Il Lido Amianto: da splendida pineta fiabesca a posto vietato e contaminato

A pochi passi dal mare e dalla spiaggia la pineta che costeggia Lido Azzurro è oltraggiata da qualsiasi tipo di rifiuti

I rifiuti nella pineta di Lido Azzurro
I rifiuti nella pineta di Lido Azzurro
di Alessio PIGNATELLI
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Domenica 9 Luglio 2023, 05:00

Altro che Dazn, Amazon Prime o Sky. A cavallo tra anni Ottanta e Novanta erano le voci inconfondibili di Alfredo Provenzali, Sandro Ciotti o Riccardo Cucchi a farti vivere una punizione di Baggio sotto l’incrocio dei pali o un’acrobazia di Van Basten. E quel racconto di sottofondo accompagnava la domenica di tanti bambini e adolescenti che emulavano quelle gesta con un Super Santos e una porta fatta di due pini, accompagnati da genitori con le radioline e le frequenze fisse su “Tutto il calcio minuto per minuto”.

Quel bosco incantato, quell’atmosfera magica tra i profumi del mare di Lido Azzurro e un treno che passava poco lontano, adesso sono cancellati da un cartello. Malandato, per la verità. Ma il messaggio è fin troppo chiaro: «Bosco contaminato di rifiuti speciali e amianto».

 

La pineta devastata

Siamo a calata Carbonaro, versante occidentale della litoranea jonica a pochi metri dalla passerella - appena restaurata - che porta a Lido Azzurro. Tante casette col giardino, più in là il capolinea dei bus e un’altra area verde con un chiosco. Quella incriminata è una zona meravigliosa violentata da qualche criminale che ha deciso di scaricare all’interno di tutto: materiale di risulta, pneumatici, resti di amianto, calcestruzzo.

Accanto a quel cartello c’è una sorta di recinzione dozzinale che invita a fare attenzione, a non inoltrarsi. «Ma se volete addentrarvi, vedrete che schifo - dice una signora che sta tornando a piedi dalla spiaggia - questo è un posto baciato da Dio ma siamo riusciti a distruggerlo». Saggezza popolare, mica populista. Già perché sarebbe facile dare la colpa solo ai mancati controlli o alla pulizia latitante. «Qui c’è qualcuno che viene appositamente a lasciare i resti di lavori edilizi e cantieri: anziché smaltirli in discarica, con tutto quello che ne consegue, li abbandona qui» spiega un altro abitante della zona. A questo punto, inutile tergiversare: la curiosità di capire se quel cartello dica cose vere è troppa. Dopo pochi passi, la risposta. Sì, dice cose vere. C’è persino una barchetta rovesciata e poi materassi qua e là, un frigorifero. Alcuni rifiuti sono stati praticamente inghiottiti dal terreno. Uno sfregio.


«La prima volta che tanti anni fa mi capitò di andare a Lido Azzurro, pensai che fosse un vero paradiso e che forse gli abitanti di Taranto non si rendevano conto della bellezza della spiaggia bianchissima e della grande pineta retrostante - dice Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto - Nei tanti anni di iniziative di pulizia organizzate da Legambiente - l’ultima è stata l’edizione di Puliamo il Mondo a settembre dell’anno scorso in collaborazione con il gruppo SiAmo Taranto - mi sono sempre arrabbiata per lo stato di degrado in cui ogni volta abbiamo trovato la pineta e, spesso, anche la spiaggia. Bisogna dire che negli ultimi anni la situazione è molto migliorata: la spiaggia viene regolarmente pulita, i gestori di alcuni piccoli esercizi commerciali si occupano anche della pulizia della pineta circostante i chioschi, gruppi di volontari periodicamente organizzano giornate ecologiche di rimozione dei rifiuti e il Comune, oltre alla normale raccolta dei rifiuti, effettua interventi straordinari di pulizia. Ma non basta». 

No, non basta. «Alcune frange di incivili, di autentici criminali, continuano a gettare rifiuti di ogni genere, da quelli organici alla plastica, dagli inerti agli ingombranti - continua Franco - nel sopralluogo che abbiamo fatto abbiamo visto materassi, mobili ed anche un frigorifero senza aver alcuna cura del luogo in cui spesso trascorrono giornate di mare o, peggio, in cui abitano. Il mio, quindi, è un accorato appello ai cittadini, ai residenti, ai bagnanti a non sporcare quel paradiso, alla amministrazione comunale a vigilare affinché questi episodi di inciviltà non avvengano e a non smettere di pulire e manutenere questo luogo bellissimo». 
La nostalgia del passato e la speranza per il futuro sono lo sprone per sensibilizzare i fruitori di questo luogo e, soprattutto, tutti quelli che continuano ad utilizzarlo come discarica. Sensibilizzarli a prendersene cura affinché non sia un paradiso perduto. Perché altrimenti si arriva a un paradosso: una città che negli anni ha maturato una sensibilità sulla questione ambientale, soprattutto grazie alle lotte legate alla vicenda del siderurgico, pecca poi sulle altre questioni che non riguardano la grande industria. La fine del viaggio si conclude con un cammino verso il mare. Un percorso che si apre sul lido dove tanti bagnanti si godono una bella giornata assolata. Spuntano anche due bambini. Capriole sulla spiaggia e acrobazie, giocano con un Super Santos. Chissà, magari è un segnale di speranza.

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