«In assenza di una copertura dell'ammortizzatore sociale e in attesa di conoscere quanto previsto dal decreto legge che definirà la voltura della procedura di cassa integrazione e le condizioni normative in merito alla retroattività dell'utilizzo dell'ammortizzatore sociale l'azienda si deve fare carico interamente del costo del lavoro». È quanto chiedono Fim, Fiom, Uilm e Usb riferendosi alla cassa integrazione in deroga per 2.500 lavoratori dello stabilimento Acciaierie d'Italia di Taranto, stabilita per decreto.
Il vuoto nella copertura
Le organizzazioni sindacali sottolineano che «Acciaierie d'Italia, nel giorno in cui è arrivata la convocazione da parte della Regione Puglia per un esame congiunto in merito alla Cigs in deroga ex art. 4, comma 11 ter, ha inoltrato una comunicazione, attraverso il portale di ADI, ai lavoratori con la quale dispone che il dipendente in 'pendenza della procedura per la richiesta di Cigs' dovrà astenersi, per un determinato periodo, dal prestare attività lavorativa».
L'allarme
Qualora, annunciano i sindacati, «dovessero verificarsi irregolarità nelle busta paga dei lavoratori, ci rivolgeremo agli uffici legali competenti per denunciare un atteggiamento che definiamo palesemente antisindacale. Pretendiamo che i finanziamenti pubblici erogati vengano indirizzati verso un'idea di futuro che non può prescindere da un immediato cambio della governance societaria».