Decreto salva-Ilva, sit in delle associazioni: «No al baratto salute-lavoro»

Decreto salva-Ilva, sit in delle associazioni: «No al baratto salute-lavoro»
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Martedì 17 Gennaio 2023, 14:03

«No all'immunità penale per chi inquina», «No al rigassificatore», «Taranto: una macchia sulla coscienza collettiva dell'umanità», «No al baratto salute-lavoro». Sono alcune delle scritte che campeggiavano sugli striscioni mostrati oggi durante un sit-in sotto la Prefettura di Taranto organizzato da un coordinamento di movimenti ambientalisti e associazioni di categoria per dire «no» all'ultimo decreto salva-Ilva che concede un ulteriore finanziamento di 680 milioni di euro all'azienda siderurgica a corto di liquidità (convertibile in un futuro non precisato in aumento di capitale) e ripristina lo scudo penale. Hanno partecipato anche alcuni esponenti politici e studenti di scuole superiori.

Manifestanti in mano con la Costituzione Italiana

Tra le mani di uno dei manifestanti, la copertina della Costituzione italiana infilzata da un coltello e macchiata di colore rosso-sangue.

Una delegazione del coordinamento, di cui fanno parte, tra gli altri, Peacelink, Genitori Tarantini, Giustizia per Taranto, LiberiAmo Taranto, Tamburi combattenti, Taranto Respira e Wwf Taranto, è stata ricevuta dal Prefetto Demetrio Martino. Presente anche una rappresentanza di malati oncoematologici. Gli attivisti hanno consegnato un documento «che - è stato spiegato - motiva l'opposizione alla norma salva-Ilva e all'ipotesi di nuovo rigassificatore galleggiante e avanzerà la richiesta di partecipazione democratica alla progettazione della transizione ecologica per Taranto con i nuovi fondi europei del Just Transition Fund». Le associazioni ricordano che «i pm a Taranto hanno avviato una nuova inchiesta che accende un faro sulla reale efficacia della messa norma degli impianti Ilva. I picchi di benzene e il suo trend crescente confermano la fondatezza dell'intervento della magistratura. Il governo, invece di temere per la salute dei cittadini e dei lavoratori di Taranto, sembra temere questa nuova inchiesta e interviene con misure d'urgenza. Occorre fermare questo pericoloso decreto legge».

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