Serena Autieri: «Il musical? Lo amo. E anche la Puglia»

Serena Autieri: «Il musical? Lo amo. E anche la Puglia»
di ​Laura PRANZETTI LOMBARDINI
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Giovedì 30 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 21:47

Gli ingredienti per una serata indimenticabile, una “Notte di stelle”, ci sono tutti. Domenica a Bari, al Teatro Petruzzelli, andrà in scena “Aggiungi un posto… al musical” con Serena Autieri e l’Orchestra della Magna Grecia diretti dal maestro Enzo Campagnoli

«Lavorare con Serena Autieri significa lavorare con un’artista completa, capace di spaziare con la sua duttilità artistica, col suo talento tra vari generi: il musical, la musica pop, la musica che appartienealla nostra tradizione - spiega Campagnoli - è un privilegio condividere con lei la musica. Ha una rara facilità di progressione attraverso i vari registri: riesce a partire dal registro pop fino ad arrivare al range estremo, per girare poi nell’altra ottava del soprano.  Arrivare a ricoprire più di due ottave è una peculiarità straordinaria per un’artista».  

Gioiosa ed elegante com’è suo solito, reduce dal successo incontrastato di “My Fair Lady”, Serena Autieri sa bene di essere molto amata in Puglia.

«Ed è un amore reciproco. Vengo spesso per lavoro, per il teatro, per girare delle fiction, ma anche per vacanza. Ogni volta c’è qualcosa che mi sorprende e il pubblico è affettuoso. Me ne accorgo subito».

Si sente la signora del musical?

«Se qualcuno mi definisce così, non posso che esserne lusingata. È la mia passione, il lavoro che mi rende felice. Tutto è nato sin da bambina, all’età di Giulia (la figlia di dieci anni, ndr). Il musical l’ho sempre sognato innanzitutto guardando tanti film musicali. Poi andando a Londra, a Broadway. Quando ho messo piede per la prima volta sul palco, avevo ventiquattro anni, in “Bulli e Pupe”».

Lei è figlia d’arte?

«Il fratello di mio nonno, mio nonno e anche mia madre hanno sempre avuto la grande passione per il canto. Non si “scappava” la domenica a casa dei miei nonni materni. Dopopranzi lunghissimi, noi stavamo dalle cinque del pomeriggio a cantare e ballare il tango. Mio nonno era un appassionato di tango. C’è sempre stata grande armonia in casa, e grande passione per la musica e l’arte. Si andava anche tanto a teatro. Il musical l’ho respirato e me lo sento proprio addosso».

Quando ha capito di avere un’estensione vocale così particolare?

«Da piccola ho sempre cantato e, naturalmente, non me ne rendevo conto.

Ti fanno i complimenti ma non capisci a fondo. Però non mi sono mai vergognata. Certo, non immaginavo che questa potesse diventare la mia strada».

Quanto studia ogni giorno?

«Quando sto facendo uno spettacolo, tutti i giorni perché la voce va allenata. Anche quando sono a casa, non ti puoi mai riposare. La voce è uno strumento a fiato che va allenato. E mi è sempre piaciuta l’opportunità di usare la voce a seconda dei vari stili». 

Quanto sacrifica per il teatro?

«Il teatro è una forma d’arte totalizzante. In particolar modo il musical coinvolge fisicamente ed emotivamente. Sei un atleta del palcoscenico: canti e balli. Devi andare a dormire a una certa ora, non hai più una vita sociale, ma la soddisfazione di quando il pubblico è felice non ha prezzo. Intrattenere chi compra un biglietto, chi fa chilometri per vederti, regalare dei momenti di gioia, leggerezza, commozione, una risata, è fondamentale». 

Il maestro Campagnoli è al suo fianco. Lo stima molto?

«Lui cura tutte le mie parti vocali con maestria e padronanza. Sono sempre felice di essere diretta da lui perché il direttore d’orchestra e la cantante devono essere collegati da un filo emotivo forte. Credo che questo si avverta anche quando si sta su un palcoscenico così importante come il concerto con l’Orchestra della Magna Grecia». 

Nell’ultima puntata di Uno mattina estate, trasmissione che l’ha vista tutti i giorni in onda su Rai1, ha ribadito più volte i ringraziamenti a suo marito e sua figlia...

«Si parla tanto di amore, ma a volte in modo superficiale e retorico. La più alta forma di amore verso una persona, in un momento così drammatico, credo sia quella di vederla felice. Sapere che mio marito e mia figlia mi appoggiano, mi sostengono e credono in quello che faccio, è una grande prova d’amore».

Fabio Fazio ha definito Gigi Marzullo un principe. Per lei chi è Gigi Marzullo?

«Gigi è famiglia, un confidente, molto intelligente, colto, ironico. Sensibile. Gli piace ascoltare e si sa mettere in connessione con le emotività. Non ci può essere amico migliore. Ogni tanto tira fuori una simpatia geniale».

E lui, in conclusione, direbbe: “Si faccia una domanda e si dia una risposta”. È vero che abbiamo bisogno della cultura?

«Sì, eccome. E invito tutti domenica a venire al concerto al Petruzzelli. Sono felicissima di tornarci perché manco dalla nuova inaugurazione. Ed è sempre una grande emozione».

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