Coronavirus, deserto in centro. Bar, ristoranti e negozi in ginocchio

Coronavirus, deserto in centro. Bar, ristoranti e negozi in ginocchio
di Luca Telli
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Sabato 7 Marzo 2020, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 12:37
Coronavirus, i negozi del centro vicini al collasso: «Se va avanti così, rischiamo di chiudere tutti». Una città spettrale quella che si è svegliata ieri mattina. Strade deserte, bar semivuoti e coprifuoco fino alle 10. Poi, un pugno di persone in giro alla sparpagliata. Numeri aumenti leggermente nel primo pomeriggio, di turisti neppure l’ombra.

«È così da due settimane – dice Alessandra Di Marco, presidente di Rete impresa Viterbo capitale Medievale – da quando la notizia dei primi contagi si è diffusa gli affari sono crollati. Dopo i cinque positivi viterbesi poi, stare aperti non ha un senso. Rischiamo di ritrovarci in una città fantasma».
Con decine di imprese, già in sofferenza, spazzate via: incapaci di reggere l’urto di due mesi di mancati incassi.

A pagare lo scotto più alto, ristoranti e bar dove il sentimento che prevale è sfiducia mista a angoscia. «Resistere, in queste condizioni, è impossibile – dice Stefano Achilli, titolare dell’Hosteria Olio d’oliva – un calo degli incassi è nella natura delle imprese ma un azzeramento no. Diventa un problema pagare persino le bollette, figurarsi il resto. Serve un intervento immediato, un pacchetto di sostegno concreto alle imprese e sperare che finisca presto».

Parole a cui fanno eco quelle di Michele Schirripa, titolare del Lab di Piazza del Teatro e Giuliano Proietti dei Tre Re: «La situazione è difficile, venire da una scia negativa come quella del Natale non sta aiutando – dice – continuiamo a lavorare cercando di mantenere la calma. Come ristoratori dobbiamo provare a mandare una segnale di normalità prima che di tranquillità». Per Maurizio Ferri del Blitz cafè, già toccato come altri dai provvedimenti che da ottobre hanno limitato la movida con impatti pesanti sulle aziende, la prova del fuoco sarà il fine settimane: «Vedremo come reagirà la città. La prossima settimana faremo un bilancio».

L’orizzonte non è roseo, con il crollo di turisti e un record di cancellazioni. «Nelle ultime settimane sono state decine – dice Alessio Pagliara di PromoTuscia, tour operator tra i più attivi nel capoluogo – gite scolastiche, ristoranti e alberghi”. Un flessione che, in linea con le statistiche nazionali,  si aggira intorno al 50%. Stamani intanto, il mercato del Carmine si svolgerà regolarmente.

A confermarlo è Giulio Terri, banchista e rappresentante viterbese dell’ANVA: «Saremo in piazza anche per dare un calcio alla paura – dice – Se saremo tutti? Qualcuno potrebbe scegliere di rimanere a casa. Tra lo spostamento e il virus non ce ne va bene una».
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