Un cratere profondo mezzo metro e con un diametro di poco più di trenta centimetri. Questo l'inquietante segno lasciato dall'ordigno piazzato e fatto esplodere l'altra sera all'estero del bar Kikò cafe, nei pressi del piazzale Democrate, nella zona di Isola Porta Napoli, a Taranto.
Quel buco, individuato durante il sopralluogo dai vigili del Fuoco e dagli agenti della Polizia, ha spazzato via i dubbi che hanno accompagnato nelle prime ore la lettura della violentissima esplosione di lunedì sera. E ha chiarito che dietro quella potente deflagrazione c'è la mano di qualcuno, al quale la squadra Mobile della Questura, guidata dal dirigente Fulvio Manco, sta dando la caccia.
«Sussiste un cratere proprio nel luogo in cui è stata posta una sostanza esplodente» - ha spiegato ieri il comandante dei Vigili del Fuoco di Taranto Pierpaolo Patrizietti. «Fortunatamente, deflagrando - ha aggiunto - non ha arrecato danni a persone, anche se ha praticamente distrutto il chiosco».
Ingenti, infatti, sono i danni riportati dall'esercizio commerciale e anche dal vicino autolavaggio, a poche decine di metri dal ponte Sant'Egidio.
La Polizia, al momento, indaga senza escludere alcuna pista e negli uffici della Questura in queste ore vengano passate al setaccio le immagini registrate da alcune telecamere di sicurezza piazzate nella zona. La speranza è che gli obiettivi abbiano catturato i movimenti di chi ha piazzato e fatto esplodere il potente ordigno all'esterno del locale.
Una bomba ad alto potenziale che ha distrutto il bar, purtroppo, già in passato bersaglio di un attentato analogo.
Ieri mattina, intanto, sul luogo dell'esplosione si è recato il anche sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. «Questa spaventosa esplosione - ha detto il primo cittadino - è avvenuta in un orario che vede ancora la gente in giro e in un luogo frequentato. Ho sentito i gestori del bar e ho portato loro la solidarietà dell'amministrazione. Faremo quanto possibile per aiutare queste famiglie».