Funivia Mottarone, il legale di Gabriele Tadini: «Non pensava potesse succedere»

Funivia Mottarone, il legale di Gabriele Tadini: «Non pensava potesse succedere»
Funivia Mottarone, il legale di Gabriele Tadini: «Non pensava potesse succedere»
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Venerdì 28 Maggio 2021, 12:52

Il responsabile del servizio della funivia del Mottarone Gabriele Tadini «non ci pensava lontanamente che potesse succedere». Lo ha spiegato il suo legale, Marcello Perillo entrando al Palazzo di Giustizia di Verbania. Tadini è tra i fermati per l'incidente della funivia del Mottarone. «Che lui sapesse delle conseguenze così gravi ho qualche dubbio», ha aggiunto il legale confermando comunque che il suo assistito ha ammesso «la questione del forchettone, ma da lì al disastro e alla rottura della fune è tutto da vedere». Il legale è pronto a nominare dei suoi consulenti tecnici.

«È molto provato e distrutto».

Aggiunge Perillo dopo un incontro in carcere che ha avuto ieri. L'avvocato ha spiegato ai cronisti che tornerà ad incontrarlo nel pomeriggio. «Lui si è sempre rifugiato nella fede e mi ha detto 'sono nelle mani di Dio per tuttò».

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«Accertare fatti in tribunale»

«I fatti si accertano nelle aule del Tribunale». Così hanno detto due collaboratori dell'avvocato Pasquale Pantano, difensore di Luigi Nerini, titolare delle Ferrovie del Mottarone, lasciando il Palazzo di Giustizia di Verbania. I due collaboratori del difensore di Nerini sono usciti dal Tribunale di Verbania dove presumibilmente sono entrati in mattinata per ritirare gli atti che hanno portato al fermo per omissione dolosa di cautele aggravata dal disastro di Nerini e del direttore di esercizio Enrico Perocchio e del responsabile dell'impianto Gabriele Tadini. Recupero di atti alla vigilia degli interrogatori fissati per domani in carcere a Verbania davanti al gip Donatella Banco Buonamici. I pm hanno chiesto la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere. «Non possiamo rilasciare dichiarazioni - hanno spiegato i legali - ha già detto tutto ieri l'avvocato Pantano, i fatti si accettano nelle aule del Tribunale». Oggi anche i legali degli altri due fermati sono 'in visità al Palazzo di Giustizia per prendere contatto coi magistrati e ritirare gli atti.

 

Aperta camera ardere per Roberta Pistolato e Angelo Vito Gasparro

È aperta dalle 9 di stamattina, nell'androne di ingresso del Comune di Triggiano (Bari) la camera ardente per Roberta Pistolato, 40 anni, e Angelo Vito Gasparro, 45 anni, la coppia deceduta nell'incidente alla funivia di Stresa Mottarone, in Piemonte. Le salme sono arrivate nella notte nella cittadina del Barese della quale le due vittime erano originarie, accompagnate dai genitori di Roberta Pistolato. La camera ardente è stata allestita su iniziativa del sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli, che ha predisposto percorsi differenziati per entrare e uscire, nel rispetto delle norme Covid. Al momento all'interno dell'androne comunale ci sono i familiari di Angelo Vito Gasparro. Le salme, alle 15, saranno spostate nel cimitero di Triggiano dove, all'aperto, si terrà la cerimonia funebre secondo il rito dei testimoni di Geova, che a quanto si apprende sarà officiata dallo stesso ministro che ha celebrato il matrimonio della coppia nel 2012.

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