Città vecchia, il problema è il degrado sociale

Città vecchia, il problema è il degrado sociale
di Francesca RANA
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Lunedì 12 Febbraio 2024, 05:00

Guardarsi negli occhi e verificare cosa funziona nel progetto “L'isola che accoglie”, con il sostegno di Fondazione con il Sud, a Taranto vecchia, è imprescindibile. Le giornate collaborative per ri-abitare la città vecchia, in programma il 9 ed il 10 febbraio al Centro San Gaetano, stanno diventando occasione utile a fare il punto tra professionisti, associazioni di categoria ed amministratori, e mettersi in discussione. 

Il problema

L'insegna rende omaggio ad un cammino iniziato nel 2022 ed illumina tante anime: Ammostro; Ethra; Fondazione Impact Housing, comunità e città trasformative onlus; Formedil Cpt Taranto; Homers società benefit; Legambiente circolo di Taranto; Officina Maremosso; Politecnico di Milano/Dipartimento di Ingegneria Gestionale (Dig); Post Disaster; Rent Hub srl, impresa sociale; C.r.e.s.t.; Sou. Alcuni studiano, altri iniziano a coinvolgere la gente, i più piccoli, in attività culturali, artigianali, di arte contemporanea, situazioni informali non istituzionali. 
Sulle pareti c'erano locandine di attività partite e sul tavolo c'era una grande planimetria di città vecchia, metafora di un lavoro progettuale in evoluzione (su https://isolacheaccoglie.it), ed il primo a rompere il ghiaccio, venerdì pomeriggio, è stato Emanuele Ferro, presidente di associazione Symbolum, ets responsabile: «La verifica è fondamentale, senza avere il timore di vedere se ci sono criticità. L'idea è un'immagine disincarnata, è necessario un processo di incarnazione. Tante volte, i progetti si incarnano, tante volte si incarniscono. Dobbiamo verificare se siano veramente incarnati e qual è il grado di consapevolezza e realismo. Ci siamo messi in gioco rispetto ad una realtà tipicamente tarantina. Alcune cose non le abbiamo viste andare avanti, perché ci sono problemi di carattere strutturale, resistenze al coinvolgimento. Dobbiamo ricalibrarci, capire bene la nostra offerta e vedere se siamo riusciti a capire bene i bisogni e non ricadere negli errori». 
Operatore culturale, Giovanni Guarino, insieme al Crest, ha provato a sensibilizzare gli abitanti: «Io, personalmente, ho trovato la situazione molto più complicata. Non per la struttura. Per come questa zona si è degradata socialmente, culturalmente. È saltata la comunità e si è ricostruita un'altra comunità con regole, rapporti, bisogni, sogni, desideri, loro. Bisogna rallentare i tempi di destrutturazione, dobbiamo trovare il sistema, piano piano, perché questo luogo sia eliminato, ci sia la crisi ed inizi il cambiamento, di non facile soluzione. Ora - racconta - c'è un laboratorio sul Carnevale, conclusosi domenica mattina con la sfilata nei vicoli. La difficoltà grossa è stata il rapporto tra noi, i ragazzi e le famiglie. Non ci riconosciamo più. La difficoltà è riprendere il dialogo. Se lo facciamo in maniera accelerata, rischiamo una crisi di rigetto. Faccio un laboratorio alla scuola media Galileo Galilei due giorni alla settimana. Chiedo di venire al Centro San Gaetano il pomeriggio e non si presentano. È, a mio parere, una conseguenza di scelte fatte negli ultimi anni. Una parte sembra proiettata verso la Disneyland dei poveri ed un'altra è sempre più relegata in un ghetto». 
Tra le ultime opportunità, ad ottobre, raccontavano, il direttore Saverio Massaro e Cristina Vignone, è iniziata la “Scuola di Architettura” di SOUx Taranto, rivolta, gratuitamente ai bambini, al massimo 30 alla volta, il sabato mattina, tra i 7 ed 12 anni, residenti in più quartieri.

Inoltre: «Siamo venuti nel 2022, l'estate scorsa ed ora - spiega Giorgia Di Cintio, di Homers - abbiamo iniziato a parlare con alcuni soggetti. Stiamo svolgendo uno studio rispetto al patrimonio disponibile, alle esigenze e ad in che modo l'abitare collaborativo ed i modelli alternativi (social housing e co-housing) possano aiutare. Faremo una mappatura, linee guida, e ci piacerebbe creare abitazioni sociali di un caso pilota. Il progetto nasce con l'ambizione di creare occasioni concrete. È una sperimentazione, la rivitalizzazione di un luogo, punto di innesco di rigenerazione in città».

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