Carburante, a Taranto evasione da 18 milioni di euro in dieci mesi: l'offensiva della Finanza

Carburante, a Taranto evasione da 18 milioni di euro in dieci mesi: l'offensiva della Finanza
di Mario DILIBERTO
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Mercoledì 8 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 09:13

Diciotto milioni di euro sottratti alle casse del Fisco nel giro di soli dieci mesi. Questa la portata del fenomeno dell’evasione delle imposte sui carburanti fotografata dall’attività condotta dai militari della Guardia di Finanza del comando provinciale di Taranto. Si tratta del dato più rilevante del bilancio relativo a questi primi dieci mesi del 2023 di quella che è la lotta delle Fiamme Gialle a uno dei “cancri” che si muove sotto traccia e che divora una valanga di risorse pubbliche. In tal senso basti pensare che l’evasione delle cosiddette accise nel nostro Paese è quantificata ogni anno in oltre un miliardo di euro, a fronte di un gettito annuo di 25 miliardi di euro. Una voce fondamentale del bilancio dello Stato che implica pertanto l’esigenza di regolamentare rigidamente questo particolare settore economico, nel quale possono operare solo soggetti specificamente autorizzati dall’Amministrazione Finanziaria, tra i quali i depositi fiscali, quelli commerciali e gli impianti di distribuzione come quelli dove ci riforniamo tutti i giorni.

Ecco perché per i finanzieri la lotta ai “predoni delle accise” rappresenta un fronte sempre rovente.

E la provincia jonica non fa eccezione, perché anche in riva allo Jonio, da tempo, anche la criminalità organizzata ha spalancato gli occhi su questo business affondando le zanne nel traffico di carburante e conseguendo utili illeciti ingentissimi.

Il bilancio delle attività di controllo

Dall’inizio dell’anno ad oggi sono 81 gli interventi condotti dalle Fiamme Gialle tarantine in questo settore. Indagini mirate, frutto di un controllo capillare del territorio che consente di intercettare anche i minimi segnali di frode ai danni dello Stato. Un lavoro certosino che ha portato a galla un’evasione delle accise, va ribadito, solo a Taranto e provincia, di poco inferiore a diciotto milioni di euro.
«Il contrasto all’evasione delle accise - spiega il colonnello Massimiliano Tibollo, numero uno della Finanza a Taranto - rappresenta uno dei principali fronti di azione del Corpo, deputato a verificare la completa osservanza della normativa di riferimento e quindi a vigilare sul regolare pagamento delle accise».
Ma come si sviluppano i controlli per accertare il corretto pagamento di questo tributo?
«Nel corso dei quotidiani interventi agli impianti di distribuzione di carburanti i finanzieri tarantini, oltre a verificare che il soggetto economico ispezionato detenga un regolare e idoneo titolo autorizzativo rilasciato dall’Amministrazione Finanziaria, svolgono specifici controlli finalizzati a verificare la corrispondenza tra la giacenza contabile del prodotto, che ha comunque, è bene precisarlo, già scontato le accise, e quella fisica, vale a dire la quantità di carburante effettivamente contenuto nelle cisterne interrate che alimentano le colonnine. Non solo, a tutela del consumatore viene verificato che l’impianto eroghi effettivamente le quantità di carburante spettanti e che nello stesso non sia presente acqua o altre sostanze che ne inficino la qualità e che possano conseguentemente danneggiare i motori dei mezzi di trasporto. A proposito della verifica delle quantità di carburante erogato, nell’ambito di alcuni interventi condotti in passato in questa provincia - aggiunge il comandante Tibollo - è stata riscontrata la presenza nei congegni di distribuzione di magneti in grado di influenzare il regolare funzionamento del contatore della colonnina, determinando l’erogazione di quantità di prodotto inferiori rispetto a quelle visualizzate». I controlli sulla distribuzione stradale dei carburanti sono quindi finalizzati non solo a garantire il corretto pagamento dei tributi ma anche il regolare funzionamento dei sistemi di erogazione, la qualità del prodotto venduto e la trasparenza dei prezzi al consumatore. In questi casi si tratta di raggiri che ricadono direttamente sul consumatore. 

Le frodi

Le frodi ai danni del Fisco, invece, riguardano essenzialmente prodotti energetici a tassazione agevolata o che non hanno ancora scontato le accise. «Si tratta di frodi - continua il colonnello Tibollo - che riguardano i carburanti destinati all’agricoltura, un settore che lo Stato sostiene anche attraverso la riduzione dell’incidenza di questa imposta. Una delle frodi che abbiamo in proposito accertato è stata la simulazione, attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e di falsi documenti di trasporto, della cessione di carburante agevolato in favore di imprese agricole inesistenti, inattive o ignare. Le quantità di prodotto indicate nelle fatture false sono state invece consegnate dai responsabili dell’illecito a soggetti privati non aventi titolo che lo hanno destinato all’autotrazione, uso quest’ultimo gravato dall’accisa in misura intera. In una particolare indagine abbiamo individuato come un autoarticolato impiegato dall’organizzazione criminale fosse dotato addirittura di un dispositivo in grado di colore il carburante ceduto in contrabbando, così da eludere eventuali controlli su strada della Guardia di Finanza».
I militari hanno poi accertato che questo carburante veniva consegnato ad un distributore totalmente abusivo, allestito in un capannone situato nelle campagne della provincia di Taranto, dove si rifornivano di carburante centinaia di automobilisti.
«Una forma di illecito ancora più dannosa per l’Erario – conclude il comandante della Guardia di Finanza di terra jonica - è quella nota come “Designer fuel fraud”. Si tratta di condotte illecite particolarmente lesive degli interessi dello Stato nell’ambito delle quali strutturate organizzazioni criminali transnazionali, in grado di contare anche sul supporto di chimici e tecnici specializzati, introducono nel territorio italiano miscele di lubrificanti e solventi esenti dall’accisa nella normalità dei casi, per destinarli invece all’autotrazione in totale evasione delle accise. E’ quindi chiaro come le frodi alle accise arrechino gravi danni alle Entrate dello Stato ed effetti distorsivi alle regole della libera concorrenza, anche a causa delle infiltrazioni delle organizzazioni criminali».

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