Ilva, Confindustria e sindacati pronti a mobilitazione

Ilva, Confindustria e sindacati pronti a mobilitazione
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Sabato 23 Gennaio 2016, 16:12
TARANTO, 23 GEN - "Confindustria e sindacati hanno calendarizzato una serie di incontri per programmare, per i rispettivi ambiti di competenza, azioni, anche clamorose, di protesta e mobilitazione". Lo annuncia in una nota l'associazione degli industriali di Taranto, riferendo di un incontro per discutere delle problematiche Ilva, alla presenza del presidente Vincenzo Cesareo, fra il consiglio direttivo della sezione metalmeccanica e i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm di Taranto Valerio D'Alò, Giuseppe Romano e Antonio Talò.

Attualmente il Siderurgico vive "una situazione drammatica - si spiega nella nota - che rischia di esplodere se non si adotteranno, a breve, azioni anche di carattere straordinario per scongiurare il tracollo: della fabbrica, dei lavoratori, dell'indotto, della città. La situazione è tale da far temere il cosiddetto collo dell'imbuto, che una volta imboccato non può più consentire alcun margine di manovra: la cessione dei complessi aziendali dell'Ilva e l'avvio delle procedure per il trasferimento delle aziende che fanno capo alle società del gruppo, ora in amministrazione straordinaria, si stanno infatti velocemente concretizzando".

Dal 10 gennaio scorso, viene osservato, "si sono aperti i trenta giorni concessi dall'avviso internazionale per la presentazione delle manifestazioni di interesse dei gruppi e delle società interessate all'acquisizione". Si attende, dunque, la data del 10 febbraio per comprendere l'evoluzione della vicenda, ma non si escludono al contempo iniziative di mobilitazione. "Ad oggi - puntualizza Confindustria Taranto - sono 1.021 i dipendenti dell'appalto in cassa integrazione, ordinaria e straordinaria, 136 le procedure di licenziamento già concluse e 3.510 i dipendenti diretti con contratto di solidarietà. I dipendenti della fabbrica, dal canto loro, guardano al futuro imminente senza alcuna garanzia e oramai pochissime certezze". Il sistema Taranto, conclude l'associazione degli industriali, "rischia un tracollo senza ritorno e non possiamo rimanere inermi davanti ad una crisi di queste proporzioni". (ANSA).
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