Il voto finale alla Camera: il decreto per l'ex Ilva di Taranto arriva in aula

I parchi minerali coperti dell'ex Ilva di Taranto
I parchi minerali coperti dell'ex Ilva di Taranto
di Domenico PALMIOTTI
4 Minuti di Lettura
Domenica 26 Febbraio 2023, 06:00

 Approvato mercoledì scorso dal Senato (favorevole il centrodestra, contro Pd e M5S e astenuto il Terzo Polo), il decreto legge sulle misure urgenti per gli impianti strategici, tra cui Acciaierie d’Italia di Taranto, ex Ilva, è già alla Camera per l’ultimo passaggio dell’iter parlamentare che lo trasformerà in legge. Il provvedimento è stato assegnato alla commissione Attività produttive di Montecitorio, relatore la deputata ligure Ilaria Cavo di Noi Moderati, formazione dell’alleanza di centrodestra. 

I tempi


Alle 11 di venerdì scorso sono scaduti i termini per presentare gli emendamenti e domani mattina la commissione entrerà nel merito a partire dalle 9. Le votazioni sono previste dalle 10. Il dl approderà in Aula nella stessa giornata alle 15. L’odg recita: discussione sulle linee generali in seduta pubblica. Il voto della Camera potrebbe aversi martedì o, tutt’al più, mercoledì. Dipende dai tempi del dibattito, anche se è intenzione del Governo e della maggioranza andare veloci visto che il dl va convertito in legge entro il 6 marzo. È stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 gennaio e varato dal Governo la sera del 28 dicembre.

La battaglia in aula

«Ho presentato diversi emendamenti - annuncia a Quotidiano Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio -. Uno riguarda l’immunità penale ed ha varie gradazioni: dalla soppressione della norma che lo istituisce alla sua rimodulazione con un perimetro applicativo più circoscritto. Un altro è relativo all’introduzione della Valutazione integrata ambientale e sanitaria per stabilire la compatibilità della produzione con le necessarie esigenze di tutela, un altro ancora riguarda l’accordo di programma per Taranto, ed un quarto emendamento, infine, l’integrazione al reddito del personale dipendente da Ilva in amministrazione straordinaria». 
Il Pd rilancia dunque a Montecitorio la sua battaglia finalizzata a cambiare il decreto e altrettanto faranno i Cinque Stelle. Va tuttavia ricordato che al Senato, sia in commissione Industria che in Aula, non un emendamento è sopravissuto. Tutti respinti dal Governo. E diversi riguardavano gli stessi temi posti ora da Pagano alla Camera. Anche quelli proposti dalla maggioranza sono stati cassati. Esempio, sulla Valutazione ambientale e sanitaria i senatori di Fratelli d’Italia Nocco, Zullo, Amidei, Ancorotti, Fallucchi e Maffoni avevano sollecitato il Governo a “valutare l’opportunità di richiedere l’effettuazione delle opportune verifiche”. I senatori FdI avevano osservato che la “Valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario è uno strumento di sostenibilità ambientale volto ad integrare le componenti salute e ambiente” e che “la contemperazione equilibrata fra i vari bisogni deve essere attuata”. Perchè, annotavano, “le frizioni tra i soggetti preposti alla tutela dei diversi interessi non sono state risolte ed è ben prevedibile che la conversione in legge del decreto aprirà la stura a numerosi ricorsi amministrativi e sovranazionali, col risultato di ritornare in una condizione di stallo dalla quale ci si proponeva di uscire”. 
Ma se a Palazzo Madama tutti gli emendamenti sono stati respinti, facile desumere che analogo risultato si avrà a Montecitorio.

La situazione in fabbrica

L’iter del dl ha peraltro incrociato una fase importante per l’ex Ilva. Si è insediato il nuovo direttore delle Risorse umane, Virginia Piccirilli, è stato mandato via dall’azienda e dall’area altiforni, dove era ritornato ad agosto, il consulente Salvatore De Felice (se si osserva il sito aziendale il nome di De Felice e scomparso e compare per la prima volta, con la nuova qualifica, quello della Piccirilli, subito dopo quello di Arturo Ferrucci, cui il sito attribuisce ancora l’incarico di direttore Hr), ma soprattutto AdI ha presentato la nuova richiesta di cassa integrazione straordinaria.

Come annunciato da Quotidiano, non è cambiato nulla rispetto al 2022. Tremila in cassa, di cui 2.500 a Taranto, erano e altrettanti saranno da fine marzo sino a marzo del 2024. E anche se per Taranto la cassa per ora è programmata dal 28 marzo al 19 giugno, l’azienda ha già chiarito che se ne riserva ulteriore dopo aver esaurito le prime 12 settimane. Per la cassa integrazione straordinaria si aprirà ora la trattativa al ministero del Lavoro (un anno fa si chiuse senza accordo) e i sindacati cercheranno sia di ridurla nei numeri che di vincolarla a impegni aziendali per la ripresa della produzione (nel 2022, 3,471 milioni tonnellate di acciaio solido) e l’avvio dei nuovi investimenti.
Circa invece il confronto con la Piccirilli, il giudizio di Fim, Fiom e Uilm resta sospeso perché si vuol misurare nel concreto se c’è almeno un cambio di passo e di approccio alle questioni.

Stessa linea da Usb che dichiara: “Accogliamo, seppur con estrema prudenza e un pizzico di diffidenza, quanto ci è stato riferito da Piccirilli. Veniamo purtroppo da anni di delusioni e annunci vuoti di contenuti, quindi oggi, di fronte alle belle parole, non ci facciamo prendere da facili entusiasmi ma attendiamo di vedere la concretezza dei fatti”. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA