Taranto, all'ex Ilva condizionatori spenti per il caro energia

Taranto, all'ex Ilva condizionatori spenti per il caro energia
di Domenico PALMIOTTI
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Giovedì 8 Settembre 2022, 18:43 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:59

Ripartono alcuni impianti del laminatoio a freddo nell’ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia, con un incremento dei turni di lavoro. Ci sarà un aumento di poco più di 100 unità della forza occupata che passerà da 270 a 380 addetti, tuttavia non c’è ancora la schiarita attesa dai sindacati. Ma si spengono i condizionatori, almeno alcuni, per via del caro energia. 

Le proteste per i climatizzatori

 

Proteste si registrano proprio per questa ragione. L'azienda, dalla scorsa settimana, ha ordinato di spegnere i climatizzatori negli uffici della direzione lasciando in funzione solo quelli delle postazioni degli impianti. La disattivazione dei condizionatori è stata motivata con la necessità di ridurre i consumi di energia
Il clima caldo umido di questi giorni ha però reso irrespirabile l’aria negli uffici di direzione, dove vi sono anche molti impiegati oltre ai dirigenti, provocando disagi e malumori. C’è chi si è attrezzato alla meglio portando con sé piccoli ventilatori e chi cerca un filo d’aria tenendo aperte le finestre. Ma quest’ultimo rimedio non è efficace, si afferma, perché il lato interno della direzione affaccia sull’area a caldo del siderurgico (quello esterno invece sulla statale per Massafra) e questo finisce col portare le polveri minerali nelle stanze.  La Fim Cisl ha scritto al direttore dello stabilimento, Alessandro Labile. Segnalando “l’innalzamento delle temperature negli ultimi giorni e le previsioni per i prossimi”, la Fim invita l’azienda “a riattivare da subito gli impianti di condizionamento dei luoghi di lavoro in quanto i lavoratori sono sottoposti a microclima severo senza avere la possibilità di refrigerarsi”.

E anche l’Ugl metalmeccanici scrive all’azienda e chiede “il ripristino immediato degli impianti di condizionamento disalimentati al fine di evitare conseguenze negative alla salute ed al benessere psico-fisico dei lavoratori”. 

 

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