Stadio Iacovone, a rapporto dal ministro. Melucci a Giove: «Paga i canoni»

Stadio Iacovone, a rapporto dal ministro. Melucci a Giove: «Paga i canoni»
Stadio Iacovone, a rapporto dal ministro. Melucci a Giove: «Paga i canoni»
di Domenico PALMIOTTI
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Sabato 6 Aprile 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:48

Potrebbe svolgersi già nei prossimi giorni - circolano le date indicative del 15 o del 16 aprile - il vertice sullo stadio Iacovone proposto dal ministro dello Sport, Andrea Abodi, con il commissario dei Giochi del Mediterraneo, Massimo Ferrarese, il Comune e la società pubblica incaricata del progetto di ristrutturazione, Sport e Salute. Una riunione che, a distanza di un mese da quella alla Camera di Commercio che ufficializzò la possibilità di svolgere in contemporanea lavori e partite del Taranto, è chiamata a confermare o rivedere quest’impostazione alla luce delle riserve manifestate al Comune e al Taranto Calcio da Ferrarese, per il quale è di “difficile realizzazione” l’ipotesi duale prospettata da Sport e Salute.

I progettisti, intanto, continuano a lavorare in tale direzione e la ritengono possibile.

E l’intervento di Abodi mira evidentemente a serrare le fila, visto che il ministro ha dichiarato che «è necessario che tutte le parti condividano lo stesso percorso in un sincero e autentico spirito di squadra».

Gli ostacoli

Ma oggi quale è l’ostacolo maggiore allo svolgimento dei lavori e alla possibilità di tenere lo stadio aperto, visto che un campo alternativo per il Taranto non è stato trovato? Uno su tutti: il tempo a disposizione. Dalla chiusura dell’appalto alla conclusione dei lavori, ci saranno infatti 18 mesi. E questi vengono ritenuti un periodo esiguo per svolgere un intervento che si è andato via via ampliando e che oggi quota circa 50 milioni. Un periodo esiguo che costringerà l’impresa appaltatrice ad allestire una particolare organizzazione di cantiere - visto che non potrà liberamente muoversi sul terreno di gioco - e che avrà anche un impatto sui costi. Se questi sono infatti arrivati a 50 milioni, è dovuto anche al fatto di voler far coesistere lavori e partite. Altro ostacolo che potrebbe sorgere, è il divieto da parte degli organi pubblici di vigilanza. Oppure riserve che potrebbe manifestare l’impresa appaltatrice in fase di progetto esecutivo. E proprio questi sono stati gli elementi che hanno portato Ferrarese a palesare forti dubbi.

Intanto è confermata la riunione di martedì tra Comune e Taranto Calcio. Il Comune dichiara che assicurerà “il contributo per giungere ad una soluzione che si riveli la migliore per la squadra ed i tifosi ”, ma chiarisce che martedì all’ordine del giorno ci saranno “i canoni relativi all’attuale stagione non ancora versati dal sodalizio” per l’utilizzo dello Iacovone.

Sul tema il sindaco Rinaldo Melucci attacca la società. «Invece di pensare a sanare i canoni insoluti per l’utilizzo dello “Iacovone”, i vertici del Taranto sorprendono per lo stile e la tempistica con i quali si rivolgono chiedendo la disponibilità di impianti. Immaginavamo, di recente, si trattasse solo del folclore di mister Ezio Capuano, ma forse sbagliavamo fino al punto di rivalutare l’ipotesi secondo cui, fino ad oggi, lo stesso tecnico possa esser stato solo mal consigliato». Per il sindaco, «non appare un buon esercizio quello di sminuire l’impegno che tutti i soggetti pubblici stanno profondendo per arrivare alla soluzione della “questione stadio”. Dopo aver convenzionato la vicina sede di Brindisi per scongiurare ai tifosi impegnative trasferte; dopo aver preso atto del progetto del nuovo Iacovone ed aver appreso che la possibilità di consentire ai rossoblu di giocare in casa le gare delle prossime due stagioni sportive durante le attività di cantiere si sta rivelando molto complessa dal punto di vista tecnico; dopo aver richiesto ai collaboratori del presidente Giove un incontro amichevole per discutere delle partite economiche ancora da versare al Comune, ci saremmo aspettati altro, invece che un’intimazione a mettere a disposizione lo stadio entro date improbabili. Invitiamo la società a saldare tutto il dovuto, di modo che non ci siano riserve di sorta, nel rispetto delle norme e degli interessi erariali, a rilasciare la disponibilità richiesta per l’impianto» e «in questa sede - conclude il sindaco - potremo anche essere disponibili a valutare soluzioni alternative, come quella di ottenere per la stagione calcistica 2025/2026 l’omologazione di un campo fra Talsano e Tamburi».
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