“Ciminiere ai Tamburi”: a Scampia Orlando premia il film della Alagni

“Ciminiere ai Tamburi”: a Scampia Orlando premia il film della Alagni
di Angela MARIGGIO'
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Mercoledì 23 Marzo 2016, 06:21 - Ultimo aggiornamento: 14:26
L’avventura è iniziata nel 2014 proprio a Taranto con il primo workshop del progetto e ieri a Scampia, nella sede dell’istituto tecnico industriale “Galileo Ferraris”, alla presenza del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, si è archiviata la prima edizione della “Resto al sud Academy” con il conferimento degli attestati di frequenza ai partecipanti e la presentazione dei nuovi corsisti.
Tra i ragazzi, provenienti tutti da sei quartieri disagiati di altrettante città del sud, anche Maria Alagni, ventottenne di Taranto, residente nel quartiere Tamburi. Con lei Marina Finaldi (Napoli, Scampia); Andrea Saluti (Palermo, Zen); Irene Sapienza (Catania, Librino); Alice Strano (Cagliari, Sulcis) e Daniele D'Innocenzo (L'Aquila). Dietro al loro luogo di provenienza, la storia di territori che parlano di sfruttamento, inquinamento, criminalità: parole che dovrebbero far scappare ogni giovane che voglia realizzarsi a gambe levate. E invece proprio quei territori li hanno uniti.
Ventotto anni, una formazione di ragioniera, Maria ha presentato la sua candidatura per partecipare al progetto, senza quasi sperare di riuscire nell’intento, anche perché rispetto agli altri partecipanti, a lei mancava il requisito della laurea.
Invece, contrariamente ad ogni aspettativa, è stato proprio il suo il nome selezionato per la città di Taranto.
Una gioia per lei ancora più grande, forse perché inaspettata, cosa che senza dubbio avrà contribuito a darle quella grinta, quella marcia in più per proseguire il percorso intrapreso e portarlo a termine, come poi è stato.
Con un video di presentazione girato dal terrazzo della sua casa nel quartiere Tamburi, con alle spalle il polo siderurgico, Maria ha portato in accademia quella che è la vita di tutti i giorni in una città come Taranto, in un quartiere come è quello in cui lei vive. Una vita fatta di polvere di minerale, che ritorna anche nei suoi ricordi di bambina, una vita in cui i ragazzi si trovano sempre più spesso davanti alla scelta quasi ineluttabile di dover andar via, partire, per cercare di realizzare un futuro diverso rispetto a quello che sembra loro imposto.
Così l’esperienza di vita di questa giovane donna tarantina si è incontrata in questo laboratorio 3.0 che vede come partner Conad, Tiscali e la Ninja Academy, con quella di altri ragazzi che come lei vivono in quartieri di città periferici e disagiati, dando vita ad un’esperienza formativa importante e dimostrando che un altro modo di pensare queste realtà è possibile, un altro modo di pensare il lavoro e l’impresa in questi quartieri è possibile, oltre l’inquinamento, oltre la criminalità, oltre dinamiche che sembrano incancrenite e fin troppo consolidate.
 
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