Sei ore per fare 140 chilometri con treni e bus: «Meglio a dorso d'asino»

Sei ore per fare 140 chilometri con treni e bus: «Meglio a dorso d'asino»
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Mercoledì 15 Gennaio 2020, 18:37 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 09:41
Potrebbe anche essere un record mondiale. Di lentezza. Certo quanto accaduto a un viaggiatore arrivato all'aeroporto di Bari e diretto al suo paese, Sava, in provincia di Taranto, distante 140 chilometri, merita di essere raccontato. Come lui, Valerio Saracino il suo nome, ha fatto:  «Ce l'ho fatta: quasi 6 ore per 139 km dall'aeroporto di Bari a Sava. Con i mezzi pubblici sono una buona media. Dopo due treni e due autobus, per un viaggiare lento e consapevole suggerisco infine l'ultimo tratto a dorso d'asino». Un sorriso amaro il suo.


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«Sono partito alle 7 da Bruxelles Charleroi con un volo Ryanair arrivato in anticipo a Bari Palese alle 9,05. Il primo treno delle ferrovie Bari Nord per Bari Centrale partiva alle 10,00. Dopo venti minuti sono giunto in stazione e da lì, ho dovuto aspettare 30 minuti per il treno regionale Fs per Taranto. Sono arrivato a Taranto alle 12,10». Ma la meta è Sava. «Sì – prosegue Valerio - dal cellulare ho controllato gli orari delle Fse. La prima soluzione prevedeva partenza dal porto mercantile con un autobus per la fermata Amat di via Cesare Battisti alle 12,30 e cambio alle 13,10 con un altro autobus che mi avrebbe portato, finalmente, a Sava. Arrivato alla fermata del porto alle 12,20, ho aspettato fino alle 12,50 senza nessun cartello sul posto che informasse su orari e destinazioni. L'unico bar con un adesivo delle Fse era chiuso. Scoraggiato, sono tornato in stazione ferroviaria ed ho aspettato il bus dell'amat 1/2, che mi ha portato alla fermata di via Cesare Battisti all'altezza di Cesarino. Erano così già le 13,20 ed anche in questa fermata solo un cartello col logo Fse. Nessun'altra indicazione. Il primo autobus destinazione Avetrana è passato alle 13,45. Appena salito, ho chiesto un biglietto all'autista che mi ha risposto di non vendere biglietti. In quel momento sono esploso e mi sono scusato per aver dimenticato di farlo direttamente a Bruxelles. Alla fine, ha deciso che mi avrebbe comunque portato all'agognata destinazione senza pagare nulla. Credo di essere arrivato a casa alle 14,30. Un bel risultato in una terra che si dice turistica».
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