Matteo Garrone a Bari per la proiezione di “Io Capitano”: «Diamo voce a chi non ce l'ha»

Il regista del film candidato a rappresentare l'Italia agli Oscar sarà oggi al Multicinema Galleria

Matteo Garrone a Bari per la proiezione di “Io Capitano”: «Diamo voce a chi non ce l'ha»
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Giovedì 21 Settembre 2023, 11:31 - Ultimo aggiornamento: 12:12

Premiato alla Mostra del Cinema di Venezia con il Leone d'Argento per la regia e il premio Mastroianni al giovane attore Seydou Sarr, il film “Io Capitano” di Matteo Garrone sarà proiettato questa sera, 21 settembre, al Multicinema Galleria di Bari, alla presenza del regista e degli attori protagonisti: lo stesso Sarr e poi Moustapha Fall e Amath Diallo. “Io Capitano”, peraltro, è il film che rappresenterà l'Italia agli Oscar.

Garrone interverrà in tre sale: al termine dello spettacolo che inizia alle 18,30 e prima delle proiezioni delle 21 e delle 21,15. Allo spettacolo delle 21 saranno presenti in sala anche alcuni migranti seguiti dai progetti dell'Assessorato al Welfare del Comune di Bari («Casa delle Culture», «Artemisia», «Famiglie senza Confini»): ad accompagnarli, l’assessore al ramo Francesca Bottalico.

Il film

Prodotto da Archimede con Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution, “Io Capitano” è nelle sale dal 7 settembre scorso e racconta il viaggio avventuroso di due giovani, Seydou e Moussa, che lasciano Dakar per raggiungere l'Europa, fra mille difficoltà e il sogno di una vita migliore, di una vita felice.

Le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare: il film di Garrone, attualissimo, «nasce dall’idea – ha spiegato lo stesso regista - di raccontare il viaggio epico di due giovani migranti senegalesi che attraversano l’Africa, con tutti i suoi pericoli, per inseguire un sogno chiamato Europa. Per realizzarlo siamo partiti dalle testimonianze vere di chi ha vissuto questa odissea contemporanea, e abbiamo deciso di mettere la macchina da presa dal loro punto di vista, in una sorta di controcampo rispetto alle immagini che siamo abituati a vedere dalla nostra angolazione occidentale, nel tentativo di dar voce, finalmente, a chi di solito non ce l’ha».

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