"Le democrazie vivono un'impasse culturale, progettuale e tecnologica. Sono lente, rinchiuse su se stesse. Si guardano allo specchio e si dicono: ma che bella che sono. Uguale ha fatto Roma nella candidatura all'Expo". Così su Fatto Quotidiano l'archistar Massimiliano Fuksas che ha poi rilanciato una provocazione che riguarda la Puglia e in particolare Taranto. "L'esposizione universale è un investimento nel futuro, è il lancio di un progetto visionario, la fabbrica del mondo che verrà - aggiunge - Roma si è presentata con la foto del Colosseo. Straordinario esempio di rendita parassitaria. Avrei proposto un'altra città - afferma l'architetto - per esempio Taranto. E con l'Expo mi sarei impegnato a farla divenire la città più bella al mondo. Avrei scelto il luogo della contraddizione tra vita e lavoro, salute e progresso".
La contrapposizione lavoro-salute
"Taranto sarebbe stata la perfetta piattaforma per dire al mondo che la scienza è capace di trasformare il nero in bianco: l'Ilva in un complesso industriale pulito grazie all'idrogeno. E il quartiere operaio e maledetto di Tamburi rifatto dalla testa ai piedi con le case green.
Rispetto a Bin Salman, Fuksas afferma: "Enorme intuito, amore viscerale per la tecnologia, un grande visionario. Persona in gambissima". Rispetto però alla difesa dei diritti e delle libertà civili l'architetto commenta: "Quelli che come noi vivono comodamente nell'Occidente liberale possono giudicare inammissibile la compressione dei diritti della persona. Ma io e lei e quei quattro gatti che vivono nell'Occidente liberal devono capire che quattro miliardi di persone, fino a ieri nella miseria più nera, hanno un solo bisogno: vivere meglio, arricchirsi un po'. Della democrazia non se ne fanno nulla".