Caso doping di Stato in Russia, quel laboratorio in cui tutto veniva insabbiato

Yulia Rusanova, moglie del direttore del Laboratorio di Mosca
Yulia Rusanova, moglie del direttore del Laboratorio di Mosca
di Francesca Monzone
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Sabato 21 Novembre 2015, 10:19 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 21:14
Una storia che sembra uscita da un film di spionaggio tra agenti segreti russi ed europei. Invece questa è la realtà e tutto nasce nel Laboratorio antidoping russo di Mosca dove le prove vengono insabbiate per non far scoprire quello che realmente accade. In quel centro, da quanto viene accusato dalla Wada, di legale non c’è praticamente nulla.



Tanti i personaggi implicati in questa storia primi tra tutti spuntano i nomi di Grigory Rodchenko, il direttore del centro antidoping russo, la Rusada, e Vitaly Stepanov con sua moglie Yulia Rusanova. Le accuse mosse nei confronti del Laboratorio di Mosca sono pesantissime perché si parla della distruzione di circa 1500 campioni risultati positivi ai controlli e non segnalati alle autorità internazionali. Le alterazioni delle analisi e la relativa sostituzione con campioni puliti non riguarda solo l’ultimo quadriennio, in cui a finire nell’occhio del ciclone sarebbero anche i risultati delle Olimpiadi di Londra del 2012. Si parla di un periodo di almeno 11 anni durante i quali sarebbe stata alterata tutta la storia dell’atletica mondiale.



Adesso ci sarà una squadra formata da polizia internazionale che si occuperà delle indagini e avrà la sua base in Francia. Si parla, in questa brutta storia, di bustarelle date al ministro dello sport russo per aver chiuso gli occhi sui tanti casi di doping cancellati e di farmaci come l’Epokrin 2000 che si può acquistare al prezzo di 3.925 rubli e che ti viene direttamente consegnato a casa dalla farmacia senza alcuna ricetta come fosse una pizza a domicilio. Ci sono state indiscrezioni da parte di alcuni atleti che si sono allenati in Portogallo sotto falso nome per sfuggire ai controlli e che prendevano con regolarità sostanze dopanti.



Qualcuno parla del 90% degli atleti positivi. Poi escono i nomi degli allenatori che somministravano consapevolmente le sostanze agli atleti e tra questi spiccano i nomi di Oleg Popov e Sergey Portugalov responsabile della squadra olimpica, ma anche Alexei Melnikov che si occupa degli atleti della pista. Ecco come venivano alterati i risultati. Quando nei Laboratori della Rusada arrivavano campioni positivi appartenenti ad atleti medagliati, possibili vincitori e giovani promesse, venivano segnalati come errori e poi ripetuti con campioni di altri. In questo progetto dagli aspetti estremamente torbidi non si parla però solo di atletica: c'è anche nuoto, ciclismo e sci nordico.



Tra le figure chiave abbiamo citato la coppia Vitaly Stepanov con sua moglie Yulia Rusanova.
Lui veniva interpellato anche per semplici consigli dal ministro dello sport russo e invece di combattere lo sport sleale per anni lo ha coperto personalmente e per anni è stato anche docente girando il mondo e spiegando come certi atteggiamenti devono essere combattuti. Yulia Rusanova, invece, è stata una campionessa russa degli 800 metri capace di vincere grandi gare prima di essere, anche lei, squalificata e sospesa per aver alterato il passaporto biologico nel 2011 ai campionati del mondo di Daegu, in Corea.