Ai Tamburi non si può giocare: porte ancora chiuse ai bimbi per il parco voluto da Niccolò Fabi

L'iniziativa di protesta “Noi vogliamo giocare” è prevista per oggi pomeriggio alle 17

Ai Tamburi non si può giocare: porte ancora chiuse ai bimbi per il parco voluto da Niccolò Fabi
​Ai Tamburi non si può giocare: porte ancora chiuse ai bimbi per il parco voluto da Niccolò Fabi
di Nicola SAMMALI
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Giovedì 6 Luglio 2023, 05:00

Le mamme del quartiere Tamburi aspettano l’apertura del Parco di Lulù. Sono passati quasi due mesi, era il 9 maggio, dall’inaugurazione dell’area giochi fortemente voluta dalla Fondazione Parole di Lulù onlus di Shirin Amini e Niccolò Fabi, in collaborazione con la Fondazione Pizzarotti e il Comune di Taranto, che doveva accogliere gli alunni della adiacente scuola Gabelli e i bambini e le famiglie del quartiere. Da allora, però, i cancelli sono ancora chiusi e le giostrine, il campo da calcetto e la biblioteca ancora inutilizzati.

Quel giorno era presente lo stesso Fabi, felice per la realizzazione di un progetto pensato nel 2016 che finalmente aveva visto la luce, nel ricordo di sua figlia Olivia scomparsa nel 2010 ad appena due anni.

Cosa è successo

«Vogliono sapere quando aprirà, perché per i loro figli è l’unico spazio dove giocare in sicurezza: le mamme sono preoccupate che qualcuno possa romperlo se continua a restare chiuso, quindi senza guardiania.

Hanno provato a interfacciarsi con il Comune ma senza ricevere risposte adeguate: a loro non importa sapere il motivo per cui non è ancora aperto, vogliono sapere quando finalmente aprirà e i loro figli potranno giocarci. Perché il 9 maggio alle 10 di mattina i bambini giocavano e alle 12 sono stati messi i lucchetti? Perché l’hanno inaugurato se poi le mamme ci vanno con i figli e non possono entrarci?», chiede Mirko Maiorino, abitante del quartiere Tamburi al quale le mamme si sono rivolte per sostenere e promuovere l’iniziativa “Noi vogliamo giocare”, prevista per oggi pomeriggio alle 17.

«Il parco, donato dal cantante Niccolò Fabi e da alcune associazioni ai bambini dei Tamburi, è stato inaugurato il 9 maggio ma è rimasto sempre chiuso. Quel giorno era presente il sindaco e tanti assessori del nostro Comune che rivendicavano l’importanza di fare giocare i bambini del quartiere in un luogo sicuro. Da quel giorno i nostri bambini hanno continuato a giocare per strada o nei parchi giochi di altri quartieri. Ora basta, chiediamo tutti con forza che il Parco di Lulù venga aperto e consegnato al quartiere», scrivono le mamme in un post rilanciato sui social. Il problema che fino a questo momento sta impedendo la fruizione del Parco di Lulù è dovuto alla mancanza del verde pubblico che avrebbe dovuto completare il progetto. Il Comune, però, starebbe cercando una soluzione ponte, perché ci sono anche altri aspetti da risolvere.

«La Fondazione voleva aprire dopo la piantumazione del verde, ma farla adesso non ha senso, perché non attecchirebbe. L’irrigazione non può essere fatta con l’acqua potabile, quindi l’impianto di irrigazione che la Fondazione voleva realizzare con le altre risorse raccolte deve prevedere delle vasche di accumulo o una cisterna, che al momento non ci sono, altrimenti non ci è concesso l’allaccio alla rete idrica. Infatti nella convenzione erano previsti dei passaggi con le autobotti. Ho parlato con Niccolò (Fabi, ndc) e l’ho informato: in attesa di tempi consoni per la piantumazione, soprattutto in linea con il regolamento comunale, troveremo una soluzione temporanea per manutenere il parco, abbiamo fatto delle richieste ad Aqp per collegare degli idranti, se no procederemo con le autobotti», ha spiegato l’assessore all’Ambiente Francesca Viggiano. Il progetto del Parco di Lulù è stato finanziato attraverso una raccolta fondi attiva da ottobre a dicembre 2022 su For Funding: grazie alle donazioni è stata raggiunta la somma di oltre 145mila euro. Il parco giochi è interamente pensato con materiali certificati, ecocompatibili e sostenibili, ed è il simbolo dell’impegno di una intera comunità che ha partecipato alla nascita.

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