Giochi del Mediterraneo: si lavora all'organizzazione ma c'è l'incognita sui 150 milioni

Giochi del Mediterraneo: si lavora all'organizzazione ma c'è l'incognita sui 150 milioni
di Nicola SAMMALI
4 Minuti di Lettura
Venerdì 22 Luglio 2022, 05:00

La macchina organizzativa dei Giochi del Mediterraneo del 2026 è già al lavoro sul masterplan per la realizzazione dei due progetti principali (piscina olimpionica e centro nautico) e l’adeguamento degli oltre 40 impianti sportivi a Taranto e nelle altre 20 città coinvolte (fra queste Lecce e Brindisi). Mercoledì c’è stato un primo incontro operativo con i diversi Comuni interessati dalla competizione multidisciplinare, il presidente del comitato internazionale dei Giochi del Mediterraneo Davide Tizzano e il direttore generale del comitato organizzatore Elio Sannicandro (la riunione era stata annunciata dal sindaco Rinaldo Melucci il 27 giugno scorso, quando a Palazzo di Città arrivò da Orano, in Algeria, sede della XIX edizione, il vessillo a tre cerchi con lo sfondo azzurro).

Il focus

I temi affrontati sono stati principalmente tre: l’analisi dell’esperienza di Orano (dal punto di vista della logistica, dei trasporti, dei volontari impiegati); la richiesta ai Comuni di accelerare con le progettazioni; la crisi politica, che rischierebbe di rallentare l’erogazione delle risorse economiche già stanziate (a marzo di quest’anno è stato approvato in commissione Bilancio al Senato un emendamento al decreto Sostegni Ter per finanziare con 150 milioni di euro la XX edizione dei Giochi di Taranto). «Speravo che i primi 150 milioni fossero disponibili a settembre, adesso non sappiamo cosa succede», ha commentato Sannicandro. Lo stesso presidente del Coni Giovanni Malagò, proprio su questo aspetto, si era detto «preoccupato di quello che sta accadendo a livello governativo, in quanto abbiamo oneri e onori nell’organizzare i Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026 e i Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026, e le Federazioni Internazionali e il Cio s’interrogano sulla situazione italiana».

La crisi di governo e i risvolti

Parole che aveva rivolto al premier Mario Draghi, che nel frattempo, però, si è dimesso (con lo scioglimento delle Camere si voterà a settembre).

L’attenzione, quindi, è massima, perché il conto alla rovescia è cominciato e ci sono scadenze da rispettare. Anche i sindaci hanno tempi stretti, ma Taranto è più avanti: «Soltanto 5 o 6 Comuni hanno risposto alla nostra richiesta di presentazione di un atto amministrativo formale di adesione all’organizzazione dei Giochi: tutti gli altri, entro la fine di questo mese, devono comunicarci la loro adesione e avviare le progettazioni, almeno lo studio di fattibilità tecnico economica. A questo punto, con risorse proprie. Entro settembre vogliamo i progetti preliminari, sperando che sempre a settembre arrivi la prima effettiva ripartizione delle risorse. La Regione Puglia sta lavorando per individuare ulteriori risorse, perché le somme previste per i Giochi sono notevolmente superiori. Entro quest’anno dobbiamo avere i progetti definitivi, per procedere con i lavori dal 2023», ha sottolineato ancora Sannicandro.

«Il percorso di condivisone con il territorio è iniziato, le infrastrutture che realizzeremo saranno l’eredità che i Giochi lasceranno alle nostre città, per questo abbiamo la necessità che ogni passo sia ponderato, perché quegli impianti dovranno poi essere gestiti in maniera sostenibile. Dobbiamo far presto, però, perché il 2026 è solo apparentemente lontano. L’esperienza di Orano, in ogni caso, ci ha mostrato che abbiamo tutte le carte in regola per realizzare l’edizione più bella da decenni a questa parte», ha spiegato invece Melucci. Nel confronto con Orano, Taranto partirebbe con un discreto vantaggio nell’organizzazione complessiva, che tiene conto di più parametri, perché il territorio possiede già strutture e competenze in grado di sostenere un evento di tale portata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA