Incendi in tutto il Salento, i vigili del fuoco scrivono al prefetto

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Il Salento brucia, si trasforma lentamente in un paesaggio lunare. Bruciano le sterpaglie ai bordi delle strade, le pinete, i canneti e la macchia mediterranea. E bruciano i campi di ulivi rinsecchiti dalla piaga della Xylella: non importa più a nessuno tenere puliti e curati quei campi diventati ormai improduttivi. Così, tra l’incuria di alcuni proprietari e l’avventatezza di chi, magari gettando un mozzicone dal finestrino, genera un focolaio, gli incendi che si verificano ogni giorno, da Santa Maria di Leuca a Squinzano, sono centinaia. Troppi anche perché i vigili del fuoco possano spegnerli tutti. La notte scorsa sono andati distrutti 2.500 alberi sulla Lecce-Torre Chianca: il rogo ha distrutto tutto, anche per via della carenza di personale dei vigili del fuoco che hanno dovuto chiedere aiuto ai comandi delle vicine province di Brindisi e Taranto.

Una vera e propria implorazione di aiuto. In una lettera indirizzata al prefetto Maria Rosa Trio, al sindaco di Lecce Carlo Salvemini e al comandante provinciale del corpo, Antonio Panaro, i vigili del fuoco chiedono aiuto. Centinaia i roghi dell'ultimo mese: 400 chiamate solo a maggio e un'emergenza che si moltiplica, una notte dopo l'altra, con migliaia di scheletri d'olivo - divorati dalla xylella - a illuminare il cielo del Salento. «Ci risiamo - scrivono dall'Unione Italiana Lavoratori Pubblica Amministrazione, Segreteria Territoriale Vigili del Fuoco Lecce, con Alessandro De Giorgi - il Salento è in fiamme. Quest’anno la situazione è ancora più drammatica, a causa della carenza di mezzi e di uomini per i vigili del fuoco. Campagne abbandonate, mancata prevenzione e mancato controllo dei terreni incolti, sterpaglie altissime ovunque, alberi d’ulivo abbandonati e secchi, un mix esplosivo che rende frequenti gli incendi di massa: dal nord al sud del Salento impegnano centinaia di vigili del fuoco, già stremati dall’enorme carico di lavoro, e devastano un territorio già fustigato da emergenze sanitarie e xylella».