Ceesay a cuore aperto: «Lecce per me è il paradiso. Sognavo la A ma qui i difensori sono più forti»

Ceesay a cuore aperto: «Lecce per me è il paradiso. Sognavo la A ma qui i difensori sono più forti»
di Lino DE LORENZIS
4 Minuti di Lettura
Lunedì 19 Settembre 2022, 22:20 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 13:43

Gli sono bastati un paio di mesi e sette partite di serie A con il Lecce per conquistare la fiducia del popolo giallorosso e mettere a tacere gli scettici (pochi, in verità) che, con i loro commenti diffusi attraverso i social, avevano fatto andare su tutte le furie il responsabile dell'area tecnica Pantaleo Corvino, pronto a scendere in campo per difendere con i denti il suo centravanti. E i fatti gli stanno dando ragione. Non sarà di sicuro un fuoriclasse, e se lo fosse probabilmente giocherebbe altrove, ma Assan Ceesay, 28 anni, gambiano di Banjul, in questo scorcio iniziale di stagione ha dimostrato di poter dire la sua anche in serie A.


«Sono felicissimo - attacca il centravanti, autore di 2 reti nelle prime 7 giornate di campionato -.

Grazie al Lecce ho coronato il sogno di giocare in serie A. Per anni avevo vissuto il campionato davanti alla televisione e nelle lunghe chiacchierate fatte con i miei connazionali che giocano in Italia ho appreso tantissimo. Però confesso che un conto è vedere la serie A davanti alla tv e un'altra cosa è farne parte. In campo è tutto più difficile anche perché venendo qui ho trovato tanti difensori bravi, forti e molto intelligenti. E se non li affronti con le loro stesse armi allora si fa molto dura. Io sto lavorando sodo sin dal primo allenamento agli ordini di mister Baroni perché sogno di contribuire alla salvezza del Lecce e posso farlo solo dando tutto me stesso al mister e ai compagni di squadra».

Lecce è il paradiso

Ceesay, com'è cambiato il suo modo di giocare rispetto alle esperienze del passato? Dalla tribuna si ha l'impressione che lei ora corra molto di più...
«È vero, in effetti il mio modo di affrontare la partita è cambiato moltissimo. Allo Zurigo ad esempio dopo aver portato la prima pressione sul difensore potevo fermarmi e attendere che ripartisse l'azione d'attacco mentre nel Lecce non mi posso fermare nemmeno per un istante perché si difende e si attacca in blocco e tutti devono partecipare ad entrambe le fasi di gioco. Ciò comporta inevitabilmente un notevole dispendio di energie fisiche e mentali e proprio per questo per ognuno di noi il mister può contare su una valida alternativa. Non importa chi gioca dall'inizio, conta farsi trovare sempre pronti. E i risultati finora ci stanno dando ragione».


I suoi primi due gol in serie A sono differenti tra loro. Contro l'Inter ha segnato col sinistro dopo una serie di scambi in velocità con Di Francesco mentre a Salerno ha sfruttato il lancio in profondità di Hjulmand facendo secco Sepe di destro.
«Che non è il mio piede preferito però è andata bene lo stesso (ride il gambiano, ndr). In effetti, i gol sono arrivati su due situazioni di gioco differenti però entrambe preparate con cura durante gli allenamenti settimanali. Sappiamo benissimo di dover attaccare gli spazi che gli avversari ci lasciano e noi cerchiamo di farlo sempre al meglio».

Forse bisognerebbe migliorare un po' nell'ultimo passaggio e nelle conclusioni, non crede?
«Questo è vero e lo sappiamo pure noi attaccanti. Però, come dice spesso il mister, bisogna sempre pensare e ragionare da squadra. Con il passare dei giorni e delle settimane stiamo migliorando tantissimo e i frutti del lavoro quotidiano cominciano a vedersi. Certamente, bisogna continuare a lavorare sempre al massimo perché la strada da percorrere è ancora molto lunga e noi intendiamo percorrerla fino alla fine per centrare l'obiettivo della salvezza».


Dalle sue parole si evince che non ha avuto problemi di ambientamento, che sono tipici dei calciatori stranieri che vengono a giocare per la prima volta in Italia.
«Posso assicurare che venendo qui ho trovato tutto quello di cui mi aveva parlato al telefono il direttore Corvino. La squadra è una grande famiglia nella quale i compagni sono sempre pronti a venirti incontro per superare tutti gli ostacoli. La città di Lecce è bellissima, ho visitato posti stupendi. Sono stato anche al mare, in particolare a Porto Cesareo e a Gallipoli, località incantevoli. Ovunque sono stato accolto con grande calore dalla gente salentina per cui mi sono sentito subito a casa. E mi faccia spendere due parole sui tifosi del Lecce: sono sempre al nostro fianco, sia in casa che in trasferta, e ogni volta che li sento cantare mi emozionano tantissimo».


Ha dimenticato di parlare della cucina leccese...
«Ottima pure quella. Se volete sapere, posso dire di aver gustato anche il pasticciotto e il rustico. Al resto poi ci pensa mia moglie che mi ha seguito nel Salento ed è un'ottima cuoca. Non vorrei esagerare ma per me il paradiso è a Lecce».

© RIPRODUZIONE RISERVATA