Mattarella: «Governo neutrale fino a dicembre oppure voto in estate-autunno. Partiti responsabili». No di M5S e Lega

Governo del Colle, no M5S e Lega
Governo del Colle, no M5S e Lega
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Lunedì 7 Maggio 2018, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 12:42

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al termine del nuovo giro di consultazioni, si appella alla responsabilità dei partiti per dar vita a un governo neutrale che lavori fino al 31 dicembre, anche per varare la legge di bilancio. Se fosse bocciato alle Camere - spiega il presidente - si andrà al voto subito, a luglio o in autunno. Il capo dello Stato non si è sbilanciato sulla preferenza delle due date, elencandone i pro e i contro. Le parole di Mattarella non cambiano la linea adottata dal M5S e dalla Lega, che subito dopo ribadiscono: al voto a luglio. 

 



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Mattarella. «È doveroso dar vita a un nuovo governo. Non si può attendere», ha affermato il presidente della Repubblica al termine del nuovo giro di consultazioni. «Laddove tra i partiti non si raggiungesse alcuna intesa» per un governo politico nei prossimi mesi «il governo neutrale dovrebbe concludere la sua attività a fine dicembre per andare subito dopo a elezioni», ha detto ancora Mattarella.

«Non esiste una maggioranza con la sola lega e i 5 Stelle e si è rivelata impraticabile una maggioranza M5s con Pd ed è stata sempre affermata da entrambe le parti l'impossibilità che il centrodestra e Pd. Tutte queste indisponibilità mi sono state confermate questa mattina», ha sottolineato il capo dello Stato. «Laddove tra i partiti non si raggiungesse alcuna intesa» per un governo politico nei prossimi mesi «il governo neutrale dovrebbe concludere la sua attività a fine dicembre per andare subito dopo a elezioni», ha continuato il capo dello Stato.

«L'ipotesi alternativa è indire nuove elezioni subito ma non vi sono tempi per il voto entro giugno, si potrebbero svolgere in piena estate ma finora è stato evitato, perché per gli italiani è difficile esercitare il voto», ha affermato ancora il presidente della Repubblica che ha poi detto che si potrebbe votare in autunno ma l'ipotesi lo preoccupa.

«Mi compete far presente alcune preoccupazioni - ha quindi precisato Mattarella -: che non vi sia tempo per approvare dopo il voto la legge di bilancio entro fine anno con l'aumento dell'Iva e con gli effetti recessivi che questa tassa comporterebbe e il rischio di esporre la situazione finanziaria».

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«Sarebbe la prima volta che il voto popolare non viene utilizzato e non produce alcun effetto. Scelgano i partiti con il loro libero comportamento e nella sede propria parlamentare. Cerchino una maggioranza politica per un governo neutrale entro l'anno oppure nuove elezioni subito, in autunno o nel mese di luglio», ha detto ancora Mattarella. «Mi auguro che dalle forze politiche giunga una risposta positiva nella assunzione di responsabilità per l'Italia», nel rispetto della volontà popolare. 

«Dai partiti fino a pochi giorni a dietro è venuta più volta la richiesta di tempo per raggiungere intese. Può essere utile che si prendano ancora tempo per far maturare una maggioranza politica per una maggioranza di governo. Ma nel frattempo consentano che nasca con la fiducia un governo neutrale, di servizio. Laddove si formasse nei prossimi mesi una maggioranza parlamentare si dimetterebbe con immediatezza per un governo politico», ha proseguito Mattarella.

Il no di Lega e M5S. «È fondamentale che il voto degli italiani sia rispettato. Quindi o un governo del centrodestra, oppure elezioni il prima possibile, per la prima volta in estate. Non c'è tempo da perdere, non esistono governi tecnici alla Monti, contiamo che Berlusconi mantenga la parola data e abbia la nostra stessa coerenza, poi gli italiani ci daranno la maggioranza assoluta e cambieremo l'Italia da soli», ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini. «Si vada al voto a luglio», filtra invece dai vertici del Movimento.

Forza Italia. «Abbiamo ascoltato con attenzione e rispetto le parole del presidente Mattarella. Forza Italia è rispettosa del voto degli italiani e si riconosce nel centrodestra unito valuterà all'interno della coalizione le posizioni da assumere. Siamo pronti come sempre al voto in ogni momento ma riteniamo che il voto in estate non sia adatto per garantire la partecipazione come sottolineato anche da Mattarella». Lo afferma Maria Stella Gelmini, vice capogruppo di FI.


Meloni. «Non serve un governo neutrale ma uno capace di schierarsi con gli italiani. E Mattarella sa bene che nessun governo è neutrale. Non ci è chiaro perché voglia verificare se un governo di sua emanazione abbia o meno la fiducia ma non abbia voluto verificare se chi ha vinto le elezioni riuscisse a trovare quella stessa fiducia. Il tabù di dare l'incarico al c.destra è incomprensibile e non condivisibile. Non ci saranno i voti di FdI per un altro governo nato nei laboratori del Quirinale». Lo dichiara il presidente di FdI Giorgia Meloni.

Pd. «Condividiamo il richiamo alla responsabilità del presidente Mattarella e ci auguriamo che venga ascoltato da tutte le forze politiche in queste ore. Il Pd non farà mancare il suo sostegno all'iniziava preannunciata ora dal presidente». Lo afferma il segretario reggente del Partito democratico, Maurizio Martina. 

Le consultazioni. Il centrodestra resta unito: sembra sfumare il governo, riproposto da Luigi Di Maio ancora questa mattina al Quirinale, di M5s e Lega. «Sono disponibile a fare un governo di centrodestra, Mattarella ci dia modo di trovare una maggioranza», è l'ultimo appello di Matteo Salvini. Ma la salita di M5s, centrodestra e Pd al Colle per l'ultimo giro di consultazioni, consegna per ora una fumata nera che potrebbe portare dritti verso le elezioni. E il Quirinale non avrebbe escluso che a questo punto si voti già all'inizio di luglio. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che dovrebbe parlare già questa sera dopo le 19, al termine dell'ultimo giro di consultazioni con i gruppi parlamentari, farà nei prossimi giorni le sue scelte. In serata al Colle il presidente della Camera, Roberto Fico, e del Senato, Elisabetta Alberti Casellati.

Sembra escluso che conceda al centrodestra di andare a cercare i voti, che sulla carta non ci sono, per un sostegno a un governo Salvini in Parlamento. Sfumate le possibilità di un accordo per un governo politico, rimarrebbe dunque sul tavolo lo scenario di un governo «di tregua», neutrale, con un premier indicato dal capo dello Stato, che cerchi di arrivare all'inizio del 2019, assicurando il varo della manovra in autunno, evitando l'aumento dell'Iva.

Di Maio, dicendosi convinto ci siano margini ancora per un governo politico, dice fin d'ora «no a governi tecnici». Ma, se il veto di M5s e Lega a governi del presidente dovesse essere confermato, serve un governo per traghettare verso il voto, che a questo punto potrebbe essere a luglio o ottobre. Viene esclusa la possibilità che possa essere Paolo Gentiloni a guidare il percorso sia perché non sarebbe il caso di far gestire un passaggio così delicato da un governo dimissionario, sia perché Gentiloni potrebbe essere il candidato premier del Pd.

In mattinata al Colle salgono prima i Cinque stelle, poi il centrodestra, infine il Pd: mentre Di Maio parla, rilanciando la proposta di un'intesa con la Lega con un premier terzo, a Palazzo Grazioli si conclude un vertice mattutino che, dopo le tensioni di domenica, conferma - formalmente - l'unità della coalizione. Salvini, con al fianco un Silvio Berlusconi imbronciato ma compito, invoca un incarico per sé, senza altre subordinate. Ma non ci sono i margini per alcun governo politico, secondo la delegazione del Pd. Maurizio Martina riunisce tutti i «big» del partito, senza Renzi, al Nazareno, prima di salire al Colle. Poi punta il dito contro M5s e centrodestra per il «gioco dell'oca» messo in «scena» fino a oggi e assicura il sostegno «fino in fondo» allo sforzo per un governo di Mattarella. Serve un premier «super partes», dice Martina. Ma per ora, nell'attesa che nel pomeriggio sfilino al Colle i piccoli gruppi, il Pd è l'unico partito a dirlo. 


Nel pomeriggio dopo essere saliti al Colle vertice a tre, al gruppo della lega alla Camera, tra Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti e Luigi Di Maio. Senza governo politico al voto l'8 luglio, dice poi Salvini.

Salvini. «Come promesso lavorerò per dare un governo al paese e fino all'ultimo cercherò di far cadere i veti dall'una e dall'altra parte. Se questo non dovesse avvenire la data più vicina per votare è domenica 8 luglio. Sulla data è d'accordo anche Di Maio», ha sottolineato il leader della Lega lasciando Montecitorio.

«Io aspetto sempre che ci sia qualche novità per poter dare vita all'incarico che ho chiesto al Presidente Mattarella, perché ho chiesto i voti per governare e non per votare e rivotare. Se ci fossero ancora i veti incrociati che a oggi ancora ci sono, la cosa più seria da fare, invece di inventarsi governi alla Monti o alla Fornero, è andare dagli italiani il prima possibile. Non è quello per cui stiamo lavorando», ha detto ancora Salvini. «Se tutti rimanessero fermi sulle loro posizioni, se Di Maio continua a dire no a Berlusconi e se Berlusconi continua a dire no a Di Maio, tempo da perdere non ce n'è e la parola torna agli italiani. La data di domenica 8 luglio è quella più vicina», rimarca il segretario della Lega.

Di Maio. «Alle elezioni sono sicuro che ancora una volta gli italiani ci sorprenderanno, ma tutti i partiti si dovranno assumere la responsabilità di aver pensato ai loro interessi. Noi da oggi ci mettiamo in campagna elettorale e andiamo a raccontare questi due mesi di bugie», ha detto il leader del M5S Luigi Di Maio che sottolinea: «Vi chiedo un grande sacrificio ad andare a votare ma io chiedo ai cittadini di mandare il M5S al governo visto che i partiti non lo hanno voluto».


 


«Oggi ancora una volta il centrodestra di Salvini e Berlusconi si è ripresentato a chiedere un mandato per cercare i voti in Parlamento. Cioè Salvini ha scelto ancora una volta Berlusconi, ma soprattutto di formare un governo dei voltagabbana, dei traditori del mandato politico, è questo quello a cui stiamo assistendo, ancora una volta una scelta figlia di coalizioni finte e nessuna premura per la stabilità del Paese», ha detto ancora in un video su Facebook il leader del M5S.

«Per noi si può andare a votare subito, la prima data utile può essere l'8 luglio. Sono sicuro che questa volta gli italiani daranno un segnale fortissimo per farci governare da soli. Ora ci danno al 35%, il 40% è a portata di mano, andiamo a governare da soli», ha continuato Di Maio. 
«Questi signori hanno dimostrato solo una cosa, di non volere il M5S al governo e di pensare solo ai propri interessi. E le forze politiche pagheranno questo cinismo in termini elettorali», ha affermato ancora il leader del M5S. «In queste nuove elezioni tutti i partiti si dovranno assumere la responsabilità di aver pensato ai loro interessi piuttosto che al Paese», sottolinea.

«L'assemblea ha votato sul ritorno alle elezioni ed è stata compatta, oltre 330 parlamentari». Lo afferma il leader del M5S Luigi Di Maio al termine della riunione dei gruppi parlamentari. «L'atteggiamento degli elettori cambierà», gli altri partiti «hanno dimostrato di pensare solo ai proprio interessi, sono stati cinici e irresponsabili», aggiunge.

Berlusconi. «Le strade sono due: un governo a guida centrodestra che in Parlamento trovi i numeri mancanti oppure l'altra soluzione è il ritorno alle urne». Silvio Berlusconi, raccontano i suoi, lo ha ribadito ieri sera agli alleati e anche questa mattina nel vertice prima di salire alle consultazioni. L'ex capo del governo ha inoltre chiarito che Forza Italia non darà nessun voto ad altre soluzioni prospettate dal Quirinale: «Non sono così folle - è il ragionamento di Berlusconi - da votare un governo che non avrebbe i numeri, perdendo consenso».

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Lega. «Abbiamo offerto al presidente della Repubblica, consci che il paese non può aspettare, la disponibilità mia, a nome della coalizione del centrodestra, a dare vita a un governo che cominci a risolvere i problemi del Paese dal lavoro alle tasse, dalle pensioni e all'immigrazione». Così Matteo Salvini, con al fianco Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, uscendo dalle consultazioni con il presidente della Repubblica. Salvini ha poi proseguito: «Confidiamo che il presidente della Repubblica ci dia modo di trovare una maggioranza che contiamo di poter trovare mettendoci in campo personalmente e direttamente perché stanti così le cose La nostra coalizione è quella che più rappresenta il voto, la sensibilità e le ambizioni dei cittadini italiano».


 


M5S. «Non siamo disponibili a votare governi tecnici e per scongiurare un altro 2011, anche se le condizioni sono differenti, abbiamo provato a fare governo politico. Se c'è ancora buona volontà si può ancora fare», ha detto il leader M5S al termin del colloquio con il capo dello Stato. «Se non ci sono condizioni per governo politico, consapevole dei problemi degli italiani e che non faccia solo quadrare i conti, allora per noi si deve tornare al voto nella consapevolezza che sarà un ballottaggio: ora è chiaro che ci sono due realtà politiche che competono per governo di questo Paese e gli italiani sceglieranno». «Secondo me non dobbiamo aspettare neanche la formazione del governo, va scongiurato già nella discussione sul Def e fissato poi con un provvedimento, ieri ho detto anche un decreto, se dovesse servire», ha affermato ancora Di Maio.

«Quando dico vogliamo fare un contratto con la Lega stiamo considerando una forza politica: la novità è che siamo disposti a trovare un presidente del Consiglio insieme. Se abbiamo eletto delle cariche istituzionali è bene che continuino a fare le cariche istituzionali», ha proseguito.

«Oggi siamo in un'altra fase e io ho detto, ma su questo punto la Lega lo sapeva già, che io sono disponibile a scegliere con Salvini un premier terzo che possa rappresentare un contratto di governo con reddito cittadinanza, abolizione Fornero, e una serie di misure anti-corruzione», ha ribadito Di Maio al termine dell'incontro. «Quando dico vogliamo fare un contratto con la Lega stiamo considerando una forza politica: la novità è che siamo disposti a trovare un presidente del Consiglio insieme. Se abbiamo eletto delle cariche istituzionali è bene che continuino a fare le cariche istituzionali», ha aggiunto. «Io sono molto chiaro: si vuole fare un governo politico su un contratto di governo. Vogliamo sottoscriverlo con la Lega come abbiamo detto 55 giorni fa e trovare un presidente del consiglio condiviso. Quello che decide il centrodestra sono questioni interne», ha detto ancora Di Maio. Sul contratto con la Lega il M5S è disponibile «a tre condizioni non trattabili: reddito di cittadinanza, abolizione della Fornero e una seria legge anticorruzione» da inserire nel programma condiviso, ha puntualizzato il capo politico M5S

«Se metteremo avanti i problemi degli italiani, usciremo dallo stallo. E sia chiaro: noi siamo gli ultimi ad aver paura del voto», ha detto ancora Di Maio.

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Leu. «È pesantemente irrispettoso vedere indicare date delle prossime elezioni prima ancora che Mattarella abbia tutti gli elementi per pronunciarsi su un eventuale scioglimento della legislatura che non è partita. È la dimostrazione del fallimento di una pessima legge elettorale e di una classe politica capace di fare solo campagna elettorale senza assumersi responsabilità», ha affermato Pietro Grasso, leader di Leu al termine delle consultazioni con Mattarella. «Noi di Liberi e Uguali abbiamo ribadito la stessa posizione di sempre: i nostri voti, per quanto non dirimenti ai fini delle maggioranza parlamentari, non sono, come è ovvio a disposizione di alcuna maggioranza che coinvolga le forze di centrodestra». Lo dice Pietro Grasso, a nome della delegazione di Leu, al termine delle consultazioni.

Il gruppo per le Autonomie. «Abbiamo detto a Mattarella che con i nostri 8 voti voteremo un eventuale governo del presidente». Lo afferma Juliane Unterberger, presidente del gruppo parlamentare per le Autonomie (svp-patt,uv) del Senato,al termine delle consultazioni con Mattarella.


 

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