Dalla storica promozione in B del 2009 alla cessione del titolo: il Football Gallipoli 1909 non esiste più

La festa del Gallipoli per la promozione in serie B
La festa del Gallipoli per la promozione in serie B
di Antonio IMPERIALE
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Domenica 23 Luglio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 08:48

Il cuore batte ancora. Le emozioni però si riaccendono solo sul filo dei ricordi. “Siamo in serie B, capite? La mia Gallipoli con le grandi del calcio. E siamo partiti proprio da laggiù, dal basso”. Sembra ancora di ascoltarlo Vincenzo Barba, di raccontarti dei sogni che si erano realizzati, in quegli anni. Magari nel corso di un allenamento, magari mentre urlava nel suo ufficio sul Canneto, dietro le montagne di carte che lo nascondevano. Era accaduto tutto in pochi anni, all’alba degli anni Duemila, quando proprio allo scadere del secolo breve nel 1999, Antonio Vallebona aveva costituito il nuovo Football Gallipoli 1909, dalle ceneri del Leverano, prendendone il titolo. Sembra una beffa. La storia che correva da Vallebona a Barba e poi all’avvicendarsi delle tante situazioni, dei tanti dirigenti, pronti a dare una mano, a sentirsi protagonisti del sogno che si viveva ogni anno, ogni giorno, dalle tante storie personali, sorrisi, speranze, vittorie e sconfitte.

L'ultimo atto

Dai trionfi alla ricaduta, immaginando una possibile risalita. Ultimo atto quella della presidenza femminile di Paola Vella, le offese dei rivali, le contestazioni fino alla salvezza dello scorso aprile in Eccellenza raggiunta senza grandi patemi d’animo. Tutto finito, adesso. Quel titolo nato tanto tempo fa, dalle ceneri del Leverano ora è finito nel Brindisino, a San Pietro Vernotico. Un atto ratificato dal Cr Puglia il 19 luglio scorso. Con la cessione del titolo sportivo è finita anche la vicenda di una città, quella jonica, con due società. Adesso il calcio in riva allo Jonio, nella Città Bella, che non sa fare a meno del suo fascino, del suo incanto, ma anche delle sue contraddizioni, è tutto nelle mani della Asd Città di Gallipoli, con la voglia di ritrovarsi, tutti insieme appassionatamente perché da sempre si è sottolineato che l’unione fa la forza. È un Gallipoli tornato in serie D con grande merito, il Gallipoli dei Carrozza, i proprietari Vincenzo e Stefano, l’allenatore Alessandro.

E al mercato dei titoli, anche qui un passaggio determinante, dall’Atletico Aradeo. Sullo sfondo la “Fiamma Jonica”, un’altra storia da ricordare, come quella dei Calvi, e altre storie ancora.

La stagione d'oro

La parola fine su quella storia che partì da Vallebona per arrivare, grazie a Vincenzo Barba, un trionfo dietro l’altro, prima in serie D con Antonio Toma. Prese gusto ai successi Barba. Capì l’importanza di portare il Gallipoli lassù in alto, il petroliere, poi anche sindaco e parlamentare, non badò a spese. Investimenti generosi in staff tecnico e giocatori. Una coppia di bomber straordinaria, un lusso autentico. Castillo e Innocenti, in cabina di regia Danilo Pagni, in panchina Franco Giugno. E fu il grande volo in C/2. Gallipoli impazziva di gioia e Vincenzo Barba saltava con i tifosi. Il calcio lo rendeva popolare, oltre la sua stessa ricchezza. “Vedi, quando passeggio sul Corso, mi succede adesso di vedere la moglie toccare il gomito al marito: guarda, quello è il presidente del Gallipoli. Stanno impazzendo tutti per la nostra squadra. Ne sono orgoglioso. Il pallone che amplifica il nome della città che incanta per il suo grande fascino”. E venne il titolo nazionale: la supercoppa di C/2. Il tempo di Gaetano Auteri. E poi la rivoluzione con Bonetti e Patania poi. E poi ancora avanti tutta, con l’arrivo del Principe Giannini, con Gino Di Mitri.

Il Gallipoli di Ciro Ginestra e di Francesco Di Gennaro, del portierone Generoso Rossi. Il Gallipoli che trionfa a Crotone contro Checco Moriero. Il giocattolo Gallipoli in serie B. E ancora la Supercoppa contro il Cesena. La B che pone subito il dramma dello stadio. Bisogna andare a Lecce al Via del Mare. “La serie B è troppo grande per una persona sola”, ce lo confidava nelle lunghe sere d’estate, Barba. “Se resto solo, lascio”.

Si riparte dalla serie D

Era convinto di aver trovato nel veneto D’Odorico la persona giusta. L’inizio della stagione illuse. Bella questa matricola che faceva simpatia sul territorio nazionale. Per quel Gallipoli fu invece un triste calvario. Mollò Giannini, venne Giovanni De Pasquale, poi Ezio Rossi, che ci mise l’animo. Fu anche per un certo periodo, dodici partite, il Gallipoli di D’Aversa. Fu un finale amaro, quello con D’Odorico. Vennero i rimpianti. Il fallimento. La rottura del giocattolo. E sulla via della risalita difficile, dopo ancora tante storie. Tanti personaggi, sino alle due società. E adesso sarà il Gallipoli dei Carrozza a riscrivere la storia, partendo dalla riconquistata serie D.

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