Cellula jihadista scoperta a Bari, arrestati cittadini di origine albanese - VIDEO

Video
EMBED

Ritenevano il Covid «un minuscolo soldato di Allah, mandato sulla terra per punire la miscredenza degli occidentali», si soffermavano su analisi di geopolitica parlando degli interessi dei «potenti occidentali», primo su tutto l'America, nei Balcani e in Ucraina, condividendo documenti e video di propaganda jihadista, mentre raccoglievano denaro da inviare in Albania per finanziare attività terroristiche. E proprio questa ultima attività di «finanziamento di condotte con finalità di terrorismo» è costata l'arresto a quattro 30enni di origine albanese residenti da anni in provincia di Bari, uno con cittadinanza italiana impiegato nell'ufficio tecnico comunale barese. Stando alle indagini della Direzione distrettuale Antimafia, i quattro avrebbero raccolto e inviato denaro per finanziare in Albania l'attività terroristica dell'Imam della Moschea «Xhamia e Letres» a Kavaje (Tirana), Genci Abdurrahim Balla, ritenuto vicino all'associazione Isis Daesh e già condannato a 17 anni di reclusione per aver reclutato decine di combattenti inviati in Siria. Agli arresti domiciliari sono finiti Yljan Muca, 31 anni, Roland Leshi, 37 anni, Elsio Ramku, 33 anni, Roland Belba, 37 anni, residenti tra Bari, Adelfia e Rutigliano. Il denaro, hanno documentato le indagini, veniva trasferito attraverso canali non tracciabili, crowdfunding in bitcoin oppure trasportato in borsoni nascosti in camion che viaggiavano via mare dalla Puglia all'Albania. I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra maggio e luglio 2020. All'indagato Muca è contestato anche il reato di apologia di terrorismo per aver diffuso tramite una chat whatsapp, la stessa sulla quale avrebbe lanciato la raccolta di denaro, e condiviso su Telegram link, video o documenti tradotti dall'arabo in albanese «di chiara matrice jihadista». Dalle numerose conversazioni intercettate nell'indagine della Digos, coordinata dal pm della Dda Domenico Minardi, emerge il «fanatismo religioso antioccidentale» degli indagati, e la loro convinzione di «italiani popolo di miscredenti». Commentavano gli attentati, come quello di Charlie Hebdo del gennaio 2015 a Parigi, gli arresti di terroristi in varie parti del mondo, giustificandone ideologia e azioni e, nel luglio 2020, parlavano di appropriazione dell'Ucraina da parte degli occidentali finalizzata ad appropriarsi del gas ucraino. «Non serve a dare una lettura delle vicende attuali, questo è chiaro - ha commentato il procuratore aggiunto di Bari Francesco Giannella - però fa capire qual è il substrato culturale e di convinzioni che serpeggia in certi ambienti, che vedono ogni evento internazionale come un evento di contrapposizione estrema tra Occidente e Oriente»