Mostra a Otranto, Grottaglie non ci sta: «Siamo noi la città della ceramica»

Mostra a Otranto, Grottaglie non ci sta: «Siamo noi la città della ceramica»
di Francesco OCCHIBIANCO
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Lunedì 7 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:49

La campagna di promozione turistica “Otranto è la ceramica” ha sollevato un vespaio di polemiche, facendo storcere il naso a molti ceramisti. E non solo. Ad accendere la miccia è stata, nel “claim”, una “è” rossa accentata che ha generato il “qui pro quo”. «La capitale della ceramica è Grottaglie. Lo dice la storia. Lo dicono i numeri. Lo dimostrano le oltre cinquanta pittoresche botteghe dislocate nel suggestivo “Quartiere” o meglio nelle antiche grotte scavate nella gravina di “San Giorgio” e nelle immediate vicinanze». 

L'attacco

La città della ceramica per antonomasia deve ancora “lottare” per legittimare una leadership che gli intenditori, ma anche il grande pubblico amante della maiolica, le riconoscono. Tanti i commenti sui social. C’è chi getta acqua sul fuoco ed ironizza su questa “leggerezza comunicativa”: “Otranto è nu picca de tutto” (“Otranto è un po’ di tutto”), dice un salentino nel commentare lo “storytelling” della città che, con il suo bellissimo mare, i “martiri”, i mosaici, il dedalo del centro storico, la gastronomia e, non ultimo, il misterioso castello aragonese, è certamente una delle cartoline più belle di Puglia. «Otranto è Otranto. Vanno bene il panino a Porto Badisco e il caffè in ghiaccio con il latte di mandorla. Tanto di cappello alla leggenda di Enea che approdò sulle coste o a quella della Torre del Serpe. Ci sono le spiagge baciate dal sole, ma Otranto non è la capitale della ceramica, è solo una “vetrina”, come lo è, anche, Ostuni», commentano i figuli di Grottaglie. 

Nel gruppo di whatsapp dei ceramisti la rivendicazione “patriottica” ha anche chiamato in causa l’amministrazione comunale, «che dovrebbe coinvolgere di più, nelle iniziative del cartellone estivo, il “Quartiere” e i ceramisti, creando un assessorato “ad hoc” che si occupi solo di ceramica».

Ha tenuto banco, inoltre, il “pumo” verde “ritratto” sul manifesto, un’opera del ceramista Giovanni Cerbino. L’iniziativa in corso di svolgimento al castello di Otranto e che ospita i manufatti, scelti e selezionati dalla dottoressa Daniela De Vincentis, è comunque un omaggio ed un riconoscimento alla maiolica di Grottaglie. Ma tant’è, la frittata è fatta. Dopo l’annuncio della mostra sullo street-artist Banksy, visitabile dal 23 giugno prossimo, da ieri è possibile visitare “Mediterraneo contemporaneo. Un viaggio tra tradizione e sperimentazioni”. Dal museo della ceramica di Grottaglie (che quest’anno compie 22 anni), sono giunte ad Otranto le opere di numerosi artisti. La mostra è promossa dal Comune, con il supporto di Mostrelab e la collaborazione del “Museo della ceramica” di Grottaglie e del Comune di Grottaglie. «Si tratta», sottolineano gli organizzatori, «di una narrazione arricchita anche da video documentari, sull’immaginario complesso, che si muove tra tradizione e sperimentazione, con artisti e artigiani di Grottaglie, ma anche di tante altre città d’Italia. Le opere in mostra provengono dalla “Sezione ceramica contemporanea” del museo grottagliese ubicato nel castello episcopio “Giacomo D’Atri”.

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