Allarme sushi: boom di intossicazioni e ricoveri per la sindrome sgombroide

Allarme sushi: boom di intossicazioni e ricoveri per la sindrome sgombroide
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Mercoledì 5 Ottobre 2016, 12:09 - Ultimo aggiornamento: 18:24

Se il 2015 aveva fatto registrare il record di ricoveri e intossicazioni, quest'anno potrebbe tranquillamente superarlo: un po' ovunque, infatti, si vanno moltiplicando i casi di sindrome sgombroide.

Si tratta di un'intossicazione dovuta ad una cattiva conservazione di pesce azzurro, in primis tonno, e che spesso colpisce chi mangia pesce crudo, soprattutto sushi e sashimi. I sintomi possono variare dalla nausea al mal di testa, passando per rossori e gonfiori fino addirittura all'edema della glottide, che può portare al soffocamento. «Non vogliamo parlare di epidemia, ma è bene che la gente sia consapevole dei rischi a cui va incontro quando mangia pesce crudo o appena scottato», raccomandano dagli ambienti sanitari.

A segnalare le intossicazioni sono direttamente gli operatori di pronto soccorso, che ormai sanno riconoscere molto bene i sintomi. E questo, in diverse città, ha portato a numerosi interventi dei Nas nei ristoranti e anche nei mercati generali del pesce. Quasi sempre vengono riscontrate gravi irregolarità nel trasporto e nella conservazione del prodotto pescato.

Se i sintomi possono essere molto fastidiosi, per curare la sindrome sgombroide basta una cura a base di cortisone o antistaminici e nel giro di poche ore si torna a stare bene. Per le donne incinte, che non possono prendere il cortisone, si sconsiglia comunque di consumare pesce crudo o poco scottato.

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