Lecce, c’è la nuova Confindustria: designati i 4 vice di Nicolì. E arrivano Fitto e Bonomi

Il Consiglio generale ieri ha eletto Pisanò, Filograna Sergio, Ricchiuto e Montinaro. A metà febbraio l’assemblea alla presenza del ministro e del presidente nazionale delle autorità territoriali

Lecce, c’è la nuova Confindustria: designati i 4 vice di Nicolì. E arrivano Fitto e Bonomi
Lecce, c’è la nuova Confindustria: designati i 4 vice di Nicolì. E arrivano Fitto e Bonomi
di ​Pierpaolo SPADA
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Martedì 30 Gennaio 2024, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 07:07

La nuova Confindustria Lecce prende forma. Dopo la designazione per la presidenza di Valentino Nicolì, ieri è stata la volta dei quattro vicepresidenti che comporranno la squadra di vertice attorno all’imprenditore edile oggi a capo di Ance, che sarà eletto nel corso dell’assemblea dei soci in via di programmazione per il 17 febbraio. 

Il Consiglio generale


Riunito in via Fornari, ieri il Consiglio generale - di cui fanno parte il presidente reggente Nicola Delle Donne, i past president e i presidenti delle singole sezioni, più i componenti eletti dall’assemblea, quelli eletti dalle sezioni, i rappresentanti della Piccola Industria e i Giovani imprenditori - ha designato all’unanimità figure molto attive nel panorama manifatturiero locale e in quello dell’ambiente e dell’agroalimentare. Il primo nome è quello di Antonio Italo Pisanò che, tra l’altro, è componente della commissione di designazione: stiamo parlando dell’amministratore di Ilmea (Nardò) - storica azienda attiva anche nell’indotto di Cnh Industrial - che ricopre attualmente il ruolo di presidente della sezione metalmeccanica dell’associazione degli industriali. Il secondo eletto è l’imprenditore di Casarano, Antonio Filograna Sergio, ai più noto come il “re” del calzaturiero, amministratore del Gruppo Green Seagull che ingloba Leo Shoes, Antonio Filograna, Manifattura Salento Af e Sybar. Un polo da 1.500 dipendenti, con articolazioni anche in Albania dove è operativa Time10. Il terzo nome è quello di una donna, Angela Ricchiuto, quality manager di Fornopronto, un’azienda in crescita, operativa nella zona industriale di Tricase. Chiude l’elenco, Fabio Montinaro, legale rappresentante di Sud Gas (Campi Salentina), in carica fino al 2025 in veste di presidente della sezione Ambiente. Nella sua esperienza confindustriale ha ricoperto numerosi incarichi a livello territoriale e regionale, in qualità di componente o delegato in commissioni specifiche del settore. 

L'assemblea


Tra meno di venti giorni, saranno tutti eletti dall’assemblea dei soci insieme al presidente Valentino Nicolì. L’elezione costituirà lo step conclusivo di un percorso avviato esattamente lo scorso 21 luglio 2021 quando il Collegio speciale dei probiviri confederali (Confindustria nazionale) nominò il Comitato di reggenza, affidandolo a Nicola Delle Donne (presidente), Enzo Benisi e Salvatore De Riccardis. Che nell’arco del tempo fin qui intercorso e non senza difficoltà (la rinuncia per la presidenza di Michele Zonno a marzo aveva fatto temere il peggio) hanno ricostruito il clima di fiducia e collaborazione all’interno dell’associazione, irrigidito dal fallimentare esito dell’ultima tornata elettorale, e individuato figure apicali che mettessero tutti (o quasi) d’accordo.
Per onorare il perseguimento del traguardo che, di fatto, restituirà al territorio salentino la governance dell’associazione degli industriali in un momento storico in cui le scelte assumeranno un peso specifico, Confindustria ha deciso di organizzare un’assemblea con la partecipazione del presidente nazionale Carlo Bonomi, delle autorità e istituzioni territoriali, ma probabilmente anche del ministro per gli Affari, Europei, la Coesione, il Sud e il Pnrr, Raffaele Fitto. Un appuntamento pensato dunque da Confindustria per ripresentarsi al Salento ma anche per parlare alla Puglia, al Paese e al governo. 
L’attuale fase pone in ballo il presente e il futuro di un territorio che, pur espressione di grande capacità produttiva di qualità in diversi settori, lamenta un gap culturale e infrastrutturale in grado di ridurre la competitività delle imprese, ancora troppo sottodimensionate e sottocapitalizzate.

Conseguentemente, il lavoro resta il punto debole di un Salento in cui tanti tentano ancora di crescere, ma altrettanti fuggono.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

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