicato stampa, a fornire la rilevante novità sulle indagini relative alla scomparsa di Giulia Cecchettin, di Vigonovo, e dell'ex fidanzato Filippo Turetta, di Torreglia, entrambi ventiduenni, di cui non si hanno più notizie da sabato scorso. Per il giovane c'è anche un mandato d'arresto europeo: il Mae è stato firmato dalla Procura di Venezia in base agli esiti delle ricerche. Cherchi non ha voluto entrare nei dettagli delle modalità dell'aggressione («Non ho visto il video») ma ha spiegato che nel piazzale in via Quinta Strada, a Fossò, oltre a tracce di sangue sono stati rinvenuti capelli e un pezzo di scotch: reperti sui quali il pm che coordina le indagini, Andrea Petroni, disporrà la prossima settimana una perizia per accertare a chi appartengano. Se lo scotch sia stato utilizzato, e con quale finalità, ancora nessuno è in grado di dirlo.

LE INDAGINI

L'iscrizione di Filippo sul registro degli indagati, con l'ipotesi di tentato omicidio, servirà anche ad offrire le necessarie garanzie alla difesa, che potrà partecipare alla perizia, ha precisato il procuratore. Al ragazzo è stato nominato un legale d'ufficio, l'avvocato Emanuele Compagno.
Fino a ieri non era emerso alcun riferimento ad atti di violenza (a parte un litigio tra i due a cui aveva assistito un residente), anche se dopo così tanti giorni di silenzio erano in pochi a credere che Giulia si fosse allontanata volontariamente assieme all'ex fidanzato. Ora le immagini di quel video che ritraggono l'aggressione di Filippo ai danni di Giulia, riprese dalle telecamere della sede di Christian Dior, offrono una prospettiva più chiara e preoccupante.
Gli investigatori non azzardano ipotesi su quanto sia accaduto dopo l'aggressione avvenuta sabato a Fossò.

Nessuno si sbilancia: «Cerchiamo di fare le cose per bene, ci basiamo sugli elementi raccolti. L'urgenza è di trovare i due ragazzi», precisa il procuratore, non nascondendo la forte tensione di questi giorni, dovuta anche alla pressione dei mezzi d'informazione che, a livello nazionale, stanno dedicando al caso. Facendo il punto sulle ricerche, Cherchi ha indicato nella giornata di domenica l'ultimo rilevamento della vettura di Filippo, ad Ospitale di Cortina, grazie alle immagini di alcune telecamere: «Le operazioni sono concentrate principalmente nelle province di Venezia, Treviso, Pordenone e Belluno. In Austria? Non sono sicuro». A Lienz risulterebbe un avvistamento risalente a mercoledì, sul quale si stanno cercando riscontri.

 

L'APPELLO

«Se i due ragazzi sono assieme, facciano avere loro notizie - è l'appello lanciato dal procuratore di Venezia - Se Filippo è da solo si faccia sentire, spieghi cos'è successo: potrebbe essere utile anche a lui». Ieri, alla ricerca di elementi utili alle indagini, gli investigatori hanno eseguito una perquisizione nell'abitazione dove lo studente ventiduenne abita con i genitori, alla presenza dell'avvocato Compagno, sequestrando materiale che ora dovrà essere analizzato: la speranza è quella di trovare qualche spunto in grado di offrire spiegazioni alla scomparsa, ma anche di indicare un luogo nel quale il ragazzo potrebbe essersi diretto.

Finora gli investigatori non hanno raccolto alcuna indicazione relativa ad amici o conoscenti dai quali Filippo potrebbe essersi recato, ha puntualizzato Cherchi. I cellulari dei due ragazzi non emettono alcun segnale da domenica e dunque gli inquirenti confidano in un colpo di fortuna: un posto di blocco o la segnalazione di qualche cittadino che consentano di porre fine all'angosciante attesa di troppi giorni.

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