Corvino, l'uomo delle plusvalenze. Vlahovic l'ultimo colpo da maestro

Pantaleo Corbino
Pantaleo Corbino
di Antonio IMPERIALE
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Sabato 5 Febbraio 2022, 05:00

Lo storico colpo di mercato della Juventus gli ha ridato la ribalta e ha sollevato il velo del tempo sul percorso Casarano-Lecce-Firenze-Bologna-Firenze e da un anno e mezzo ancora Lecce, del Leo di Vernole. Il passaggio multimilionario di Vlahovic alla corte della Vecchia Signora ha ribadito l’importanza e l’efficacia del “metodo Corvino” per il quale Saputo aveva invitato Leo fino a Toronto e poi lo volle a tutti i costi a Bologna. Da profeta pallonaro, il talent scout salentino aveva intuito da Firenze il futuro possibile di quel ragazzino extracomunitario che aveva una confidenza speciale con il pallone ed in particolare con il gol, pagandolo, quando aveva ancora 17 anni, 2 milioni di euro. Commisso, attuale proprietario della Viola, ci ha realizzato, hanno scritto, settantacinque milioni. E raccontano che sia la plusvalenza più ricca della storia del mercato calcistico invernale.

Miccoli il primo colpo

Il Corvino di Firenze, come il Corvino di Casarano, dove Antonio Filograna colse l’importanza di investire su di lui. Il “botto Vlahovic” come il “botto Miccoli” a Casarano, il primo. Fabrizio aveva 14 anni quando Leo lo portò al “Capozza”. «Scriviti il nome - ci disse -: questo ragazzo lo vedrai in Nazionale». Il Casarano incassò 1 miliardo di vecchie lire, quando Carlo Osti lo volle alla Ternana. Miccoli in Nazionale ci arrivò col Perugia. Corvino aveva messo in piedi un settore giovanile con almeno duecento ragazzi che sognavano in grande. E non regalava illusioni. Fiorirono i Calabro, i Manca, i Vadacca, e ancora Sportillo, Oliva, Mazzeo, Voglino, Montanaro, Leopizzi e altri. E quel settore giovanile generò sostegno economico al progetto casaranese che si vide scippare la promozione in serie B. Vinse il “tricolore” Berretti, mentre nella prima squadra fiorivano anche Orlandoni, Francioso, Cucciari, Ricci, D’Aversa, Di Cesare che avrebbero poi preso il volo garantendo plusvalenze significative.
Il Corvino di Casarano avrebbe poi imposto la capacità di valorizzazione dei giovani e delle straordinarie scelte di mercato scoprendo talenti in ogni angolo del mondo, divenendo risorsa importante per i bilanci. C’era curiosità intorno al Leo passato da Casarano a Lecce, da Filograna a Semeraro. La risposta fu nei fatti. Il Lecce cominciò a vincere con i suoi giovani talenti: due titoli tricolori con la Primavera di Robertino Rizzo, due volte la Coppa Italia, una Supercoppa, e con Raimondo Marino il titolo italiano Giovanissimi e quello di vice campione d’Italia con gli Allievi.

Firenze, tutto l'oro di Leo

Avrebbe poi vinto tanto con i giovani, anche a Firenze, Pantaleo. «Tredici titoli giovanili fra Casarano, Lecce e la Fiorentina», ha ricordato più volte con orgoglio. Per il Lecce fu un periodo d’oro: da Vucinic, 800mila euro per l’acquisto, esordio in A a 17 anni, poi ceduto alla Roma per 12 milioni e mezzo, a Bojinov, scoperto a 14 anni, 130mila euro per portarlo a Lecce a 15 anni in serie A, nel 2005 alla Fiorentina per un affare da 14 milioni di euro; Ledesma, l’argentino arrivato dal Boca Junior per 90mila euro e ceduto alla Lazio per 5 milioni e mezzo; il leccese Pellè ceduto alla Az Alkmar per 7 milioni, ed altri ancora. Chevanton, 3 milioni in uscita, 10 in entrata. Dalla prima squadra, Lucarelli, al Torino per 16 milioni (ne era costati 4), Sesa ceduto al Napoli per 5 milioni e mezzo di euro poi Lima, al Bologna, e si potrebbe continuare.
A Firenze Leo rifonda il settore giovanile, prende la Fiorentina che si era salvata all’ultima domenica ed infila subito quattro qualificazioni consecutive in Champions, una semifinale di Coppa Uefa persa ai calci di rigore, perde contro il Bayern l’accesso ai quarti di finale di Champions, in Coppa Italia arriva sino alla semifinale. E a Firenze, Corvino ritornerà dopo la parentesi di Bologna. «Centocinquanta vittorie in campionato con i viola», ricorderà con orgoglio salentino, Leo. E poi le sue 600 partite in serie A, 54 partite sulla scena Europea nelle diverse Coppe «e solo otto sconfitte», come ha sottolineato più volte. Firenze non è solo il colpo di Vlahovic. Il settore giovanile significa Chiesa, 60 milioni dalla Juve, Bernardeschi, 40 milioni. Le altre plusvalenze dalla prima squadra: Toni, Felipe Melo, comprato per 7 milioni e ceduto per 25, e ancora Jovetic e Nastasic al Manchester. L’arrivo di Commisso sancisce il divorzio fra Corvino e la Fiorentina. Anche a Bologna grandi risultati: subito la promozione in A e poi nono posto. Divorzio prima del previsto. Qui Pulgar va alla Fiorentina per 12 milioni e mezzo e Diawara alla Roma, 14 milioni e mezzo.
L’uomo delle plusvalenze ha spesso ammesso con serietà che accanto ai colpi felici ci sono stati anche i colpi mancati, qualche amaro flop. «Ma è più facile che accada - ha spiegato nei giorni scorsi - quando sul mercato ti muovi con una fascia che non puoi superare, quando guardi alla patrimonializzazione per il futuro.

E poi chi opera è inevitabile che qualche volta sbagli».

Il ritorno a casa

Tornato a Lecce, ha fatto subito il Corvino. Un settore giovanile per il presente e per il domani. Ed è fiorita la Primavera, come una volta. Ragazzi che arrivano da lontano, oltre alle speranze italiane. Da Primavera 2 a Primavera 1, dopo un solo anno. Gli brucia la mancata promozione del Lecce nella scorsa stagione, per un calcio di rigore sbagliato nel finale. Per lui, che ha vissuto solo quattro campionati di B, vincendone due con il Lecce ed uno col Bologna, sarebbe stato il poker. E si è rimesso a ricostruire il Lecce con la logica di sempre, accanto all’esperienza, la meglio gioventù. scoprendo gli orizzonti più vari. E sul conto della società risultano, si dice, oltre ovviamente all’ottimo Stefano Trinchera, anche lui una sua creatura, solo due collaboratori esterni. Ha respinto, d’intesa con la società, al mercato invernale, l’opportunità di plusvalenze immediate per i gioielli che sono sbocciati. È già felice per i 104 punti conquistati con il Lecce in una stagione e mezza, per il record dei 40 punti in 20 partite. Quest’anno vuole la rivincita. Lo ricordiamo negli spogliatoi dopo la prima vittoria sulla Juventus: “mo pozzu puru murire”. Invece ha ancora sogni da inseguire.

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