Consultazioni, cosa sono e come funzionano i colloqui con Mattarella per la formazione del governo

Si tratta di una prassi istituzionale consolidata. Oggi verranno ricevute le opposizioni, domani la maggioranza

Consultazioni, cosa sono e come funzionano i colloqui con Mattarella per la formazione del governo
Consultazioni, cosa sono e come funzionano i colloqui con Mattarella per la formazione del governo
di Fausto Caruso
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Giovedì 20 Ottobre 2022, 10:32 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 10:02

Al via oggi le consultazioni che porteranno alla formazione del nuovo governo. Il Presidente della Repubblica riceverà le delegazioni di tutti i partiti e poi deciderà a chi conferire l’incarico di presidente del Consiglio. Oggi, 20 ottobre, dopo i colloqui con i neoletti presidenti di Senato (Ignazio La Russa) e Camera (Lorenzo Fontana), verranno sentiti tutti i gruppi di opposizione, mentre domani, 21 ottobre, sarà la volta della delegazione di maggioranza che si presenterà unita da Mattarella. Ma cosa sono e come funzionano esattamente le consultazioni?

La prassi

Il primo punto da mettere in chiaro è che tali colloqui non sono previsti da alcuna legge, né dalla Costituzione, che all’articolo 92 si limita ad affermare: «Il presidente della Repubblica nomina il presidente del Consiglio e, su proposta di questi, i ministri». Le consultazioni rientrano nelle cosiddette “consuetudini costituzionali”, ovvero in quella prassi istituzionale che si è consolidata a partire dalla nascita delle Repubblica.

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Tale prassi prevede che prima di conferire l’incarico di formare un governo, il Capo dello Stato convochi gli ex Presidenti della Repubblica (in questo caso il presidente emerito Giorgio Napolitano verrà sentito al telefono a causa delle sue condizioni di salute), i presidenti delle Camere e poi le delegazioni di tutti i partiti, composte dal segretario e dai capigruppo di Camera e Senato. L’obiettivo è quello di sondare la disponibilità delle formazioni politiche a sostenere una certa guida per l’esecutivo, in modo che il presidente possa conferire l’incarico di formare un governo alla persona che ritiene in grado di ottenere e mantenere la più ampia maggioranza possibile in Paralamento.

L’incarico

Le consultazioni si concludono quindi con il conferimento dell’incarico di presidente del Consiglio alla persona indicata dalla maggioranza dei partiti, che in questo caso sarà Giorgia Meloni. L’incaricata potrà scegliere se accettare con riserva, e quindi procedere a un proprio giro di consultazioni prima di riferire di nuovo al Quirinale, oppure immediatamente. Una volta sciolta la riserva, il presidente del Consiglio incaricato torna dal Presidente della Repubblica con la lista dei ministri, che quest’ultimo dovrà approvare per poi procedere alla nomina. Il margine di manovra che il Capo dello Stato ha durante queste procedure varia a seconda del quadro politico. Nella situazione attuale, con una maggioranza ben delineata, Mattarella non potrà esimersi dall’incaricare il nome che verrà indicato dalla delegazione di centrodestra (quindi Meloni). Se la situazione in Parlamento fosse stata più frammentata, come accaduto nelle scorse legislature, il presidente avrebbe potuto conferire il mandato alla personalità, anche esterna al Parlamento, che avesse ritenuto in grado di tenere insieme le forze politiche, esattamente quello che è accaduto nel febbraio 2021 con Mario Draghi. In condizioni ancora più complesse, che possono preludere allo scioglimento delle Camere, il Capo dello Stato può anche conferire, come extrema ratio, un “mandato esplorativo” per verificare l’esistenza di una possibile maggioranza.

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Dopo la nomina e il giuramento il nuovo governo entra in carica, ma per essere nel pieno delle sue funzioni deve prima ottenere la fiducia dei due rami del Parlamento, cosa che deve avvenire per legge entro dieci giorni dalla nomina, ma di solito ne bastano due o tre.

Vista l’ampia maggioranza, si può ipotizzare che l’incarico possa essere conferito direttamente la sera di venerdì 21 ottobre al termine delle consultazioni. Di lì la nomina potrebbe avvenire già domenica, cosicché il governo Meloni possa avere la fiducia entro martedì o massimo mercoledì della prossima settimana.

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