Isabella Greco, cameriera lascia l'Italia e si trasferisce in Australia: «Guadagnavo 6 euro l'ora, ora dirigo uno dei migliori ristoranti»

Isabella Greco, ragazza di 33 anni, calabrese d'origini e cresciuta a Firenze, che stanca di fare la cameriera ha lasciato tutto e si è trasferita in Australia

Isabella Greco, cameriera lascia l'Italia e si trasferisce in Australia: «Guadagnavo 6 euro l'ora, ora dirigo uno dei migliori ristoranti»
Isabella Greco, cameriera lascia l'Italia e si trasferisce in Australia: «Guadagnavo 6 euro l'ora, ora dirigo uno dei migliori ristoranti»
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Lunedì 3 Luglio 2023, 17:31 - Ultimo aggiornamento: 4 Luglio, 14:49

Storia di un'emigrata che ce l'ha fatta. C'è chi resta attaccato al proprio Paese, sperando nella svolta. E chi la svolta se la crea. Come Isabella Greco, ragazza di 33 anni, calabrese d'origini e cresciuta a Firenze, che stanca di fare la cameriera ha lasciato tutto e si è trasferita in Australia. Adesso è la direttrice di «uno dei ristoranti italiani migliori», dice al Corriere della Sera.

Il racconto della ex cameriera

Isabella Greco, 33 anni, adesso vive Melbourne. La sua vita è cambiata, non solo per il trasferimento a migliaia di chilometri da casa. «Sono scesa dal bus, c’erano 44 gradi e mi sembrava di essere finita su un altro pianeta!», ha detto. Per andare via però, ha avuto bisogno di una scossa: «Nel 2014, a Milano, mi trovavo in una relazione tossica. Ero in un baratro. Mio fratello Claudio mi ha detto: “Devi andartene”.

Si è offerto di pagarmi il biglietto per l’Australia, per raggiungere nostro fratello, che viveva lì da tempo. L’idea era di stare via qualche mese, lavorando per mantenermi…e invece sono qui da otto anni!», ha spiegato.

Prima viveva a Milano: «Pagavo 550 euro di affitto e facevo la cameriera: lavoravo dieci ore al giorno e guadagnavo sei euro l’ora, in nero», dice. Ora il lavoro è tutt'altro: «Sono “venue manager”, ovvero direttore, e “head sommelier”: mi occupo delle prenotazioni, dello staff, dei rapporti con i fornitori e di tutto ciò che riguarda i vini. Il direttore, in un ristorante, è colui o colei che tiene unita la squadra: è il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare, deve saper gestire la pressione, lo stress e ogni incidente. Il nostro è un lavoro contante di problem solving. Non puoi essere raccomandato o inventarti un curriculum di sana pianta: se non sai lavorare si vede già da come entri in sala o da come impugni un coltello».

Come ha raggiunto il successo

Isabella ha cominciato dal basso e ha scalato le posizioni: «Ero senza soldi, ho bussato al ristorante chiedendo un lavoro qualunque. Stefano mi ha dato una possibilità: è stato l’unico a farlo. E da allora mi ha sempre supportato. Il resto, però, l’ho fatto io. A Napoli avevo lavorato con Nunzio, un grande della ristorazione. Lui mi ha insegnato che la conoscenza è potere. Per questo ho studiato molto: la sala, i vini, la cucina, anche la lingua, perché un conto è saper parlare inglese per fare quattro chiacchiere, un conto è riuscire a fare gli ordini con i fornitori. Quando gli altri uscivano, io stavo a casa a studiare, perché volevo diventare la più brava. Ambivo a fare la manager. Così ho lavorato sodo e ho cercato di farmi valere. Non è stato facile, anche in quanto giovane donna: alcuni colleghi uomini, più grandi di me, non mi hanno accettata subito come direttore».

Isabella non pensa di tornare in Italia a breve: «Purtroppo, il piacere di vivere in un Paese meraviglioso come l’Italia passa al secondo posto quando si guarda a certe dinamiche. Dal punto di vista lavorativo, il livello che ho raggiunto qui e a cui posso aspirare per la mia carriera futura…in Italia, non so se sarebbe stato possibile. A Milano, quando facevo la cameriera, mi hanno offerto un regolare contratto solo dopo mesi in nero. Però prima volevano che firmassi le dimissioni in bianco. Sono cose che qui, molto semplicemente, non succedono», ha concluso.

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